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PMI: 8 azioni concrete che puoi compiere ora.

di Gabriele Felice

Vedere | Programmare | Agire.

Il Coronavirus è diventato una tragedia per l’umanità più per come è stato gestito che per altro. Gestione che ha determinato la più grave crisi economica dal dopoguerra secondo alcuni ma che per altri raggiungerà e supererà quella del 1929. Uno shock senza precedenti che ha implicazioni di magnitudo globale, non solo a livello sanitario, ma anche sociale, politico, economico e geopolitico. È bene ricordare che l’Italia, dopo la Cina, è stata tra i paesi più colpiti dall’emergenza sanitaria ma soprattutto economica.

È facile quindi prevedere che andiamo verso mondi sconosciuti, nel quale interi settori, vedi horeca, fashion e turismo, rischiano di collassare. Tutto ciò ci impone freddezza, razionalità, visione, programmazione e azione. Il nuovo mondo richiede una apertura mentale, una flessibilità, una creatività e un vero e proprio nuovo “mindset” per una ridefinizione di business model.

Ma partiamo dall’inizio:

Qualcuno aveva capito dall’inizio del contagio in Cina che sarebbe stato un maledetto problema? Tra i pochissimi che l’avevano compreso Paul Singer, il 75-enne fondatore del fondo Elliott, che il 1° febbraio 2020 aveva messo in allerta i suoi collaboratori, 473 professionisti sparsi per il mondo, segnalando che il virus era già subdolamente in circolo tra i soggetti asintomatici, consentendo al fondo di prendere opportune misure e chiudere il primo trimestre con un risultato ancora positivo del 2%.

Osservando le modalità di diffusione del contagio ma soprattutto le drammatiche immagini e notizie che trapelavano dalla Cina non era una previsione così difficile da fare. Un nostro difetto è che ci basiamo su esperienza e opinioni ma per liberare invece tutta la potenza del nostro pensiero dobbiamo guardare ai fatti. Se si guardasse ai fatti tutto sarebbe più facile da inquadrare e risolvibile!

Serve elasticità per “aggiustare il tiro” quando necessario, razionalità, equilibrio e visione capaci di prevedere scenari e di ridefinire obiettivi, priorità e strategie. La capacità di comunicare tutto questo con empatia, trasparenza e positività, indicando la via verso la “terra promessa”, sarà la caratteristica essenziale per chi ha e avrà funzioni di governo.

Un po’ come fece Colombo con i suoi marinai.

Questo è un aspetto di metodo che ritengo essenziale ed è alla base di queste brevi riflessioni che con voi condivido.

Per alcuni non si può immaginare quello che sarà il futuro perché troppi sono i fattori e le variabili in campo ma credo che delle considerazioni, delle valutazioni di scenari possibili si possono comunque fare sulla base dei dati che abbiamo.

Nelle situazioni complesse è inutile prendere in considerazione ciò che non dipende da noi. Più produttivo è chiedersi: cosa posso fare ora nelle condizioni date, con le risorse e le informazioni che ho a disposizione? Questo credo sia l’approccio giusto: troppo impattante la crisi per preoccuparci di fattori sui quali non possiamo minimamente incidere come il covid, la guerra o le decisioni che prenderà il governo. Molti dicono che il fattore tempo possa fare la differenza fra il vivere e il morire di un’impresa. Vero, peccato che il tempo sia già scaduto da quel dì. 

Quindi amici miei non vi parlerò di covid, guerra, dati macroeconomici, possibili azioni che il governo dovrebbe e potrebbe fare ma di ciò che verosimilmente ci aspetta e di come possiamo provare ad affrontarlo.

▪ Come sta impattando lo tsunami economico

▪ Cosa ci aspetta nel breve medio periodo

▪ Vedere, Programmare e Agire

Come sta impattando lo tsunami economico:

Una premessa: meglio una brutta verità che una bella bugia.

