
“Rivoluzione della Mobilità”
Scritto da Agostino Agamben il . Pubblicato in Economia e Politica.
a cura di Agostino Agamben
Il settore automobilistico sta vivendo una trasformazione epocale, dove l’innovazione tecnologica e le politiche ambientali convergono per ridisegnare le dinamiche globali. Dalla crescente adozione della mobilità elettrica alle sfide legate all’automazione e alla sostenibilità, le aziende devono adattarsi a un mondo in cui la proprietà dell’auto è messa in discussione e l’esperienza di mobilità diventa sempre più condivisa e interconnessa. In questo contesto, non si tratta più solo di produrre veicoli, ma di creare ecosistemi intelligenti che riflettono i cambiamenti economici, sociali e ambientali del nostro tempo.
Nel cuore della trasformazione economica globale, il settore automobilistico sta attraversando una metamorfosi senza precedenti, plasmata da dinamiche tecnologiche, politiche, sociali e ambientali che riscrivono le regole del gioco. Le rotte del commercio dell’auto, un tempo tracciate da linee ben definite e tradizioni industriali consolidate, oggi si snodano in direzioni molteplici, in un intreccio tra mobilità elettrica, innovazione digitale, e una crescente enfasi sulla sostenibilità. Non è solo una questione di motori elettrici, auto autonome e guida senza pilota; è un processo che abbraccia l’intero ecosistema della mobilità, dalle città alle infrastrutture, dalla gestione dei dati alle politiche industriali. Eppure, ciò che emerge come filo conduttore è la continua e inesorabile ridefinizione del concetto stesso di auto, dei modelli di business che la sorreggono e delle economie globali che, in maniera spesso imprevedibile, ne dettano il destino.
Nel 2025, il commercio globale dell’auto non è più dominato dai tradizionali giganti industriali. Le vecchie logiche di mercato, che vedevano le multinazionali come protagoniste incontrastate, hanno fatto posto a un campo di gioco radicalmente trasformato. È un mondo dove l’innovazione tecnologica non solo ha preso piede, ma ha iniziato a governare la trasformazione in modo talmente fluido e vorticoso che nemmeno le stesse imprese storiche riescono a tenere il passo. I dati parlano chiaro: nel 2023, le vendite di veicoli elettrici (EV) hanno registrato una crescita del 50% rispetto all’anno precedente, un balzo significativo che ha preannunciato l’irruzione di un nuovo paradigma. L’Unione Europea, ad esempio, si prepara a una decarbonizzazione totale del settore automobilistico entro la metà del secolo, con una strategia che vede l’elettrificazione come punto nodale della sua politica ambientale.
La Cina ha consolidato il suo ruolo di leader nel mercato delle auto elettriche, con una quota di vendite di EV che ha superato il 50% a livello nazionale. L’industria automobilistica cinese non solo guida la produzione di veicoli elettrici, ma sta anche diventando il principale attore nel campo delle batterie, dei veicoli autonomi e della guida connessa. La nuova via della seta, in un certo senso, si snoda lungo un percorso segnato da giganti tecnologici che non hanno paura di reinventarsi, ma anche da politiche industriali che mirano a dominare i mercati globali. La Cina si prepara, con un piano ambizioso, a vietare la vendita di veicoli a combustibili fossili entro il 2035, segnando una rotta chiara verso un futuro totalmente elettrico. Questo non è solo un cambiamento industriale; è un segno tangibile di come la geopolitica, attraverso la spinta alla transizione ecologica, ridefinisca le regole del commercio internazionale.
La digitalizzazione e l’automazione sono le colonne portanti di questa evoluzione. Non si tratta solo di macchine che funzionano in modo autonomo, ma di un cambiamento più profondo che coinvolge la produzione, il consumo e la gestione dei flussi di traffico. Nel cuore della trasformazione, la mobilità 4.0 sta segnando l’avvento delle auto connesse, capaci di interagire tra loro e con le infrastrutture stradali, grazie alla potenza del 5G e delle tecnologie avanzate. Gli algoritmi che gestiscono i dati, i sensori che monitorano e migliorano continuamente le performance dei veicoli, e la crescente intelligenza artificiale che permette alle auto di prendere decisioni in tempo reale stanno ridisegnando il concetto stesso di trasporto.
Per comprendere appieno la portata di questo cambiamento, è necessario un’analisi più approfondita dei dati economici che alimentano questo settore. La transizione verso la mobilità elettrica e automatizzata sta comportando investimenti ingenti. Se nel 2025 il mercato delle auto elettriche rappresenterà il 30% delle vendite mondiali, non sarà solo la transizione tecnologica a sostenere questo cambiamento, ma anche una strategia complessa di politiche pubbliche che mirano a favorire l’elettrificazione. In Europa, gli incentivi fiscali e le normative sulle emissioni stanno già stimolando una rapida adozione delle auto elettriche, che in alcuni paesi europei hanno raggiunto il 20% del parco auto circolante, con un trend in costante crescita.
