
Mobilità Sostenibile
Scritto da Agostino Agamben il . Pubblicato in Economia e Politica.
A cura di Agostino Agamben
Trasformare il settore automobilistico attraverso l’adozione di veicoli elettrici, la digitalizzazione delle flotte aziendali e la promozione di politiche di mobilità condivisa per un futuro più equo e a basso impatto ambientale.
Nel discorso contemporaneo sulla mobilità sostenibile, un concetto che attraversa politiche, economie e comportamenti individuali, ci si trova sempre di fronte a una contraddizione profonda, che potrebbe definire la sfida principale della nostra epoca: come rendere sostenibile un sistema che è stato costruito intorno all’idea del consumo individuale e della proprietà privata, da un lato, e la necessità di preservare il nostro pianeta e le risorse naturali, dall’altro. La mobilità, in particolare nel contesto urbano, è oggi al centro di questo dibattito. La sua evoluzione appare come uno degli aspetti più complessi della transizione ecologica, ma anche uno dei più urgenti. Tuttavia, quando si affronta il tema della sostenibilità nel settore della mobilità, si deve partire dal principio che non si tratta solo di una questione di “tecnologia verde”, ma di un ripensamento radicale del nostro modello di vita, dei nostri comportamenti, della nostra visione di libertà e di giustizia sociale.
In un mondo dove le problematiche ambientali si fanno sempre più urgenti e il cambiamento climatico si impone come la sfida globale per il futuro, l’industria automobilistica si trova al centro di un imponente processo di trasformazione. La transizione ecologica, cioè il passaggio a modelli economici e tecnologici che riducono l’impatto ambientale, è vista nel settore automotive come la risposta alle crescenti preoccupazioni per le emissioni di CO2 e i danni da inquinamento.
L’auto è da sempre emblema della modernità e della libertà individuale, ma oggi rappresenta anche una delle maggiori cause di inquinamento atmosferico e di emissioni di gas serra. A livello mondiale, il settore dei trasporti è responsabile di circa il 14% delle emissioni globali di gas serra (Fonte: Global Carbon Project, 2021), con l’auto privata che rappresenta la principale fonte di inquinamento nelle aree urbane. I dati dell’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA) mostrano che nel 2020 i trasporti su strada hanno prodotto il 72% delle emissioni totali di CO2 nel settore dei trasporti.
Di fronte a questi dati, l’emergere delle auto elettriche come alternativa alle tradizionali auto a combustione rappresenta una delle soluzioni più concrete per ridurre l’impatto ambientale della mobilità. Tuttavia, la transizione verso una flotta globale di veicoli elettrici (EV) non è priva di sfide. Secondo il rapporto dell’IEA del 2022, le vendite globali di auto elettriche sono aumentate del 108% nel 2021, raggiungendo quasi 6,6 milioni di unità, ma ancora meno del 10% delle vendite mondiali totali di auto. L’impulso alla mobilità sostenibile potrebbe venire, dunque, da politiche globali mirate a ridurre progressivamente la produzione di auto a combustione, con obiettivi fissati per la fine del decennio, come il divieto di vendita di auto a benzina e diesel entro il 2035, già adottato in alcuni paesi europei.
Le sfide però non riguardano solo l’introduzione delle auto elettriche sul mercato. Esse riguardano la costruzione delle infrastrutture necessarie, l’adeguamento delle reti di ricarica e la produzione di batterie che siano davvero sostenibili. Le batterie agli ioni di litio, oggi il cuore delle auto elettriche, comportano infatti un impatto ambientale non trascurabile legato all’estrazione di minerali come litio, cobalto e nickel. È stato stimato che l’estrazione e la produzione di una batteria di veicolo elettrico da 60 kWh emette circa 8 tonnellate di CO2, una quantità che supera l’impronta di carbonio di una auto a combustione interna durante la sua intera vita utile (Fonte: European Environment Agency, 2020). Il miglioramento dei processi di produzione e il riciclaggio delle batterie sono dunque componenti cruciali per rendere veramente sostenibile la transizione.
