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Nuova Architettura Globale

Scritto da Ottavia Scorpati il . Pubblicato in .

A cura di Ottavia Scorpati

BRICS e stanno plasmando un sistema alternativo al dominio occidentale, integrando progresso scientifico, transizione energetica e cooperazione strategica.

Il gruppo BRICS, formato da Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, si presenta come una delle realtà più dinamiche e significative nell’attuale scenario geopolitico ed economico globale, configurandosi come un polo emergente di potere e influenza che sfida la tradizionale egemonia delle potenze occidentali. Nel corso degli ultimi anni, e in particolare fino al 2024, i BRICS hanno intensificato e approfondito la loro cooperazione, con l’obiettivo ambizioso di costruire un sistema finanziario autonomo e indipendente dal dollaro statunitense, che da decenni rappresenta la valuta di riserva internazionale predominante. Questo tentativo di rompere la dipendenza dal dollaro non è un semplice atto di ribellione economica, bensì un progetto strategico complesso e multilivello, volto a costruire una nuova architettura monetaria globale che possa ridurre la vulnerabilità dei paesi membri rispetto agli squilibri e ai condizionamenti imposti da un sistema monopolistico.
La spinta verso questa autonomia strategica si intreccia con un più ampio programma di sviluppo che coinvolge non solo la finanza ma anche la scienza, la tecnologia, l’energia e la politica, delineando un modello di sviluppo multipolare, sostenibile e innovativo. La volontà dei BRICS di affrancarsi dalla supremazia del dollaro rappresenta infatti un desiderio profondo di sovranità economica, che nasce da considerazioni geopolitiche ma anche da una consapevolezza crescente delle opportunità offerte dal progresso scientifico e tecnologico. I paesi del gruppo non si limitano a rivendicare un ruolo più equilibrato nel sistema economico globale, ma puntano a trasformare radicalmente i propri ecosistemi produttivi e infrastrutturali, investendo con decisione nelle energie rinnovabili, nelle innovazioni tecnologiche avanzate e nella ricerca scientifica.
Il sistema finanziario globale, tradizionalmente dominato dal dollaro statunitense, facilita le transazioni commerciali internazionali, gli investimenti e la gestione delle riserve monetarie da parte delle banche centrali, conferendo agli Stati Uniti una leva economica e politica di straordinaria importanza. Questa egemonia si traduce in un potere reale che consente agli USA di imporre sanzioni, regolare i flussi finanziari e influenzare le politiche economiche mondiali per tutelare i propri interessi. Tuttavia, i BRICS hanno cominciato a creare strumenti alternativi per ridurre questa dipendenza, con l’obiettivo di costruire un sistema finanziario più resiliente, capace di proteggere le economie dei paesi membri dalle oscillazioni e dalle tensioni geopolitiche connesse all’egemonia americana. Un esempio concreto di questa strategia è rappresentato dalla Nuova Banca di Sviluppo (NDB), istituzione che ha assunto un ruolo centrale nel finanziamento di progetti infrastrutturali e di sviluppo sostenibile all’interno dei paesi BRICS, con un’attenzione crescente alle tecnologie verdi e alle fonti energetiche rinnovabili.
Il Sudafrica ha potuto beneficiare direttamente di questi investimenti, assistendo a un aumento rilevante nell’adozione di tecnologie come i pannelli solari fotovoltaici e altre forme di energia pulita. Tali iniziative non solo stimolano la crescita economica locale, ma rappresentano anche un esempio concreto di come la rivoluzione energetica possa essere coniugata con l’autonomia finanziaria, offrendo un’alternativa reale alla storica dipendenza da combustibili fossili e dai sistemi energetici tradizionali. In questo contesto, la scienza e la tecnologia assumono un ruolo centrale: l’energia solare viene convertita in elettricità grazie all’effetto fotovoltaico nei semiconduttori, principalmente basati sul silicio, e i recenti progressi tecnologici hanno migliorato significativamente l’efficienza di questi sistemi, rendendo l’energia solare competitiva anche in aree climatiche precedentemente considerate poco adatte.
