Skip to main content

L’Ala Littoria. L’Opera Nazionale

IL PRIMATO MORALE
L’OPERAZIONE METASTORICA

Il processo di Unificazione Nazionale e il processo di modernizzazione della penisola procedevano parallelamente, con la millenaria Dinastia dei Savoia a guida e a garanzia dell’Unità e della Libertà. La Giovane Italia, che con la Grande Guerra, aveva portato a compimento la sua Unificazione, gareggiava a testa alta con le grandi Potenze Europee. Un progresso scientifico, industriale e culturale, messosi in movimento già alla fine dell’Ottocento, portò L’Italia di Vittorio Veneto al raggiungimento di molti record e primati. L’arditismo, l’entusiasmo, la vitalità, la frenesia di questi giovani intellettuali militanti, uomini di pensiero e d’azione, che in sprezzo al pericolo, erano riusciti a sopravvivere a molte battaglie  e a realizzare il compimento del Risorgimento, è irrefrenabile e inarrestabile.
Vogliono e pretendono, dopo tanti sacrifici compiuti, un’Italia all’altezza della Sua Storica Grandezza. Nell’arco di pochi anni l’Italia non solo si metteva in linea, ma addirittura era all’avanguardia.
Queste invenzioni e innovazioni scientifiche sono sostenute da movimenti di idee, considerati all’Avanguardia. Dal Simbolismo al Futurismo, all’insegna del Mito della Velocità, dell’andare Oltre ogni limite, si forgiò uno stile di vita all’altezza delle sfide del Futuro, capace di coniugare Tradizione e Modernità.
I Futuristi immortalarono nelle loro opere il mito della velocità, esaltando il rapporto uomo-macchina come espressione di potenza, per nulla alienante.

Francesco Baracca ed Enzo Ferrari
Il Mito della Velocità trovava nell’aviazione l’espressione più innovativa. Uno dei maggiori precursori dell’Aeronautica Militare fu Francesco Baracca, infatti la sua prima vittoria in duello aereo, è la prima vittoria in assoluto dell’Arma Azzurra, durante la Grande Guerra, divenendo ben presto una leggenda del volo.
Il suo amore per i cavalli e la passione del volo trovarono la sintesi nel simbolo che fece rappresentare sul suo velivolo: un Cavallino rampante, a ricordo della sua appartenenza al valoroso 2° Reggimento “Piemonte Reale”, fondato nel 1692 dal Duca Vittorio Amedeo II di Savoia .
Dopo la morte di Baracca, finita la guerra, si verificò un incontro destinato a lasciare un segno nella storia. Nel 1923 si svolse a Ravenna il 1° Circuito del Savio, vincitore risultò la coppia Enzo Ferrari-Giulio Ramponi. A quella gara, come ospite d’onore, era presente il padre dell’eroico aviatore, il Conte Enrico Baracca. A questo incontro, subito seguì quello decisivo, tra Enzo Ferrari e la madre di Francesco Baracca, la Contessa Paolina de Biancoli, che gli pronunciò profetiche parole: Ferrari, metta sulle sue macchine il cavallino rampante del mio figliolo. Le porterà fortuna.

Italo Balbo e le Trasvolate Oceaniche
Con la Grande Guerra si erano messe in luce le potenzialità della nuova Arma Aerea, al punto che fu istituita come Arma autonoma il 28 Marzo 1923 con il nome di Regia Aeronautica. I piloti della Grande Guerra alimentarono con la loro genialità e abilità quest’epoca audace. Dalle imprese eroiche e solitarie, o con pochi velivoli, si passò con Italo Balbo a imprese colossali e spettacolari, che vedranno la partecipazione di molte entità. L’audace Italo Balbo interventista, ardito, quadrumviro, aviatore, ministro della Regia Aeronautica, al volo dedicherà la sua breve, ma intensa ed eroica vita. Imprese per nulla improvvisate, ma caratterizzate da un’attenta preparazione e da  un’accurata scelta dell’equipaggio.