Se la questione della sostenibilità si può affrontare, come detto, a partire da un ripensamento globale della mobilità, una delle sfide immediate riguarda il consumatore. La domanda più immediata che ci si pone oggi riguarda il vantaggio concreto per l’individuo: quali sono le reali differenze tra auto elettriche e auto tradizionali, e cosa conviene acquistare dal punto di vista ecologico e finanziario?
Sul piano delle performance ambientali, le auto elettriche rappresentano un vantaggio evidente. Se alimentate da fonti di energia rinnovabili, le auto elettriche sono praticamente prive di emissioni dirette di gas serra. A livello globale, si stima che ogni auto elettrica in circolazione riduca le emissioni di CO2 di circa 1,5 tonnellate all’anno, considerando l’energia elettrica media utilizzata nelle principali economie mondiali (Fonte: IEA, 2021). In aggiunta, il ciclo di vita di un’auto elettrica tende ad essere meno dannoso rispetto a quello di un’auto tradizionale, grazie alla minor complessità del motore e al minor numero di componenti soggetti a usura.
Tuttavia, il vantaggio delle auto elettriche non è sempre immediatamente percepibile dal consumatore medio. Infatti, il costo iniziale di un’auto elettrica, soprattutto per modelli di fascia alta come quelli prodotti da Tesla, Audi o BMW, è ancora molto elevato. Secondo i dati di BloombergNEF, il costo di acquisto di un’auto elettrica è in media superiore del 20-30% rispetto a un’auto tradizionale. Solo grazie agli incentivi fiscali e agli sgravi governativi, in alcune regioni si può compensare parte di questo svantaggio.
Inoltre, la disponibilità di infrastrutture di ricarica è un fattore chiave. A livello globale, nel 2020 erano presenti circa 1,3 milioni di punti di ricarica, ma la loro distribuzione è molto disomogenea. In Europa, ad esempio, l’adozione della ricarica elettrica è stata più rapida, con 260.000 punti di ricarica pubblici, ma in molte aree rurali e nei paesi in via di sviluppo l’accesso alle infrastrutture è ancora limitato (Fonte: International Energy Agency, 2021). La velocità con cui queste reti si espanderanno determinerà in gran parte la diffusione delle auto elettriche.
Per quanto riguarda le aziende, il passaggio alla mobilità sostenibile non deve essere visto come una semplice adozione di veicoli elettrici nelle flotte aziendali, ma come parte di una strategia globale che includa efficienza, digitalizzazione e riduzione dell’impatto ambientale. Le politiche aziendali di mobilità sostenibile si traducono in una molteplicità di azioni che vanno ben oltre l’acquisto di auto elettriche: promuovere il car sharing, incentivare l’uso della bicicletta, sviluppare politiche di smart working che riducano il bisogno di spostamenti, sono solo alcune delle soluzioni possibili.
A livello di dati, si stima che nel 2021 oltre 9.000 aziende in Europa abbiano iniziato a implementare politiche di mobilità sostenibile, inclusi sistemi di car sharing aziendali e incentivi per l’uso dei trasporti pubblici (Fonte: European Commission, 2021). Le grandi aziende stanno anche investendo in infrastrutture di ricarica, con colonnine di ricarica in grado di coprire una parte significativa delle esigenze dei loro dipendenti. Per esempio, Tesla, con la sua strategia di vendita di auto elettriche combinate con una rete di ricarica dedicata, ha dimostrato come la sinergia tra prodotto e servizio possa accelerare la diffusione della mobilità elettrica.
Le soluzioni digitali sono altrettanto cruciali. Le aziende stanno implementando sistemi avanzati di gestione della flotta che permettono di monitorare in tempo reale il consumo energetico, ottimizzare i percorsi e ridurre il consumo di carburante. Tecnologie come i QR code, che permettono la gestione integrata della mobilità, sono un esempio di come la digitalizzazione possa rendere più efficiente l’intero ecosistema della mobilità aziendale. La digitalizzazione, infatti, favorisce l’adozione di veicoli a zero emissioni non solo per la propria flotta, ma anche nella gestione della logistica e dei trasporti, riducendo i costi e le emissioni.
