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Il Vino Italiano che Unisce Europa

Scritto da Danilo Pette il . Pubblicato in .

Un viaggio tra radici storiche, dinamiche socio-politiche e strategie di valorizzazione internazionale del Lambrusco, simbolo di un’Italia enologica che si reinventa e dialoga con i mercati.Le politiche europee di tutela dei prodotti a Denominazione di Origine Controllata (DOC) e Garantita (DOCG), insieme ai finanziamenti destinati alle attività di ricerca e sviluppo, hanno favorito un processo di modernizzazione produttiva e di internazionalizzazione che ha permesso al Lambrusco di affermarsi come ambasciatore dell’eccellenza italiana nei mercati esteri. Al tempo stesso, l’attenzione crescente verso i consumatori consapevoli ha stimolato le aziende a investire in sostenibilità ambientale, tracciabilità e trasparenza, elementi fondamentali per rafforzare la fiducia e la reputazione del prodotto.

Il Lambrusco è un vino che incarna in modo emblematico la tradizione vitivinicola italiana, un prodotto che ha saputo affermarsi con forza non solo sul mercato nazionale, ma soprattutto all’interno dell’Unione Europea, diventando uno dei vini italiani più esportati e apprezzati a livello internazionale. Questo straordinario successo commerciale e culturale è il frutto di una storia antichissima e di un legame profondo con i territori in cui nasce, cresce e si sviluppa, in particolare nelle regioni dell’Emilia-Romagna e della Lombardia. Qui, tra le dolci colline e le pianure fertili, la coltivazione della vite ha radici millenarie, e il Lambrusco rappresenta l’espressione più viva e autentica di un patrimonio enologico ricco di sfumature, tradizioni e innovazioni.

La notorietà e la popolarità del Lambrusco sono il risultato di un percorso che ha attraversato secoli, segnato da momenti di grande crescita e altri di crisi, ma sempre caratterizzato da una forte resilienza e da una capacità unica di rinnovarsi senza perdere la propria identità. Sin dalle epoche degli Etruschi e dei Romani, infatti, le uve autoctone coltivate in queste aree erano già apprezzate per le loro qualità, come dimostrano numerosi reperti archeologici e scritti storici che testimoniano una viticoltura radicata nella cultura locale e nella quotidianità delle popolazioni che abitavano questi luoghi. La coltivazione del Lambrusco, nel tempo, si è evoluta seguendo le trasformazioni sociali, economiche e tecnologiche, mantenendo però sempre un filo conduttore fatto di passione, rispetto per la natura e attenzione alla qualità.

L’aspetto frizzante e la freschezza sono da sempre caratteristiche distintive del Lambrusco, che si presenta con un perlage vivace e una piacevole effervescenza che lo rendono particolarmente adatto ad accompagnare una vasta gamma di piatti, soprattutto quelli della cucina tradizionale emiliana. Le lasagne, i tortellini, i salumi e i formaggi tipici trovano infatti nel Lambrusco un partner ideale, capace di esaltare i sapori senza sovrastarli, grazie a un equilibrio tra acidità, dolcezza e tannicità che varia a seconda delle tipologie e delle zone di produzione. Ma il Lambrusco non si limita a essere un compagno di tavola esclusivamente per piatti tradizionali: la sua versatilità lo rende perfetto anche per abbinamenti più moderni e internazionali, che lo hanno reso protagonista nelle occasioni conviviali più diverse.

Negli anni ’70 e ’80 del Novecento, il Lambrusco ha vissuto una vera e propria rinascita, segnata da una modernizzazione delle tecniche di vinificazione e da una nuova attenzione verso le caratteristiche organolettiche che lo contraddistinguono. Le aziende vitivinicole della zona hanno investito notevoli risorse in ricerca e sviluppo, migliorando i processi produttivi con metodi più sofisticati e controlli più rigorosi lungo tutta la filiera, dalla vigna alla cantina, fino all’imbottigliamento. Questo salto qualitativo ha permesso di superare l’immagine un po’ stereotipata del Lambrusco come vino semplice e popolare, spesso associato a prodotti di basso costo o di consumo quotidiano, proiettandolo invece verso un pubblico più attento e sofisticato, capace di riconoscere e apprezzare la sua complessità e la sua personalità.