Le leggi e le politiche pubbliche dovranno affrontare non solo il cambiamento tecnologico, ma anche la trasformazione del consumatore. Oggi, il consumatore finale non è più solo il proprietario di un veicolo, ma diventa un protagonista in un ecosistema complesso che include forme di mobilità condivisa, car sharing, ride-hailing, e persino nuove modalità di noleggio a lungo termine. Le società di mobilità stanno riscrivendo il concetto stesso di “possedere un’auto”. Se un tempo l’auto rappresentava lo status sociale, un simbolo di indipendenza e di potere economico, oggi la questione si fa più complessa. Il consumatore finale sta evolvendo verso una figura che predilige la condivisione piuttosto che la proprietà. Questa trasformazione non è solo legata ai cambiamenti economici, ma anche a quelli sociali e culturali. Le nuove generazioni, infatti, non sono più così legate al concetto di possesso. In molti centri urbani, dove la mobilità è già connessa e automatizzata, la domanda di auto in proprietà è in calo, mentre quella per i servizi di mobilità condivisa è in continuo aumento.
La mutazione forza del consumatore intermedio è altrettanto rilevante. Le aziende automobilistiche non si limitano più a vendere un prodotto fisico, ma creano un ecosistema che integra tecnologia, software e servizi. In un contesto di transizione digitale e di competizione globalizzata, le case automobilistiche si stanno adattando a un nuovo modello di business che va oltre il semplice design e la produzione di auto. Le nuove rotte del commercio si snodano tra la creazione di piattaforme digitali, la gestione dei dati, la connessione tra utenti e veicoli e la progettazione di nuove esperienze di mobilità. La competitività non si misura più solo sul numero di auto vendute, ma sulla capacità di un’azienda di creare una rete di servizi che coinvolga direttamente l’utente finale in un’esperienza fluida, intelligente e senza soluzione di continuità.
La trasformazione finanziaria del settore sta rispondendo a questa evoluzione con una crescente attenzione alla sostenibilità. Il settore automobilistico non è solo influenzato dalle politiche fiscali, ma anche da un crescente interesse da parte degli investitori per progetti verdi e sostenibili. Le green bonds sono diventate uno strumento fondamentale per finanziare la transizione ecologica del settore. Gli investimenti nei veicoli elettrici, nella ricerca di batterie più performanti e nella creazione di infrastrutture per la ricarica sono ora considerati opportunità strategiche da capitali privati, istituzionali e venture capital. Il commercio dell’auto non è più solo una questione di prodotti fisici, ma anche di investimenti in innovazione e ricerca.
La gestione di queste trasformazioni, però, non è priva di sfide. La velocità con cui si evolve il settore automobilistico implica che le politiche pubbliche debbano adattarsi costantemente per sostenere il cambiamento senza creare nuove disuguaglianze. Se la mobilità sostenibile, infatti, rappresenta un’opportunità ecologica ed economica, la transizione potrebbe però escludere parte della popolazione mondiale. Le politiche verdi, che favoriscono l’elettrificazione, potrebbero diventare un privilegio per pochi se non accompagnate da misure inclusive. Le disuguaglianze sociali potrebbero essere acuite se le politiche fiscali e gli incentivi non tenessero conto delle differenze socio-economiche che caratterizzano le diverse regioni del mondo.
La disoccupazione tecnologica è un altro tema cruciale che accompagnerà la trasformazione. La crescente automazione e l’introduzione dei veicoli autonomi metteranno a rischio milioni di posti di lavoro nel settore del trasporto e nella produzione. Non solo gli autisti, ma anche operai e tecnici delle linee di produzione rischiano di vedere le loro competenze obsolete di fronte alla crescente automazione delle fabbriche. Tuttavia, questa transizione offre anche opportunità per la formazione di nuove competenze. Le politiche pubbliche dovranno rispondere a questa sfida con politiche di riqualificazione e di formazione, affinché la trasformazione del lavoro non diventi un’altra frontiera di disuguaglianza.
Alla fine, la riflessione che emerge è chiara. Le rotte del commercio dell’auto non si limitano a ridefinire il prodotto, ma riflettono una serie di cambiamenti profondi che coinvolgono l’intera società globale. Se il settore automobilistico sta diventando un campo di battaglia per l’innovazione tecnologica, la sostenibilità ambientale e la competitività economica, l’auto stessa sta lentamente smettendo di essere solo un mezzo di trasporto per diventare un simbolo di un’era che unisce la sfida ecologica e la rivoluzione digitale.