L’India, con la sua immensa popolazione e la forte esposizione agli effetti dei cambiamenti climatici, ha adottato con entusiasmo queste tecnologie, integrandole in reti intelligenti (smart grids) che includono sistemi avanzati di accumulo energetico basati su batterie agli ioni di litio. Queste batterie sfruttano sofisticate reazioni chimiche e il movimento controllato degli ioni attraverso elettroliti solidi o liquidi, garantendo un’efficiente conservazione dell’energia e risolvendo così il problema dell’intermittenza tipica delle fonti rinnovabili. Il contributo della chimica è cruciale: la ricerca su materiali innovativi, come i perovskiti — cristalli con proprietà ottiche ed elettriche superiori al silicio — promette di rivoluzionare sia i pannelli solari sia le batterie, con efficienza maggiore e costi più bassi. Questi progressi vengono rapidamente integrati nelle strategie nazionali di transizione energetica, dimostrando come la scienza fondamentale e applicata sia al centro delle ambizioni geopolitiche e di sviluppo dei BRICS.
Accanto al settore energetico, la biologia applicata emerge come un campo chiave di innovazione all’interno dei BRICS. Paesi come India e Brasile si sono affermati come leader nel settore delle biotecnologie agricole, combinando avanzamenti genetici e tecnologie di editing del DNA, come CRISPR-Cas9, per migliorare la produttività e la sostenibilità delle coltivazioni. Queste tecnologie consentono di modificare con estrema precisione il patrimonio genetico delle piante, rendendole resistenti a parassiti, malattie e mutamenti climatici. Il risultato è una maggiore sicurezza alimentare, con un impatto economico strategico: un’agricoltura più efficiente e sostenibile rafforza le economie interne, incrementa le esportazioni e riduce la dipendenza da importazioni, migliorando così la bilancia commerciale dei paesi membri. Le innovazioni biotecnologiche si inseriscono dunque in un quadro più ampio di indipendenza economica e di costruzione di un sistema finanziario globale alternativo.
Nonostante questi progressi e la volontà di cooperazione, i BRICS devono fare i conti con profonde disparità economiche, sociali e infrastrutturali che rendono complesso il percorso verso una vera autonomia tecnologica e finanziaria. La Cina domina il gruppo in termini di dimensioni economiche e capacità tecnologiche, consolidando un ruolo di leadership in settori come l’intelligenza artificiale, la robotica e la produzione industriale avanzata. Al contrario, paesi come Sudafrica e Brasile affrontano sfide strutturali di rilievo, tra cui disuguaglianze sociali persistenti, infrastrutture spesso insufficienti e instabilità politica interna. Queste differenze rappresentano un freno alla coesione del gruppo, che pure necessita di unità per promuovere riforme globali efficaci e durature. Tuttavia, la consapevolezza di vivere in un mondo sempre più multipolare e la percezione di interessi comuni spingono i membri a sviluppare strategie collaborative, dalla cooperazione in progetti scientifici e tecnologici comuni alla condivisione di tecnologie green, fino all’adozione di sistemi multilaterali di compensazione che aggirano il dollaro nelle transazioni commerciali.
Uno degli argomenti più dibattuti riguarda la possibilità di creare una valuta comune BRICS o, almeno, un sistema multilaterale di compensazione finanziaria che possa competere con il predominio della valuta americana. Sebbene una moneta unica appaia ancora lontana e complessa da realizzare, si sono sviluppate piattaforme digitali e sistemi di pagamento basati su tecnologie blockchain, che garantiscono trasparenza, sicurezza e decentralizzazione delle transazioni. Queste tecnologie rappresentano una potenziale rivoluzione nel modo in cui i BRICS potrebbero realizzare un sistema finanziario più resiliente, meno dipendente dalle infrastrutture tradizionali controllate dalle potenze occidentali. Cina e Russia, in particolare, investono risorse significative nello sviluppo di valute digitali delle banche centrali (CBDC), strumenti progettati per facilitare pagamenti transfrontalieri rapidi, sicuri e a basso costo, superando i limiti dei metodi tradizionali.