Uno dei fattori chiave di questo successo è stato proprio il connubio tra tradizione e innovazione: mantenere saldi i legami con la storia e l’identità territoriale, ma al tempo stesso adottare tecnologie moderne e strategie di marketing efficaci. Questo approccio ha consentito al Lambrusco di affermarsi con forza in mercati complessi e competitivi, come quelli europei, conquistando consumatori di diverse età e provenienze, attratti dalla sua freschezza, dal suo profumo intenso e fruttato, e dalla piacevole vivacità delle bollicine. La sua presenza sugli scaffali della grande distribuzione è testimone di una diffusione capillare, con oltre 30 milioni di litri venduti in tutta Europa, e in particolare in paesi come Germania, Spagna, Portogallo e nelle regioni dell’Est, dove il Lambrusco si è imposto come un prodotto di riferimento.

La Città del Gusto di Roma ha rappresentato e continua a rappresentare un luogo di incontro e di confronto fondamentale per la promozione e la diffusione del Lambrusco. Già nel 2014, eventi dedicati alla degustazione di questo vino hanno visto la partecipazione attiva di produttori, sommelier, esperti del settore e appassionati, creando un’occasione unica per approfondire la conoscenza delle diverse varietà e tipologie di Lambrusco. Questi momenti non si limitano alla semplice degustazione, ma diventano veri e propri laboratori di cultura enologica, in cui si esplorano le origini, le caratteristiche sensoriali e le potenzialità gastronomiche di ogni versione di questo vino, dal più secco al più dolce, dal rosso al rosato, fino a quelle interpretazioni più complesse e strutturate che raccontano la ricchezza del terroir.

Durante queste manifestazioni, si enfatizza l’importanza di educare il consumatore, spesso ancora poco consapevole della varietà e della qualità del Lambrusco, e di creare un dialogo diretto e autentico tra chi produce e chi consuma. Questo scambio contribuisce a superare le barriere culturali e commerciali che possono esistere tra territorio e mercato globale, facendo emergere la vera essenza di un prodotto che è anche veicolo di storie, di tradizioni e di passione. La degustazione guidata permette di mettere in luce i profumi intensi e complessi, che ricordano i piccoli frutti rossi, la violetta, le note speziate, insieme a un’acidità equilibrata e a una piacevole effervescenza che ne fanno un vino estremamente fresco e beverino, ideale per momenti conviviali, ma anche per accompagnare una grande varietà di piatti.

Negli anni successivi, fino al 2023, il percorso di valorizzazione del Lambrusco ha continuato a consolidarsi, grazie all’interesse crescente verso il vino italiano sui mercati internazionali e all’impegno costante delle aziende produttrici. Queste ultime hanno puntato su strategie di marketing sempre più mirate, collaborando con chef, ristoratori e distributori per promuovere il Lambrusco non solo come una semplice bevanda, ma come un autentico componente della cultura enogastronomica italiana, capace di raccontare l’identità di un territorio e di incontrare i gusti di un pubblico globale. La capacità del Lambrusco di adattarsi alle nuove tendenze del consumo, caratterizzate da una preferenza per vini più leggeri, meno alcolici e freschi, ha rappresentato un ulteriore punto di forza, soprattutto per i giovani e per chi cerca un’alternativa versatile e piacevole ai vini rossi strutturati o ai bianchi aromatici.

La presenza di molte denominazioni di origine controllata e garantita (DOC e DOCG) ha rafforzato la fiducia dei consumatori, offrendo garanzie sulla qualità e sull’autenticità del prodotto, aspetti fondamentali in un mercato globale dove la trasparenza e la tracciabilità diventano sempre più rilevanti. La varietà dei vitigni autoctoni – dal Lambrusco Salamino al Grasparossa, dal Sorbara al Marani – assicura una diversificazione che permette di soddisfare un ampio spettro di gusti, rendendo il Lambrusco un vino dinamico e completo.