Nonostante queste sfide, la spinta verso una mobilità sostenibile sta trovando terreno fertile, soprattutto nelle grandi città e nei contesti aziendali. Secondo i dati di mercato, la flotta di veicoli elettrici (EV) e veicoli elettrici ibridi plug-in (PHEV) sta registrando una crescita esponenziale. Nel 2022, le vendite globali di veicoli elettrici sono aumentate del 55% rispetto all’anno precedente, con circa 10,5 milioni di veicoli venduti, pari al 13% del totale delle vendite automobilistiche globali. Di questi, circa il 70% erano auto completamente elettriche (EV), mentre il restante 30% erano PHEV. Questo segna un passo fondamentale verso l’obiettivo globale di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e contribuire alla transizione energetica del settore automobilistico (Fonte: International Energy Agency, 2022).
In Italia, le flotte aziendali stanno rispondendo positivamente a questa spinta ecologica. Le aziende italiane, spinte anche dagli incentivi statali e dalle normative europee, stanno progressivamente sostituendo le loro flotte di veicoli tradizionali con modelli elettrici e ibridi. Nel 2021, il 23% delle nuove immatricolazioni di auto aziendali sono state elettriche o ibride, con un picco del 30% nel primo trimestre del 2022, secondo i dati di UNRAE (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri).
L’adozione crescente dei veicoli elettrici da parte delle flotte aziendali è supportata dalla necessità di ridurre le emissioni di CO2, ma anche dal risparmio sui costi operativi. In effetti, sebbene il prezzo iniziale di un’auto elettrica sia ancora superiore rispetto a un veicolo tradizionale, le spese di gestione a lungo termine sono significativamente più basse. Secondo uno studio condotto da BloombergNEF, il costo totale di proprietà di un veicolo elettrico (TCO) può essere inferiore fino al 30% rispetto a quello di un’auto tradizionale, grazie al minore costo di manutenzione, al minor consumo di energia e all’assenza di costi per carburante fossile. Questo rende l’adozione dei veicoli elettrici una scelta vantaggiosa per molte aziende, soprattutto quelle con flotte di veicoli che percorrono distanze significative.
Le aziende che adottano una politica di mobilità sostenibile devono affrontare non solo la questione della transizione al veicolo elettrico, ma anche quella della gestione complessiva della mobilità. Un aspetto fondamentale è la digitalizzazione, che consente di ottimizzare i percorsi e ridurre l’impatto ambientale. Sistemi di gestione intelligente delle flotte aziendali, basati su tecnologie digitali, permettono di monitorare in tempo reale le abitudini di guida, analizzare i dati sul consumo di energia e migliorare l’efficienza del trasporto.
Le soluzioni basate su piattaforme digitali come i QR code, utilizzati per la gestione delle flotte e per la pianificazione dei viaggi, rappresentano un esempio di come la tecnologia possa essere impiegata per supportare la transizione ecologica. La possibilità di caricare in tempo reale le informazioni sui veicoli, monitorare la carica della batteria, suggerire il percorso più efficiente o trovare la stazione di ricarica più vicina sta diventando una consuetudine per le aziende che puntano a ridurre l’impatto ambientale delle loro operazioni logistiche.
Inoltre, l’introduzione di tecnologie avanzate per il monitoraggio del consumo di energia dei veicoli e l’ottimizzazione della loro gestione consente di ridurre il consumo di carburante e le emissioni. L’uso di algoritmi predittivi basati su intelligenza artificiale (IA) permette di analizzare i dati storici e suggerire soluzioni personalizzate per ridurre i costi operativi, migliorando al contempo l’efficienza della flotta. Ad esempio, molte aziende stanno implementando soluzioni che permettono di ricaricare i veicoli durante la notte, quando la domanda di energia è più bassa e il costo dell’elettricità è ridotto, massimizzando così l’efficienza energetica e abbattendo i costi.