La possibile creazione di un sistema multilaterale di scambio basato su CBDC interoperabili segnerebbe una svolta epocale, con un impatto profondo non solo sulle dinamiche economiche globali, ma anche sull’equilibrio geopolitico mondiale. Ma la trasformazione tecnologica dei BRICS non si limita all’ambito energetico e finanziario: la chimica dei materiali avanzati costituisce un altro settore cruciale per le strategie del gruppo. I paesi investono nella ricerca e nello sviluppo di materiali compositi innovativi destinati all’industria aerospaziale, automobilistica e chimica, puntando su catalizzatori più efficienti e processi produttivi a basso impatto ambientale. La Russia, con le sue risorse naturali e la sua tradizione scientifica, lavora su processi chimici per materiali sostenibili, mentre il Brasile si concentra sulle bioplastiche e materiali biodegradabili prodotti da risorse rinnovabili. Questi progressi tecnologici sono fondamentali per ridurre la dipendenza dalle importazioni di tecnologie e materiali strategici, incrementando così l’autonomia tecnologica e industriale del gruppo.
La convergenza tra scienza e tecnologia nei BRICS riflette una visione che va oltre la semplice rivalità finanziaria e geopolitica: la competizione globale si sta spostando sempre più verso l’innovazione scientifica, che è la chiave per generare ricchezza, sviluppo sostenibile e stabilità politica. In questa prospettiva, il progetto BRICS non si limita a cercare alternative monetarie, ma vuole costruire un sistema di cooperazione internazionale nel quale la scienza e la tecnologia siano leve fondamentali per rafforzare l’autonomia strategica e promuovere uno sviluppo equo e sostenibile. Se questi sforzi avranno successo, potranno aprire la strada a una nuova era caratterizzata da multipolarità e pluralismo globale, basata su principi più equilibrati di sviluppo e cooperazione.
La Cina, in particolare, emerge come il vero motore economico del gruppo, con un prodotto interno lordo che supera di gran lunga la somma di quello degli altri membri. Tuttavia, questa leadership cinese genera diffidenze tra gli altri partner, che temono che un’eccessiva egemonia possa tradursi in squilibri decisionali e subordinazione degli interessi nazionali più piccoli. Sul piano geopolitico, i BRICS cercano di configurarsi come contrappeso alle alleanze occidentali tradizionali, come la NATO, e ai sistemi finanziari dominati dalle potenze occidentali. La Russia, nonostante le pesanti sanzioni imposte in seguito al conflitto in Ucraina, continua a partecipare attivamente al gruppo, vedendolo come uno spazio strategico per rafforzare la propria influenza internazionale e mitigare il proprio isolamento dall’Occidente. Il Sudafrica, pur meno potente dal punto di vista economico, svolge un ruolo cruciale di ponte per l’accesso all’Africa, continente ricco di risorse naturali e con un potenziale di sviluppo futuro straordinario.
L’espansione del gruppo BRICS rappresenta un altro aspetto di grande rilevanza e da seguire con attenzione. Nel 2023, i BRICS hanno annunciato la volontà di allargare il numero dei membri, con richieste di adesione provenienti da paesi come Arabia Saudita, Iran, Egitto e diverse nazioni africane e asiatiche. Questa espansione mira a rafforzare la legittimità politica e la base economica del gruppo, trasformandolo in un’alleanza più rappresentativa del cosiddetto “Sud Globale”. Tuttavia, l’ingresso di nuovi membri comporta sfide ulteriori in termini di coesione interna e capacità di definire una strategia comune condivisa, visto che le divergenze culturali, economiche e politiche rischiano di aumentare.
