
La Guardia di Finanza tra realtà e fiction
Scritto da Fulvio Muliere il . Pubblicato in Attualità.
A cura di Fulvio Muliere
Il capitano De Nittis, protagonista delle indagini di Paolo Regina, incarna una Guardia di Finanza autentica, umana e capace di affrontare i crimini più insidiosi, meritevole di una propria serie televisiva al pari di Montalbano e Rocca.
La Guardia di Finanza occupa un posto d’onore nel cuore degli italiani, tanto da essere considerata tra le istituzioni più apprezzate del Paese, come confermato da ricerche come quelle di Eurispes. Non si tratta semplicemente di una delle tante forze di polizia o militari, ma di un corpo con un ruolo cruciale e peculiare, custode delle finanze pubbliche e difensore dell’economia legale. Eppure, nonostante questa importanza riconosciuta, sorprende il fatto che la televisione pubblica italiana non abbia ancora dedicato alla Guardia di Finanza un personaggio iconico, un eroe di fiction che possa entrare nell’immaginario collettivo come sono riusciti a fare, ad esempio, il commissario Montalbano per la Polizia di Stato o il maresciallo Rocca per i Carabinieri. Questi personaggi, con la loro umanità profonda, hanno saputo incarnare la realtà, spesso complessa e sfaccettata, delle forze dell’ordine italiane, conquistando il pubblico e diventando figure simbolo di un racconto nazionale che unisce mistero, giustizia e partecipazione emotiva. La Guardia di Finanza, dunque, meriterebbe anch’essa un proprio eroe televisivo, una figura che possa riflettere l’essenza e la complessità del suo operato, che vada oltre i luoghi comuni e che possa mostrare al grande pubblico non solo le verifiche fiscali, ma anche la quotidiana lotta contro la criminalità economica, i traffici illeciti e i reati finanziari.
Questa riflessione trova una sua concreta incarnazione nella figura letteraria del capitano Gaetano De Nittis, protagonista della serie di romanzi scritti da Paolo Regina. De Nittis rappresenta esattamente ciò che potrebbe diventare il volto televisivo della Guardia di Finanza: un ufficiale con caratteristiche umane e investigative fortemente riconoscibili e un background personale che conferisce spessore al suo profilo professionale. Paolo Regina, con la sua esperienza diretta nella Guardia di Finanza e con una sensibilità culturale sviluppata attraverso anni di attività in ambiti accademici e associativi, ha creato un personaggio che supera la semplice figura dell’uomo in divisa. De Nittis è un finanziere dal volto umano, un uomo che indaga con intelligenza, ironia e una vena di malinconia, capace di attraversare le contraddizioni della provincia italiana, un mondo fatto di luci e ombre, ricchezze apparenti e poteri occulti.
Gaetano De Nittis nasce da una storia familiare segnata dalla sofferenza e dall’ingiustizia: figlio di un piccolo commerciante di tessuti caduto vittima di usurai, ha visto la propria famiglia distrutta non solo economicamente ma anche umanamente. Questa vicenda personale è il motore che lo spinge a entrare nella Guardia di Finanza, con l’obiettivo di combattere una forma di criminalità tanto subdola quanto devastante, quella dei colletti bianchi e delle frodi finanziarie che rovinano la vita di tante persone oneste. Non è un finanziere ordinario, perché la sua natura anarcoide e guascona, il suo amore per il blues e per la buona cucina, la sua ironia sottile, lo rendono un personaggio vivo e autentico, distante dallo stereotipo del funzionario rigido e impersonale. De Nittis non giudica mai con durezza, consapevole della sottile linea che separa il bene dal male e della fragilità umana che può portare a “scavallare” in territori oscuri. È proprio questa sua umanità, questo modo di affrontare ogni indagine con una miscela di intelligenza, compassione e intuito, che lo rende un investigatore affascinante e credibile.
Il contesto in cui si muovono le sue avventure è la provincia italiana, con particolare attenzione alla città di Ferrara, luogo in cui Paolo Regina vive da oltre trent’anni e che conosce profondamente. Ferrara, con la sua ricca borghesia e il suo potere occulto, è la cornice perfetta per indagare sui crimini che attraversano le pieghe di una società apparentemente tranquilla ma segnata da tensioni, segreti e contraddizioni. I romanzi di Regina sono ambientati in questa provincia che diventa specchio dell’Italia più autentica e complessa, fatta di persone comuni e di poteri nascosti, di bellezza e di oscurità. Attraverso le storie del capitano De Nittis, il lettore si addentra in un mondo dove il crimine si manifesta spesso sotto forme che vanno oltre il mero reato, e dove la lotta alla legalità diventa una questione di principi e valori profondi.
