La riforma in breve della Maturità nel 2026
Scritto da Agostino Agamben il . Pubblicato in Attualità.
A cura di Agostino Agamben
Il 2026 rappresenta una data cruciale per il sistema educativo italiano, segnando l’entrata in vigore di una riforma dell’Esame di Maturità che intende rinnovare profondamente la valutazione degli studenti e rispondere alle richieste di una società in costante evoluzione. Questa riforma si inserisce nel più ampio quadro di rinnovamento del sistema scolastico italiano, che negli ultimi anni ha visto numerose modifiche e innovazioni, dall’introduzione dell’educazione civica obbligatoria, alla promozione delle competenze digitali. La principale novità dell’Esame di Maturità 2026 è la trasformazione dell’esame finale, che si sposterà da un sistema strettamente accademico e teorico verso un approccio più completo, centrato sullo sviluppo delle competenze trasversali e della cittadinanza attiva.
Uno dei cambiamenti più significativi riguarda l’introduzione di una valutazione che non si limita più alle tradizionali prove scritte, ma pone un forte accento sulla valutazione delle competenze orali e pratiche. Con il 2026, l’Esame di Maturità si trasforma quindi in una vera e propria sintesi del percorso scolastico degli studenti, con un approccio che tiene conto delle loro capacità critiche, della loro partecipazione attiva, e della loro maturità civica e sociale. Le modifiche mirano a valorizzare gli studenti non solo dal punto di vista delle conoscenze scolastiche, ma anche per le loro attitudini personali, il loro impegno civile e le loro capacità relazionali.
A livello normativo, la Legge n. 50/2025 sancisce le nuove disposizioni che regolano l’esame di Stato, stabilendo che il colloquio orale diventa l’elemento centrale dell’esame e determinante per il conseguimento del diploma di maturità. Questo cambio di prospettiva va nella direzione di una scuola che non sia solo un luogo dove acquisire nozioni teoriche, ma un ambiente dove gli studenti possano sviluppare competenze pratiche, pensiero critico e responsabilità civica.
Uno degli aspetti più rivoluzionari della nuova maturità è l’introduzione di un colloquio orale che non solo avrà un ruolo decisivo nell’esito finale, ma diventa obbligatorio per il superamento dell’esame stesso. Nel passato, la parte orale aveva un’importanza secondaria, contribuendo solo in parte al voto finale, mentre oggi, con la riforma del 2026, diventa l’elemento principale della valutazione, influenzando pesantemente il punteggio finale e determinando, in molti casi, l’esito complessivo dell’esame.
Secondo i dati dell’OCSE, il 45% degli studenti italiani ha dichiarato di sentirsi particolarmente stressato dalla prova orale durante la maturità. Questo dato evidenzia la pressione che si crea quando la valutazione dipende in gran parte dalla capacità dello studente di esprimersi in modo efficace e convincente. La riforma, tuttavia, non si limita ad aumentare il peso dell’orale, ma cambia anche il modo in cui esso viene strutturato, orientandosi verso una discussione multidisciplinare che mira a valutare non solo le conoscenze teoriche, ma anche le capacità comunicative, critiche e la capacità di sintesi dello studente. L’orale sarà articolato su quattro materie decise dal Ministero, permettendo di costruire un discorso ampio e articolato che consideri tutte le sfaccettature del percorso educativo.
Una delle principali novità introdotte dalla riforma riguarda la composizione delle materie su cui verterà il colloquio orale. Fino al 2026, le materie dell’orale erano in larga parte decise dai singoli insegnanti e dalle singole commissioni, generando una certa disomogeneità tra le varie scuole. Con la riforma, però, le materie per il colloquio orale saranno stabilite dal Ministero ogni anno a partire da gennaio, dando così agli studenti un margine di tempo per prepararsi in modo specifico su argomenti predeterminati. Questo cambiamento mira a garantire una maggiore uniformità e a evitare che la preparazione degli studenti dipenda dalla fortuna di trovarsi con un insegnante che privilegi un determinato ambito disciplinare.
Le quattro materie saranno un mix di discipline fondamentali come italiano, matematica, lingue straniere, e scienze, e discipline trasversali come educazione civica, sostenibilità e storia dell’arte. La scelta delle materie sarà motivata dalla necessità di formare individui preparati non solo in ambito accademico, ma anche socialmente consapevoli e in grado di affrontare le sfide globali. L’introduzione di temi come la sostenibilità, la cittadinanza attiva, e la storia dell’arte sottolinea l’importanza di sviluppare una formazione culturale completa, capace di stimolare il pensiero critico, la riflessione etica e l’impegno civico.
Un’altra grande novità introdotta dalla riforma del 2026 riguarda la modalità di comunicazione dei risultati delle prove scritte. In passato, gli studenti venivano a sapere l’esito delle prove scritte prima di sostenere il colloquio orale, con la possibilità che i risultati scritti influissero sullo stato psicologico e sul comportamento dell’alunno durante la parte orale. Con il nuovo sistema, i risultati delle prove scritte verranno resi noti solo dopo che l’orale sarà stato completato, per evitare che i punteggi delle prime prove condizionino l’approccio dello studente alla discussione finale.
