
Un Tappeto di Tensioni Storiche e Politiche
Scritto da Ottavia Scorpati il . Pubblicato in Attualità.
A cura di Ottavia Scorpati
Dall’eredità coloniale alle controversie diplomatiche odierne, i rapporti tra Parigi e Algeri sono segnati da continue oscillazioni tra conflitti e tentativi di dialogo, alimentando una crisi che sembra non avere fine. L’ultima espulsione di funzionari e le accuse reciproche hanno riacceso le vecchie ferite, complicando ulteriormente il percorso verso una cooperazione stabile e duratura.
Le relazioni tra Francia e Algeria, due Paesi che si affacciano sullo stesso mare, sono da tempo intrise di una complessità che affonda le radici nella lunga e turbolenta storia coloniale. Mentre la Francia ha dovuto confrontarsi con le sue colpe imperiali, l’Algeria, divenuta indipendente nel 1962, ha dovuto affrontare le cicatrici lasciate dalla guerra di liberazione e dalla dominazione coloniale. Questo passato non risolto continua a pesare sul presente, influenzando ogni aspetto della diplomazia tra le due nazioni.
Recentemente, i tentativi di distensione, simbolizzati da incontri e dichiarazioni ufficiali, sono stati sistematicamente smentiti da crisi diplomatiche cicliche, come l’ultimo episodio che ha visto l’espulsione reciproca di funzionari, simbolo di un gioco diplomatico che sembra non riuscire mai a trovare un equilibrio stabile. Mentre la Francia continua a gestire una crescente retorica nazionalista, l’Algeria, da parte sua, ha sempre utilizzato le questioni legate all’ex potenza coloniale per consolidare il proprio consenso interno, in un gioco politico che spesso gioca sulla memoria storica.
Nel corso di questo approfondimento, esploreremo le radici profonde della crisi attuale, analizzando gli sviluppi più recenti, i temi legati alla sicurezza e alla migrazione, nonché il ruolo delle forze armate algerine e della politica interna francese. Il percorso verso una normale cooperazione appare ancora irto di ostacoli, ma è fondamentale comprendere i meccanismi che alimentano questa frattura se si vuole immaginare un futuro di dialogo e comprensione tra due Paesi che, nonostante le difficoltà, continuano a dipendere l’uno dall’altro in numerosi ambiti, dalle questioni di sicurezza alla politica energetica, passando per i flussi migratori.
I rapporti tra Francia e Algeria sono stati segnati da decenni di tensioni diplomatiche, che hanno subito numerosi alti e bassi, a causa della complessità storica e delle divergenze politiche e sociali che legano i due Paesi. La recente crisi diplomatica che ha coinvolto l’espulsione reciproca di funzionari ha fatto emergere una nuova ondata di conflitto tra Parigi e Algeri, contribuendo a rendere ancora più tesa la situazione già fragile tra le due nazioni. Sebbene si fosse intravisto un possibile inizio di distensione tra i due Paesi, l’espulsione di dodici funzionari francesi da parte delle autorità algerine ha segnato un punto di rottura, seguito dalla risposta speculare della Francia, che ha espulso altrettanti diplomatici algerini. Questo scambio di accuse e misure punitive ha contribuito a riaccendere le tensioni e a minare ogni tentativo di distensione.
L’espulsione dei dodici funzionari francesi, accusati di essere coinvolti in attività considerate illecite dalle autorità algerine, ha avuto luogo pochi giorni dopo una serie di eventi che avevano fatto sperare in una parziale distensione tra i due Paesi. Il 31 marzo 2025, il presidente francese Emmanuel Macron aveva avuto un colloquio telefonico con il suo omologo algerino Abdelmadjid Tebboune, con l’intento di rilanciare il dialogo che, da mesi, sembrava essersi raffreddato. Il risultato di quella conversazione era stato il richiamo per consultazioni dell’ambasciatore francese ad Algeri, Stéphane Romatet, segno di una volontà di ridurre le tensioni e riprendere il dialogo. Tuttavia, l’espulsione di dodici diplomatici francesi, accusati di spionaggio e di coinvolgimento in attività ostili nei confronti del regime algerino, ha segnato una brusca inversione di rotta.
La reazione della Francia non è tardata ad arrivare, con una risposta speculare che ha portato all’espulsione di dodici diplomatici algerini da Parigi. Questo scambio di misure punitive ha acuito ulteriormente la frattura tra i due Paesi e riportato le relazioni a uno stadio di crisi diplomatica, rendendo sempre più difficile il tentativo di rimettere in piedi il dialogo.
Le tensioni tra Algeria e Francia affondano le loro radici in un passato coloniale che ancora oggi continua a influenzare profondamente la politica e la diplomazia tra i due Paesi. L’Algeria è stata sotto il controllo della Francia per più di 130 anni, un periodo segnato da brutalità e sfruttamento che ha lasciato cicatrici profonde nella memoria collettiva algerina. La guerra di indipendenza che ha visto il Paese africano combattere contro l’occupazione francese, culminata nel 1962 con la liberazione e la proclamazione dell’indipendenza, ha avuto un impatto devastante sia sul piano umano che politico, creando una frattura che ancora oggi non è stata completamente sanata.
Il conflitto che ha caratterizzato la guerra di indipendenza e le atrocità commesse da entrambe le parti durante quel periodo sono spesso utilizzati come leva politica, sia in Algeria che in Francia. Nonostante gli oltre sessant’anni di indipendenza dell’Algeria, le relazioni tra i due Paesi continuano a essere intrise di rivalità, recriminazioni e accuse reciproche, che emergono ogni volta che i temi legati al passato coloniale vengono sollevati.