Solo la verità ci permette di vedere in faccia il problema, di affrontarlo e provare a trovare delle possibili soluzioni.

La crisi impatta in maniera diversa da settore a settore: se in molti settori come quelli dei viaggi, auto e moto, abbigliamento e fashion, accessori, lusso, alberghi, strutture ricettive in genere e turismo, arredamento, sport, cultura, tempo libero, vivaismo, cura della
persona, medicina non essenziale, eventi, carburanti, ristorazione, retail, manifatturiero e prodotti e servizi per le imprese è devastante, in altri si ha un decollo verticale come mai prima (farmaceutico sanitario, difesa, hi-tech, alimentari, digitale, delivery, telco…).

Quindi non tutta la popolazione si sta impoverendo, né tutte le aziende. Chi lavora nei settori coinvolti, chi è dipendente, soprattutto se in smart working, migliora il livello dei propri risparmi, perché ha evidentemente minori spese. Gli investitori privati che hanno liquidità possono oggi investire e acquistare aziende e quant’altro a prezzi da stralcio come mai prima con buone prospettive di plusvalenze. Assistiamo e assisteremo quindi sempre di più ad una polarizzazione del mercato.

Esempio: se il business aziendale ieri era la ristorazione, oggi si guarda immediatamente al delivery dei pasti pronti pensando che sia la panacea di tutti i mali. Non è così anche perché con lo smart-working tanti uffici grandi e piccoli vengono meno e con loro viene meno buona parte della clientela con cui tanti esercizi commerciali come bar, mense, ristoranti ecc. lavoravano. È evidente quindi che alcuni ce la faranno ad attraversare il tunnel tanti altri no e anche quelli che lo attraverseranno si troveranno con un mercato fortemente indebolito, impoverito, polarizzato e sensibilmente ridotto.

Discorsi analoghi valgono per tutti i settori prima menzionati. Molti stanno alla finestra cercando di capire fino a quando e a che punto avremo questa restrizione all’attività economica, quanto, come e dove si contrarrà la domanda. Un approccio decisamente sbagliato che ci fa perdere opportunità che pur ci sono e tempo.

Cosa ci aspetta nel breve medio periodo:

L’emergenza virus ha innescato una trasformazione epocale senza pari prima. Non avremo un ritorno alla normalità ma approderemo a un nuovo mondo. Come sarà questo nuovo mondo dipenderà anche da noi. Sicuramente un primo scenario è possibile tracciarlo sulla base del quale ogni azienda, ogni imprenditore costruirà il suo di scenario, che sarà via via modificato sulla base dei nuovi dati e feedback ricevuti. Qui ci limitiamo a tirare le linee essenziali:

una polarizzazione della società fra chi ha e chi non ha da un punto di vista economico, patrimoniale e tecnologico; 

polarizzazione delle aziende: le aziende deboli diventeranno probabilmente più deboli, quelle forti più forti. Quelle maggiormente diversificate (e più presenti nei settori favoriti dal COVID), economicamente più forti e strutturate, più digitali avranno più chances. 

Rivoluzione dello scenario competitivo internazionale: i Paesi meglio organizzati, capaci di vision e programmazione prevarranno sugli altri; noi non stiamo messi bene, lo sappiamo… basta raffrontare il sistema francese e tedesco con quello italiano.

Capacità dei governi di sostenere e riprogrammare il proprio sistema economico; equità nel farlo bilanciando i diversi impatti tra i settori ma avendo ben chiaro quelli che saranno i settori trainanti e sui quali puntare e investire;

 

Differenze nella domanda:

Aumenteranno le diseguaglianze economiche: nei redditi, patrimoni, know-how determinando una polarizzazione della società.

Nuove sensibilità si affermeranno (vedi il green piuttosto che il solidale per un consumo responsabile) determinando e creando nuove aree di mercato;

nuovi mercati praticamente illimitati per le aziende che investono nella digitalizzazione, nel customer care e nella logistica;

Si avranno nuovi buyers, nuovi clienti, soprattutto nuove tipologie di clienti;

Incremento dei canali di vendita digitali e marketplace.