Questa decisione è stata presa anche in seguito ai dati raccolti nel 2021, che evidenziavano come circa il 20% degli studenti si sentisse psicologicamente influenzato dal punteggio ottenuto nella prova scritta, con effetti diretti sulla loro prestazione orale. L’idea è di creare un processo di valutazione che rispecchi meglio l’intero percorso scolastico dello studente, non basandosi su un singolo risultato, ma su una visione d’insieme delle sue competenze, delle sue conoscenze e della sua crescita personale.
La riforma 2026 introduce un nuovo tipo di elaborato che gli studenti dovranno presentare durante il colloquio orale. Questo elaborato non riguarderà solo le materie accademiche tradizionali, ma si concentrerà anche su temi di rilevanza sociale, come la cittadinanza attiva, la solidarietà, e la sostenibilità. L’obiettivo è quello di stimolare nei giovani un forte senso di responsabilità sociale e di promuovere competenze civiche, cruciali per un futuro partecipativo e consapevole. Gli studenti dovranno affrontare temi di carattere sociale ed etico, dimostrando capacità analitiche, critiche e di sintesi.
Nel 2021, solo il 40% degli studenti ha dichiarato di sentirsi veramente preparato ad affrontare temi di cittadinanza attiva, secondo un sondaggio condotto dal Ministero. Questo dato dimostra la necessità di rafforzare l’educazione civica e di includerla in modo più significativo nelle valutazioni scolastiche. La nuova riforma vuole quindi rispondere a questa lacuna, offrendo agli studenti una preparazione che li formi non solo sul piano accademico, ma anche su quello sociale ed etico, preparandoli a diventare cittadini attivi e consapevoli.
La riforma dell’Esame di Maturità è stata accolta con entusiasmo da molti esperti del settore, che vedono in essa un passo verso un sistema educativo più moderno e in sintonia con le esigenze del mercato del lavoro e della società. Tuttavia, non sono mancati anche pareri critici. Alcuni ritengono che la riforma possa introdurre un aumento del carico di lavoro per gli studenti, costringendoli a prepararsi in modo più mirato e su un numero maggiore di materie. Inoltre, alcuni docenti temono che l’introduzione di un colloquio così centrale possa accentuare il rischio di disuguaglianze tra gli studenti, con coloro che si trovano in contesti meno favorevoli che potrebbero non avere le stesse opportunità di preparazione rispetto a chi proviene da scuole più privilegiate.
Tuttavia, il Ministero dell’Istruzione ha sottolineato come la riforma sia stata concepita per essere inclusiva e favorire la parità di accesso, considerando anche l’introduzione di misure di supporto per gli studenti con difficoltà. Inoltre, l’accento posto sulle competenze trasversali e sulla cittadinanza attiva è visto come un passo fondamentale per adeguarsi alle sfide sociali ed economiche della contemporaneità.
Uno dei punti centrali della riforma riguarda la composizione delle commissioni esaminatrici. L’introduzione di una commissione composta da soli 5 membri, rispetto ai 7 precedenti, è stata pensata per semplificare il processo e ridurre la burocrazia, oltre a favorire una valutazione più uniforme e meno influenzata da fattori esterni.
L’attenzione si è spostata verso la valutazione delle competenze trasversali, ovvero quelle competenze che riguardano non solo la conoscenza di contenuti disciplinari specifici, ma anche abilità come il pensiero critico, la creatività, la capacità di lavorare in gruppo, e la gestione delle emozioni. Queste competenze sono ormai riconosciute come essenziali per il successo professionale e sociale degli individui. Il 2020 ha visto un aumento del 25% delle richieste di competenze trasversali nel settore privato, a dimostrazione dell’importanza crescente di queste abilità nel mercato del lavoro.
L’Esame di Stato 2026 seguirà un modello incentrato su due fasi principali: una parte scritta e una parte orale, con un particolare focus su quest’ultima. Le prove scritte avranno un valore introduttivo, mentre il colloquio orale sarà il momento cruciale in cui verranno valutate in maniera globale le competenze dello studente.
L’esame comprenderà anche una discussione su un tema di cittadinanza attiva, con l’obiettivo di preparare gli studenti a vivere come cittadini responsabili e consapevoli in una società complessa e interconnessa.
Le Prove INVALSI continueranno a essere una parte fondamentale del sistema educativo italiano, ma non avranno un impatto diretto sul voto finale della maturità. Saranno utilizzate principalmente per raccogliere dati statistici e per valutare l’efficacia del sistema scolastico nel suo complesso. Tuttavia, le prove Invalsi rimarranno uno strumento utile per individuare le aree di miglioramento a livello di scuola e di sistema educativo.
Il modello 4+2 prevede una riorganizzazione del programma dell’ultimo anno, con un approfondimento delle discipline che permetterà agli studenti di focalizzarsi su 4 materie fondamentali, più 2 materie trasversali, come la cittadinanza attiva. Questo approccio garantisce una preparazione più equilibrata e mirata, creando un sistema di valutazione che rispecchia meglio le esigenze formative degli studenti del XXI secolo.
La riforma dell’Esame di Maturità del 2026 rappresenta un passo importante per il rinnovamento del sistema educativo italiano, rispondendo alle esigenze di un mondo in continua evoluzione. I cambiamenti introdotti non solo riguardano il modo in cui gli studenti vengono valutati, ma anche l’approccio che la scuola deve avere nei confronti della formazione del cittadino del futuro.