Oltre all’aspetto commerciale, il Lambrusco ha avuto un impatto culturale e sociale significativo, diventando un ambasciatore della convivialità italiana nel mondo. Attraverso il racconto delle sue origini, delle famiglie che da generazioni coltivano queste viti e delle tradizioni contadine che si sono trasformate in moderne realtà imprenditoriali, il Lambrusco veicola un’immagine di autenticità e di orgoglio territoriale. Le degustazioni e gli eventi che si tengono in luoghi simbolici come la Città del Gusto sono momenti in cui queste storie vengono condivise, creando un senso di comunità e un legame tra produttori e consumatori, tra passato e presente, tra territorio e mercato globale.

Il ruolo del Lambrusco nel panorama internazionale è ulteriormente consolidato dalla qualità della produzione, che coinvolge una serie di pratiche agricole e vinicole attente all’ambiente e alla sostenibilità. Le aziende produttrici si sono impegnate a seguire percorsi di certificazione biologica, a ridurre l’impatto ambientale e a valorizzare il paesaggio rurale, consapevoli che il rispetto del territorio è parte integrante della qualità del vino. Questi aspetti, molto apprezzati soprattutto nei mercati esteri, contribuiscono a rafforzare l’immagine del Lambrusco come un prodotto autentico, legato a una filosofia produttiva responsabile.

Export verso l’Unione Europea rappresenta una voce fondamentale per le aziende vitivinicole italiane, con una domanda in crescita costante soprattutto in paesi come Germania, Regno Unito, Paesi Bassi e Scandinavia. Il Lambrusco si inserisce con successo nelle abitudini di consumo quotidiano, nelle occasioni informali e nelle feste, grazie anche a un prezzo accessibile e a un’immagine rinnovata, che punta su packaging moderno e strategie comunicative innovative per attrarre un pubblico sempre più giovane e internazionale.

Le fiere internazionali, gli eventi di settore, le collaborazioni con sommelier e chef stellati hanno svolto un ruolo decisivo nell’elevare lo status del Lambrusco, che oggi viene promosso attraverso degustazioni guidate, masterclass e showcooking. Queste iniziative hanno trasformato la promozione del Lambrusco in un’esperienza sensoriale e culturale completa, superando i pregiudizi di un tempo che lo consideravano un vino da supermercato, e posizionandolo come un prodotto di nicchia con una forte identità territoriale.

Nel contesto del vino italiano, il Lambrusco rappresenta un esempio emblematico di come un prodotto tradizionale possa evolvere e rinnovarsi senza perdere la propria autenticità. La collaborazione tra produttori, consorzi di tutela, enti di promozione e istituzioni ha permesso di creare un’offerta di valore che risponde alle esigenze di un mercato globale in continua evoluzione, garantendo qualità, sostenibilità e diffusione. Questo equilibrio tra passato e futuro, tradizione e innovazione, è la chiave del successo e della duratura popolarità del Lambrusco.

Guardando al futuro, le nuove generazioni di produttori stanno reinterpretando la tradizione con uno sguardo contemporaneo, utilizzando tecnologie avanzate e strategie di branding innovative per raggiungere nuovi segmenti di consumatori e consolidare la posizione del Lambrusco nel mercato europeo e globale. La valorizzazione delle sue caratteristiche distintive – freschezza, frizzantezza, versatilità – rimane al centro della proposta, assicurando che il Lambrusco continui a rappresentare un’eccellenza italiana riconosciuta e apprezzata in tutto il mondo.

In definitiva, il Lambrusco è molto più di un semplice vino italiano: è un ambasciatore della cultura enogastronomica nazionale, capace di raccontare storie di terra, di uomini e di sapori, unendo passato e presente e aprendo la strada a un futuro ricco di opportunità. Le occasioni di incontro e degustazione come quelle della Città del Gusto di Roma sono momenti fondamentali di questa evoluzione, in cui la passione, la conoscenza e la convivialità si fondono per celebrare un prodotto unico, che supera i confini geografici e culturali per conquistare i palati di tutta Europa e oltre.