Un punto cruciale nella strategia BRICS è la creazione di sistemi di pagamento alternativi a quelli tradizionali dominati dalle reti occidentali come SWIFT. La Russia, esclusa da SWIFT a causa delle sanzioni, ha accelerato lo sviluppo di sistemi di pagamento alternativi, che potrebbero essere adottati più ampiamente dai membri BRICS per facilitare il commercio bilaterale attraverso valute locali o monete digitali sovrane. La Cina spinge inoltre per una maggiore internazionalizzazione dello yuan, supportata dalla diffusione del Digital Yuan, una valuta digitale che potrebbe giocare un ruolo determinante nella riduzione della dipendenza dal dollaro. L’utilizzo crescente di criptovalute e valute digitali sovrane rappresenta una frontiera strategica e tecnologica per i BRICS, potenzialmente capace di offrire maggiore autonomia nella gestione delle transazioni internazionali, riducendo costi, tempi e vulnerabilità dei sistemi finanziari tradizionali. Tuttavia, l’adozione di queste nuove tecnologie deve affrontare sfide complesse legate alla fiducia, alla regolamentazione e all’integrazione con i mercati finanziari globali.
Sul piano commerciale, i BRICS hanno cercato di intensificare la cooperazione interna, promuovendo accordi bilaterali e multilaterali volti a ridurre la dipendenza dai mercati occidentali. Il commercio intra-BRICS è cresciuto costantemente negli ultimi anni, trainato soprattutto dalla Cina, che è diventata il principale partner commerciale degli altri membri. Questo rafforza i legami economici interni ma mette anche in evidenza il persistente squilibrio tra le economie del gruppo, con una Cina nettamente predominante, il che può alimentare tensioni e richiede politiche di gestione equilibrata per evitare divisioni o frammentazioni.
La pandemia di COVID-19 ha rappresentato un banco di prova importante per la resilienza e la solidarietà all’interno dei BRICS. La necessità di coordinare risposte sanitarie ed economiche ha stimolato forme di cooperazione nuove e più profonde, ma ha anche messo in luce le differenze nei livelli di sviluppo e capacità di investimento pubblico tra i paesi membri. L’emergenza sanitaria ha inoltre evidenziato la vulnerabilità delle catene globali di approvvigionamento, spingendo i BRICS a riflettere su strategie di diversificazione produttiva e di autonomia industriale.
I BRICS rappresentano una pluralità di regimi politici e orientamenti che rendono complicata la definizione di un’agenda condivisa. La democrazia liberale di India, Brasile e Sudafrica convive con regimi autoritari come Cina e Russia, dando vita a contraddizioni che emergono nelle negoziazioni e nelle decisioni di gruppo. Questa diversità limita la capacità del blocco di agire con un fronte unito su temi come la governance globale, i diritti umani e le politiche di sicurezza internazionale.
La ricerca di una nuova architettura finanziaria da parte dei BRICS si colloca in un contesto globale segnato da un crescente multipolarismo e dalla crescente contestazione del modello occidentale di ordine mondiale. L’iniziativa ha trovato terreno fertile anche nel protagonismo crescente di altri attori emergenti e nella revisione delle alleanze tradizionali, segnando una fase di transizione che potrebbe modificare profondamente le dinamiche geopolitiche e le regole economiche internazionali.
Un elemento decisivo per il successo o il fallimento di questa prospettiva sarà la capacità dei BRICS di superare le proprie divisioni interne e di costruire un sistema finanziario alternativo che sia credibile, efficiente e sostenibile nel lungo periodo. La creazione di una riserva comune, la stabilizzazione delle valute locali e la costruzione di infrastrutture finanziarie autonome sono obiettivi ambiziosi che richiedono elevati livelli di coordinamento, cooperazione e fiducia reciproca.
Il percorso dei BRICS verso una nuova architettura finanziaria rappresenta una sfida epocale, non solo per i paesi membri ma per l’intero sistema economico mondiale. Se riusciranno a consolidare la loro influenza economica e politica, i BRICS potrebbero ridisegnare le regole del gioco globale, favorendo un ordine multipolare più equilibrato e inclusivo. Tuttavia, i rischi legati a tensioni interne, disparità economiche e pressioni esterne restano elevati, e il successo di questa trasformazione dipenderà dalla capacità del gruppo di coniugare visioni strategiche, innovazioni finanziarie e diplomazia efficace in un mondo in rapido cambiamento, segnato da sfide globali complesse come la sostenibilità ambientale, la sicurezza energetica e l’equità economica internazionale.

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