La crisi innescherà un cambiamento dei processi produttivi e della globalizzazione sulla base della manifesta insostenibilità dell’attuale sistema: green economy, economia circolare, local economy e institutional economy caratterizzeranno il prossimo futuro.

Pensiero esponenziale: mai così tante persone, competenze, conoscenza, comunicazio- ne, tecnologia, mai un pianeta così uniti e accomunato dallo stesso problema. Può rap- presentare una straordinaria opportunità ed è sicuramente uno dei fattori di cui tener conto.

Finanza: crescite e fallimenti porteranno all’aggregazione per settore e per filiera, ma anche favoriranno la crescita di start-up per i più competenti, connessi e operosi;

La creazione di nuovi business model proseguirà a ritmo accelerato fino al termine della crisi, con esiti imprevedibili.

Il punto d’arrivo: il punto d’arrivo è un nuovo mondo in cui il reset economico determinerà nuove gerarchie, nuove leadership e se da una parte questo tsunami economico non può non spaventarci, dall’altro dobbiamo essere consapevoli del fatto che puòrappresentare un’opportunità epocale a patto che si abbiano: coraggio, apertura, flessibilità, intraprendenza e, come diceva San Bernardino, efficienza, responsabilità, laboriosità ma soprattutto assunzione del rischio.

Vedere, Programmare e Agire:

Si tratta, allora, di comporre una mappa in cui riposizionare il proprio business e capire come e dove indirizzarlo.

Non preoccupiamoci come detto dei fattori che non possiamo controllare e concentriamoci su ciò che possiamo fare a prescindere dal contesto.

Ecco 8 azioni che un imprenditore sulla base del nuovo scenario che si prospetta può iniziare a fare fin da subito:

1 Identifichiamo i nuovi clienti, nuove tipologie e sensibilità;
2 identifichiamo i nuovi bisogni;
3 identifichiamo nuovi possibili canali e modelli di business;
4 Stiamo online: sia che si operi in ambito Servizi, Consumer o B2B, il primo step da compiere è quello di digitalizzare la propria offerta, cioè consentirle di superare i vincoli spaziali e di operatività fisica;
5 Stiamo sui Marketplace quando possibile: Amazon tutta la vita per i prodotti. Le piattaforme di settore come The Fork per i servizi ne è un esempio;
6 Eccellenza o quantità: offrite un prodotto o servizio eccellente altrimenti puntate sulla quantità tramite processi aggregativi (reti di impresa, consorzi, joint ventures…); l’internazionalizzazione avrà come parola d’ordine per le PMI: aggregazione;
7 Altra parola d’ordine: Customer Care. Il valore aggiunto che farà la differenza con il cliente creando fiducia, soddisfazione, fidelizzazione;
8 Prepararsi all’aggregazione (reti di impresa, consorzi, joint ventures non importa) per affrontare un mercato in cui di nicchie, soprattutto in alcuni settori, ce ne saranno veramente poche e per interloquire con i nuovi buyers, istituzionali, intergovernativi e internazionali che si siederanno al tavolo solo con realtà strutturate.
Queste le 8 azioni concrete da compiere, senza contare su nulla, nessuno e a prescindere da covid e guerra su cui lavorare assiduamente e investire. Non andrà tutto bene ma sicuramente rinasceremo più forti e migliori di prima.

 

Gabriele Felice

ITALIAN STORE WORLD

 

Bibliografia:

L’internazionalizzazione delle imprese familiari al tempo del Covid- Corriere.it

Orizzonte 2027: quale mondo e quale Italia? – ISTAO

Mercati emergenti, perché è importante non sprecare la crisi da Covid-19 – MilanoFinanza.it

La business continuity ai tempi della Covid-19: strategie e nuovi modelli organizzativi – Cyber Security 360

Impatto del COVID-19 sul business – Accenture in Italia
 

 

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