Paolo Regina ha costruito una narrazione che combina giallo e denuncia sociale, con romanzi come “Morte di un antiquario”, “Morte di un cardinale”, “Da quanto tempo non piangi, capitano De Nittis?” e “Promemoria per il diavolo”. Ogni storia è un’indagine che coinvolge omicidi e altri reati, spesso connessi a fenomeni più ampi come la criminalità finanziaria, il traffico illecito e la contraffazione. Il capitano De Nittis non è solo un investigatore, ma anche un osservatore acuto e ironico della realtà italiana, capace di cogliere le sfumature di un Paese in cui la linea tra giustizia e illegalità può essere ambigua e complessa.
L’importanza di questo personaggio va oltre la narrativa di genere: rappresenta un modello di Guardia di Finanza che il pubblico televisivo e culturale italiano dovrebbe conoscere e apprezzare. Non più solo il corpo addetto a controlli fiscali, ma una forza di polizia giudiziaria che combatte reati economici sofisticati e transnazionali, che si muove tra burocrazia e investigazione, tra legalità e corruzione, tra dimensioni locali e internazionali. In un’Italia che ha bisogno di valorizzare e comunicare la sua capacità di tutela delle risorse pubbliche e europee, un personaggio come De Nittis potrebbe diventare un prezioso ambasciatore culturale, capace di avvicinare il pubblico a tematiche spesso considerate complesse e lontane dalla vita quotidiana.
Non è un caso che Paolo Regina stesso consideri la possibilità di portare il suo personaggio oltre i confini di Ferrara, verso scenari più ampi e internazionali, in linea con la presenza sempre più rilevante della Guardia di Finanza nei servizi anti-frode europei, come l’Olaf (Ufficio europeo per la lotta antifrode). In un’epoca in cui scandali e intrighi finanziari di portata internazionale, come il Qatargate, occupano le cronache e mettono in discussione la trasparenza delle istituzioni, un capitano De Nittis coinvolto in indagini di questo tipo potrebbe riscuotere un grande interesse, non solo narrativo ma anche formativo e informativo. La fiction, allora, si trasformerebbe in uno strumento per comunicare, in modo avvincente e realistico, l’importanza della cooperazione internazionale nella lotta alla criminalità economica, mostrando al pubblico il lavoro spesso invisibile ma decisivo di chi opera per il bene comune.
Questa dimensione europea e internazionale non è affatto astratta per la Guardia di Finanza, presente da decenni in contesti multilaterali e impegnata in un’attività investigativa complessa e trasversale. Paolo Regina, che ha un passato anche come docente e dirigente nel mondo delle associazioni culturali e imprenditoriali, vede in De Nittis un personaggio capace di incarnare “l’italianità” in senso positivo: l’intelligenza, l’ironia, la capacità di intuire e di leggere la realtà con empatia e rispetto per la complessità umana. Questo fa di De Nittis un candidato ideale per diventare un eroe televisivo, un volto riconoscibile e amato, in grado di mettere in luce aspetti poco noti ma fondamentali dell’azione della Guardia di Finanza.
La necessità di un testimonial televisivo per la Guardia di Finanza emerge anche dalla volontà di superare i pregiudizi che vedono questo corpo solo come un ente burocratico dedito a controlli fiscali noiosi e impopolari. La realtà è ben diversa e più sfaccettata: la Guardia di Finanza è un corpo che opera con grande senso del dovere, spesso lontano dalla ribalta mediatica, ma con un impatto enorme sulla tutela dell’economia legale, sulla lotta alla corruzione e al crimine organizzato. Un personaggio come De Nittis, con la sua storia personale segnata da dolore e giustizia, con i suoi pregi e difetti, con il suo intuito e la sua empatia, può rappresentare questa realtà in modo credibile e coinvolgente. È un uomo “qualunque” che però ha scelto di combattere, in modo instancabile, per il bene comune. Questa è la dimensione umana e morale che manca spesso nei racconti sulle forze dell’ordine, e che può fare la differenza nel modo in cui la Guardia di Finanza viene percepita dall’opinione pubblica.