A tale fine fondò ad Orbetello la Scuola di Navigazione Aerea d’Alto Mare. A fondamento si pose non l’individuo ma la Squadra, elemento costitutivo che si sperimentò nelle trincee e che confluirà nel Regime Fascista. Un importante precedente di volo di squadra infatti si può rintracciare nel Volo su Vienna ideato dal Vate Gabriele d’Annunzio, il 9 agosto 1918  con una squadra di biplani SVA Ansaldo.
Italo Balbo memore di questa straordinaria impresa, realizzò importanti trasvolate, che ebbero un’eco mondiale. La più suggestiva si verificò dopo che Balbo nel 1929 sarà nominato Ministro della Regia Aeronautica.
Si tratta della cosiddetta Crociera del Decennale, che si svolse dal 1° Luglio al 12 Agosto 1933, con 25 Idrovolanti al comando di Italo Balbo, occasionata dal Decennale della Regia Aeronautica. La tappa centrale di questa Trasvolata Oceanica, Orbetello-Chicago-New York-Roma, era rappresentata dall’Esposizione Universale di Chicago. La genialità e l’industria italiana con i suoi idrovolanti Savoia-Marchetti S.55X, muniti di due motori Isotta Fraschini, dimostrarono al mondo, in quella circostanza, d’essere una vera eccellenza.

L’Esposizione Universale di Chicago e il Padiglione Italia
A Chicago in quei giorni si svolgeva l’Esposizione Universale,  e in questa occasione venne inaugurato un monumento a Cristoforo Colombo. L’Italia partecipava all’Esposizione, dando un contributo notevole, grazie all’intervento decisivo di Guglielmo Marconi, in quegli anni Presidente del CNR, il Consiglio Nazionale delle Ricerche. Il Padiglione Italiano fu progettato dall’architetto Adalberto Libera, e in omaggio alla Trasvolata Atlantica di Balbo, venne concepito in una forma avveniristica, simile a un enorme aeroplano. Venne allestito un percorso espositivo dedicato alla storia della scienza e alle scoperte scientifiche italiane, incentrato sui concetti di Primato e di Genio Italiano. L’obiettivo della mostra era di mettere in evidenza il contributo che l’Italia aveva dato alla Rivoluzione Industriale.
Quest’epoca di grande innovazione scientifica e tecnologica trova il suo rispecchiamento anche da un punto di vista urbanistico. Basti pensare al settore della città di Roma, dove nell’arco di pochi anni si concentrarono importanti strutture, come il Policlinico Umberto I, inaugurato nei primi anni del Novecento, l’Istituto di Sanità Pubblica del 1934, la Città Universitaria del 1935 e la sede dell’arma tecnologica per eccellenza, il Palazzo dell’Aeronautica del 1931. A tenere insieme queste strutture, la nuova sede del CNR del 1937, costruita a tempo di record, in meno di un anno, cuore pulsante di questo polo scientifico e innovativo.

Il Palazzo dell’Aeronautica
Italo Balbo appena trentenne fu nominato Ministro della Regia Aeronautica dal 1929 al 1933. Per sua volontà venne costruito il Palazzo dell’Aeronautica a Roma, uno spazio innovativo per i Cavalieri del Cielo. L’architetto fu scelto dallo stesso Balbo, un giovane di soli 28 anni Roberto Marino, che edificò un’opera straordinaria in soli 2 anni, dal 1° Agosto 1929 al 28 Ottobre 1931.

E’ considerato il primo edificio in Italia costruito interamente in cemento armato e con  materiali esclusivamente nazionali, dotato dal 1962, sulla sua sommità, di un eliporto, segno della solidità dell’edificio. Sintesi tra le diverse tendenze degli anni Venti, coniugando aspetti classici e tradizionali con elementi innovativi e moderni. Un’architettura, che darà vita a strutture definite con il motto una macchina per lavorare, per la loro efficienza funzionale e la progettualità avveniristica.