L’integrazione di queste soluzioni digitali con le politiche aziendali di mobilità sostenibile permette di ottenere non solo risparmi economici, ma anche di contribuire attivamente alla riduzione delle emissioni di CO2. Le aziende che investono nella digitalizzazione dei propri sistemi di trasporto sono quindi in grado di ottenere vantaggi competitivi, migliorare la propria reputazione aziendale e ottenere un ritorno economico nel medio-lungo periodo.
La mobilità sostenibile non può essere vista come un’iniziativa isolata, ma deve essere integrata in modo trasversale nei modelli di business aziendali. Le aziende devono considerare la sostenibilità come un fattore strategico che permea tutte le fasi della loro attività. La mobilità sostenibile può diventare, infatti, un motore di innovazione e crescita se integrata con politiche di gestione dei rifiuti, efficienza energetica e responsabilità sociale d’impresa (CSR).
Le soluzioni di mobilità condivisa, come il car sharing e il car pooling, sono altre leve per ridurre l’impatto ambientale delle flotte aziendali. Le aziende che promuovono la mobilità condivisa riducono non solo i costi operativi legati alla gestione della flotta, ma contribuiscono anche a un cambiamento culturale che promuove la collaborazione e la riduzione del consumo di risorse.
In molte grandi città europee, ad esempio, le amministrazioni locali stanno collaborando con le aziende per integrare i sistemi di car sharing nelle loro politiche di trasporto pubblico, creando reti di mobilità condivisa che facilitano l’accesso ai veicoli elettrici a una fascia più ampia di persone. La creazione di sistemi intermodali che combinano trasporti pubblici, car sharing ed e-bike sharing è una delle soluzioni più promettenti per ridurre la congestione del traffico e l’inquinamento nelle aree urbane.
Se la crescita delle auto elettriche e delle flotte aziendali di veicoli a basso impatto ambientale è un dato innegabile, la vera sfida riguarda la capacità di fare evolvere l’intero sistema di mobilità verso una logica più sostenibile e collettiva. In futuro, il concetto di mobilità potrebbe essere progressivamente legato non tanto al possesso del mezzo, ma all’accesso ad esso attraverso modalità di condivisione. La domanda di “mobilità come servizio” (MaaS), che integra diversi mezzi di trasporto in un’unica piattaforma digitale, è destinata a crescere.
Inoltre, le politiche pubbliche avranno un ruolo cruciale nel supportare e accelerare questa transizione. I governi dovranno incentivare non solo l’acquisto di veicoli elettrici, ma anche la creazione di infrastrutture di ricarica efficienti e diffuse. Al contempo, dovranno promuovere politiche di pianificazione urbana che favoriscano l’uso di mezzi di trasporto sostenibili, la ciclabilità e l’utilizzo del trasporto pubblico, riducendo la dipendenza dalle auto private.
Le nuove tecnologie, come i veicoli a guida autonoma e l’intelligenza artificiale, potrebbero inoltre rivoluzionare il modo in cui concepiamo la mobilità. Se ben integrate, queste tecnologie potrebbero contribuire a ridurre le congestioni, ottimizzare i percorsi e ridurre ulteriormente le emissioni, creando sistemi di trasporto sempre più efficienti e sostenibili.
Il concetto di mobilità sostenibile non deve essere inteso come un singolo obiettivo da raggiungere, ma come una visione a lungo termine che implica un cambiamento radicale nelle nostre abitudini, nei nostri comportamenti e, in ultima analisi, nelle strutture economiche e politiche che governano le nostre società. La vera sfida consiste nel passare da una mobilità individuale, basata sulla proprietà privata, a una mobilità collettiva e condivisa, che sia equa, accessibile e rispettosa dell’ambiente.