Il Lambrusco, con la sua capacità di trasformarsi e adattarsi senza perdere la propria identità, è oggi il vino italiano più esportato nell’Unione Europea. La sua presenza è particolarmente significativa in paesi come Germania, Spagna, Portogallo e nelle aree dell’Est Europa, dove ha saputo conquistare un posto d’onore sulle tavole di milioni di famiglie, affermandosi come il vino più venduto nella grande distribuzione, con oltre 30 milioni di litri esposti negli scaffali dei supermercati.

Un incontro recente, organizzato alla Città del Gusto di Roma dai Consorzi di tutela del Lambrusco, ha rappresentato un momento di sintesi e di rilancio per questa eccellenza nazionale. I Consorzi per la Promozione dei Marchi Storici dei Vini Reggiani e quello dei Lambruschi Modenesi hanno unito le forze in un progetto di valorizzazione che mira a rafforzare l’immagine e la sostanza di questo vino attraverso iniziative di marketing territoriale, partecipazione a fiere internazionali e presenza a manifestazioni estere, spesso in abbinamento con altri prodotti agroalimentari Dop e Igp, sottolineando così l’importanza di un’offerta integrata e coerente con la tradizione enogastronomica italiana.

Come ha spiegato Davide Frascari, presidente del Consorzio per la Promozione dei Marchi Storici dei Vini Reggiani, questa sinergia rappresenta il compimento di un percorso di grande prospettiva. Il successo del Lambrusco è il risultato di investimenti significativi in ambito agronomico, dalla zonazione dei vigneti alla conversione degli impianti per favorire la meccanizzazione, e nelle cantine, dove le uve vengono lavorate con metodi delicati che rispettano la tradizione. Il vino rappresenta oggi per l’Italia la voce più importante dell’export agroalimentare, con oltre la metà del fatturato realizzato nei Paesi dell’Unione Europea, dove si registra un incremento del valore dell’11%. I punti di forza del Lambrusco sono la sua freschezza, il basso contenuto alcolico, la percezione di prodotto giovane e dinamico, e la sua caratteristica effervescenza che lo rende un rosso particolarmente apprezzato.

Sono sei le denominazioni di origine controllata riconosciute per il Lambrusco: “Lambrusco Grasparossa di Castelvetro”, “Lambrusco Reggiano”, “Lambrusco Colli di Scandiano e di Canossa”, “Lambrusco di Sorbara”, “Lambrusco Salamino di Santa Croce” e “Lambrusco di Modena”. Questi riconoscimenti certificano l’autenticità e la qualità di un prodotto che, pur mantenendo le sue radici locali, si apre a mercati internazionali. Oltre all’Europa, infatti, le esportazioni si rivolgono anche a paesi come Brasile, Messico, Russia, Cina e Giappone, che mostrano un interesse crescente verso questo vino tipico italiano.

Analizzando i dati di mercato degli ultimi anni, si nota come il mercato interno rappresenti circa il 35% del consumo totale di Lambrusco Dop e Igp, mentre il restante 65% è destinato all’export. Suddividendo ulteriormente le esportazioni per macroaree, si evidenzia che il 55% va in Europa (Nord ed Est), il 20% in Nord America, il 15% in Centro e Sud America e il 10% in Estremo Oriente. Questi numeri testimoniano l’ampia diffusione e l’apprezzamento che il Lambrusco ha conquistato nel mondo, confermando il suo ruolo di protagonista indiscusso nel panorama vitivinicolo internazionale.

Questa crescita esponenziale del Lambrusco, sostenuta da un lavoro corale tra produttori, consorzi, enti di promozione e istituzioni, dimostra come un prodotto tradizionale possa diventare un modello di successo grazie alla qualità, all’innovazione e alla capacità di raccontare una storia autentica. Il Lambrusco è oggi un simbolo della cultura e dell’identità italiana, un vino che sa unire persone, culture e tradizioni, portando in ogni bicchiere un pezzo di Italia, un sorso di passione, un frammento di storia e una promessa per il futuro.

©Danilo Pette

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