Il Mito della Velocità e lo Stile di Vita
Nel primo dopoguerra il volo divenne il soggetto principale dell’aeropittura futurista. Lo sguardo dall’alto rimase impresso nelle tele di Benedetta Marinetti, Balla, Depero, Prampolini, Tato, Sironi, Dottori e Crali, solo per citarne alcuni.
Un punto di vista privilegiato che si diffuse con i nuovi mezzi di comunicazione, fortemente potenziati e accentrati dal Regime Fascista, come la cinematografia con la nascita dell’Istituto Luce, L’Unione Cinematografica Educativa, i Manifesti Pubblicitari e la Radio. Quest’ultima invenzione del genio italico Guglielmo Marconi sta alla base delle innovazioni tecnologiche del mondo contemporaneo.
“Rivendico l’onore  di essere stato in radiotelegrafia il primo Fascista, il primo a riconoscere l’utilità di riunire in fascio i raggi elettrici, come Mussolini ha riconosciuto per primo, in campo Politico, la necessità di riunire in fascio le energie sane del Paese per la maggiore Grandezza d’Italia”.
Attraverso un’attenta e capillare opera di propaganda il Regime cercò di incidere nello stile di vita degli Italiani, comunicando nuovi codici comportamentali e nuove mode, espressione di una volontà di potenza diffusa, morale prima ancora che materiale.
Il Mito della Velocità veniva esaltato dalla nascita della prima compagnia aerea di linea italiana, l’Ala Littoria, che effettuava trasporto passeggeri e servizi postali. Un passaggio ulteriore dall’aereo militare all’aereo di linea civile. Il Logo altamente simbolico era costituito da una rondine azzurra su un Fascio Littorio. In ogni ambito si tentava l’impossibile, la Compagnia di Bandiera fu inaugurata il 28 Ottobre 1934 e subito venne progettato un aereo il Savoia-Marchetti S.M.73, all’epoca considerato il più veloce trimotore di linea del mondo, capace di raggiungere i 340 km/h. Insieme all’aereo un altro mezzo di trasporto passeggeri, e non solo, che fece notevoli progressi fu il treno, la cosiddetta Littorina. Si ricorda che il 20 luglio1939, l’elettotreno ETR 200.212 conquistò il record mondiale di velocità con i 203.4 km/h raggiunti nella tratta Pontenure e Piacenza, sulla linea Bologna-Milano.
Altro importante traguardo venne raggiunto con il Transatlantico REX, costruito nei cantieri navali Ansaldo di Genova Sestri Ponente, che nell’Agosto del 1933 conquistò il Nastro Azzurro. Un premio che veniva riconosciuto alla nave passeggeri, che deteneva il record di velocità media nell’attraversamento dell’Oceano Atlantico.
Il Mito della Velocità venne esaltato anche nelle gare automobilistiche. Emblematica la gara che si svolse l’8 Dicembre 1931 a Roma all’Aeroporto del Littorio (oggi dell’Urbe), dove era presente l’Autodromo Romano del Littorio. Quel giorno si svolse una sfida “tra motori di terra e di aria”, il pilota Tazio Nuvolari a bordo di un’Alfa Romeo e il pilota militare Vittorio Suster alla guida di un biplano Caproni 100-bis. Vinse Suster anche se di poco, Nuvolari tagliò il traguardo due secondi dopo. Quello stesso giorno si disputò un’altra suggestiva gara sempre a Roma tra il campione di motociclismo romano Piero Taruffi, che con la sua Norton 500 cmc vinse, anche se di poco, contro il velivolo Fiat A.S.1 pilotato da Furio Niclot Doglio.