Paolo Regina ha anche messo in luce un confronto interessante tra sé e il suo personaggio, il capitano De Nittis. Nonostante le differenze anagrafiche e di esperienza – lui è più giovane e suona meglio la chitarra – condividono la passione per il blues, per la Puglia, per il buon cibo, e un amore profondo per l’investigazione e la giustizia. Questo legame tra autore e personaggio rende ancora più autentiche le storie narrate, perché trasmette una sensibilità reale e personale che si riflette nella costruzione delle trame e nella caratterizzazione del protagonista. È come se De Nittis fosse una parte di Paolo Regina, un’estensione della sua visione del mondo e della sua esperienza di vita.
Il desiderio di vedere De Nittis su Rai, Mediaset o Netflix non è soltanto un sogno personale dell’autore, ma una prospettiva che avrebbe un valore culturale e sociale significativo. La creazione di una serie televisiva che racconti le indagini di un ufficiale della Guardia di Finanza, con tutte le sue sfumature umane e professionali, potrebbe rappresentare un punto di svolta nella percezione pubblica di questo corpo e nella promozione della cultura della legalità in Italia. La fiction ha il potere di trasformare un argomento complesso in una narrazione coinvolgente e accessibile, capace di attrarre un pubblico vasto e variegato.
Inoltre, l’idea di una serie tv che rappresenti non solo la realtà italiana ma anche la dimensione europea della lotta alla frode e alla criminalità finanziaria potrebbe essere particolarmente innovativa. Un progetto di questo tipo, magari con De Nittis impegnato in operazioni congiunte con l’Olaf o altre agenzie internazionali, avrebbe un respiro ampio e una rilevanza attuale indiscutibile, vista la crescente attenzione che l’Unione Europea riserva alla trasparenza e alla protezione delle risorse comunitarie. Una serie così non solo intratterrebbe, ma educerebbe e sensibilizzerebbe il pubblico su temi fondamentali per il futuro economico e sociale del continente.
Il paragone con personaggi come il commissario Montalbano e il maresciallo Rocca non è casuale: questi protagonisti della fiction italiana hanno saputo unire la dimensione umana, la capacità di indagine e il rapporto con il territorio, creando storie che parlano alla gente comune e riflettono le sfide della società. De Nittis, con le sue caratteristiche di umanità, ironia, e senso della giustizia, potrebbe inserirsi in questa tradizione, portando però una prospettiva originale e moderna, focalizzata su una delle realtà più vitali e meno raccontate del nostro Paese.
Per completare questa visione, occorre sottolineare l’importanza della collaborazione tra il mondo letterario, quello televisivo e le istituzioni. Paolo Regina ha espresso l’intenzione di dialogare con il comando generale della Guardia di Finanza per proporre ufficialmente il personaggio di De Nittis come testimonial e protagonista di una possibile serie tv. Questa collaborazione potrebbe rappresentare un modello virtuoso di come la narrazione possa contribuire a costruire un’immagine positiva e realistica delle istituzioni, rafforzando la fiducia dei cittadini e promuovendo una cultura della legalità più radicata.
Paolo Regina abbia già vinto premi importanti nel campo del giallo e del noir dimostra la qualità e l’efficacia del suo lavoro narrativo. La sua esperienza come ufficiale di complemento della Guardia di Finanza, unita a una profonda conoscenza della realtà italiana e a una sensibilità letteraria, fa sì che le sue storie non siano solo avvincenti dal punto di vista del plot, ma anche autentiche e ricche di contenuti di valore sociale. In questo modo, De Nittis non è solo un personaggio di fantasia, ma un simbolo di quella parte migliore dell’Italia che lavora con impegno e passione per garantire giustizia e sicurezza.
La creazione di un commissario o maresciallo della Guardia di Finanza con tutte le caratteristiche di un eroe di fiction potrebbe finalmente colmare un vuoto nella rappresentazione mediatica delle forze dell’ordine italiane. Il capitano De Nittis, con la sua umanità, la sua ironia, la sua profondità, è l’esempio perfetto di come si possa raccontare in modo credibile e coinvolgente il lavoro di chi, giorno dopo giorno, protegge il Paese da minacce spesso invisibili ma pericolose. Portare la sua storia sul piccolo schermo non sarebbe solo un successo di pubblico, ma un contributo importante alla cultura civica e alla conoscenza di una realtà fondamentale per il futuro dell’Italia.