Altre straordinarie imprese vennero portate a compimento in tempi rapidi e con tecniche innovative nel rispetto della tradizione. Per esempio si portarono alla luce importanti reperti archeologici come l’Ara Pacis e le Navi di Nemi. Altra impresa colossale fu l’erezione dell’Obelisco DUX.
La Nazionale di Calcio Italiana vinse i Mondiali nel 1934 in Italia e nel 1938 in Francia.
La Targa Florio (1905) in Sicilia e la Mille Miglia (1927) da Brescia a Roma e ritorno, gare automobilistiche di velocità, che videro protagonisti uomini straordinari come Enzo Ferrari e Tazio Nuvolari. Gare che appassionarono milioni di Italiani e non solo, e che diffusero l’idea dell’automobile Fiat Balilla per tutti.
Alla storia dell’automobile è molto legata Casa Savoia una Dinastia millenaria capace di coniugare tradizione e modernità, sempre al passo con i tempi. Basti pensare agli audaci viaggi in automobile della Regina Margherita di Savoia, che nel 1905 percorreva oltre 5000  Km   in Europa in “soli” 39 giorni “sul fido automobile (al maschile)  Sparviero, una ottima F.I.AT. 24 HP”, così “La Stampa Sportiva” di Torino riportava l’evento, facendo anche riferimento alla sacra immagine d’oro che la Regina commissionò al suo orafoSan Cristoforo preservaci dai pericoli e proteggici dagli incidenti di viaggio!” Ricordiamo anche la figura del Duca degli Abruzzi Luigi di Savoia che nel 1900 compiva la Spedizione  al Polo Nord raggiungendo la massima latitudine artica.  Tra il 1902 e il 1904 affrontava per la terza volta la circumnavigazione del globo a bordo dell’incrociatore Regia Nave Liguria.
Per concludere ricordiamo un’altra grande invenzione estremamente attuale, che dà prova di un’Italia sempre all’avanguardia.
La prima macchina elettrica in Italia fece la sua comparsa nel 1891 in Garfagnana, Toscana, brevettata dal conte Giuseppe Carli di Castelnuovo e progettata dall’ingegnere Francesco Boggio. Una sorta di triciclo a tre ruote, due posti, un motore da un cavallo, velocità di crociera 18 km/h, durata delle batterie circa 10 ore. La cosa non ebbe seguito e l’idea fu nuovamente ripresa nel 1939 e brevettata nel 1941 dagli ingegneri  Ferdinando Bordoni e Mario Ferrero, che riuscirono a realizzare una vettura autarchica. Definita una “vetturetta utilitaria ad accumulatori”, con tre ruote, a due posti con cappottina ribaltabile, silenziosa ed ecologica, con un’autonomia di 100 km e una velocità di 40 km/h. Costruita dall’Azienda Elettrica del Governatorato di Roma, con tubi d’acciaio e tecnica aeronautica.
L’elenco di imprese innovative, compiute nel segno della Tradizione da Noi fin qui esposto, ha il solo obiettivo di sollecitare una riflessione, tale da risvegliare quel sentimento nobile e propositivo, comune al genio italico. Solo ancorati al nostro Glorioso Passato si potrà prendere lo SLANCIO per affrontare Le Sfide del Futuro.

 Piglierà il primo volo il grande uccello
sopra del dosso del suo magno Cecero,
empiendo l’universo di stupore, empiendo di sua fama
tutte le scritture e gloria eterna al nido dove nacque.

(Leonardo da Vinci)

Invitiamo alla lettura di altri Articoli a Nostra Firma pubblicati dall’Agenzia Stampa Consul Press in versione digitale.
La Battaglia del Solstizio. Francesco Baracca
Italo Balbo. Il Palazzo dell’Aeronautica
Italo Balbo. Le trasvolate Oceaniche
La Scienza Italiana da Volta a Marconi

                       Massimo Fulvio Finucci e Clarissa Emilia Bafaro

Condividi:

Centenario Aeronautica, Italo Balbo, L'Ala Littoria, Mito della Velocità