A questo si aggiunge la questione migratoria, che ha recentemente riacceso le polemiche tra i due Paesi. Il ministro dell’Interno francese, Bruno Retailleau, ha adottato una linea particolarmente dura nei confronti dell’Algeria, sostenendo che il Paese nordafricano non stesse facendo abbastanza per gestire i flussi migratori e per contrastare il terrorismo. Queste posizioni hanno trovato un terreno fertile in Francia, dove il tema della sicurezza nazionale è diventato un punto centrale nel dibattito politico, soprattutto con l’avvicinarsi delle elezioni.
Uno degli eventi che ha contribuito in maniera significativa al deterioramento delle relazioni tra Francia e Algeria è stato il riconoscimento da parte di Parigi della sovranità marocchina sul Sahara Occidentale. La questione del Sahara Occidentale è un tema particolarmente delicato per l’Algeria, che ha da sempre sostenuto il movimento separatista del Fronte Polisario, opposto al controllo marocchino su quel territorio. La mossa diplomatica di Macron, che ha annunciato il riconoscimento ufficiale della sovranità marocchina sul Sahara Occidentale nell’estate del 2024, è stata percepita da Algeri come un atto di ostilità. Questo gesto ha infiammato ulteriormente le relazioni, portando il governo algerino a richiamare il proprio ambasciatore da Parigi e a intraprendere una serie di azioni diplomatiche che hanno aggravato la crisi tra i due Paesi.
La visita ufficiale di Macron a Rabat, alla fine di ottobre 2024, ha rappresentato un ulteriore punto di frattura. Durante questa visita, il presidente francese ha ribadito il supporto della Francia al Marocco in relazione alla questione del Sahara Occidentale, sancendo ufficialmente la distanza tra Parigi e Algeri. Questo ha avuto un impatto devastante sulle relazioni bilaterali, portando a una severa condanna da parte delle autorità algerine, che hanno accusato la Francia di interferire negli affari interni della regione e di non rispettare la sua posizione storica di neutralità.
Un altro fattore che ha contribuito al deterioramento delle relazioni tra Francia e Algeria è stato il caso di Boualem Sansal, uno scrittore franco-algerino noto per le sue critiche nei confronti del regime algerino. Sansal è stato recentemente condannato a cinque anni di prigione in Algeria per aver minato l’integrità territoriale del Paese, accusato di aver rilasciato dichiarazioni a favore del Fronte Polisario e di aver collaborato con i media di estrema destra in Francia. La vicenda di Sansal ha sollevato polemiche in Francia, dove il caso è stato visto come un simbolo della repressione politica in Algeria. In questo contesto, l’attacco a un intellettuale di spicco come Sansal è stato interpretato come un atto di sfida verso la Francia e come un segno del persistente autoritarismo del regime algerino.
La reazione di Parigi alla condanna di Sansal è stata di netta condanna, con il governo francese che ha accusato Algeri di violare i diritti fondamentali e di imprigionare ingiustamente chi si oppone al regime. Tuttavia, questa vicenda ha anche messo in evidenza le difficoltà politiche interne che continuano a influenzare le relazioni tra i due Paesi. In Algeria, il regime continua a sfruttare il passato coloniale per mobilitare il sentimento patriottico, mentre in Francia le questioni legate all’Algeria suscitano sempre polemiche politiche interne, spesso alimentate dalle posizioni di destra.
Oltre alle questioni politiche e storiche, anche la questione migratoria è un tema di forte frizione tra i due Paesi. La Francia, da tempo, ha criticato l’Algeria per non fare abbastanza per controllare l’immigrazione illegale e per non cooperare adeguatamente nella lotta contro il terrorismo. L’espulsione dei funzionari francesi, che secondo Algeri erano coinvolti in attività di spionaggio e di destabilizzazione, ha riacceso le polemiche sull’immigrazione e sul terrorismo, temi che sono particolarmente sensibili in un contesto politico europeo segnato da crescenti preoccupazioni per la sicurezza.
La Francia ha accusato l’Algeria di non rispettare gli accordi in materia di cooperazione migratoria e di sicurezza, mentre Algeri ha risposto che la Francia stava utilizzando l’immigrazione come una leva politica per esercitare pressioni sul regime algerino. Il tema migratorio è stato al centro di molte discussioni politiche in Francia, dove il governo ha adottato una linea sempre più rigida nei confronti degli immigrati, in particolare quelli provenienti dai Paesi africani, alimentando ulteriori divisioni con Algeri.
Nonostante le difficoltà, alcuni analisti ritengono che il dialogo tra Francia e Algeria debba essere necessariamente ripreso, per il bene di entrambi i Paesi. La cooperazione in settori come la lotta al terrorismo, la gestione dei flussi migratori e le sfide economiche regionali sono troppo importanti per essere ignorate. Tuttavia, per superare le difficoltà attuali, è necessario che entrambe le parti facciano un passo indietro e riconsiderino le loro posizioni.
Il ministro degli Esteri francese Jean-Noël Barrot ha ribadito che il dialogo è l’unica via per risolvere in modo duraturo le tensioni, invitando le autorità algerine a dimostrare un maggiore senso di responsabilità. Il ruolo delle forze armate algerine, che continuano a esercitare una forte influenza sulla politica del Paese, potrebbe rappresentare un ostacolo a qualsiasi tentativo di riconciliazione, con alcuni esponenti militari che sembrano desiderare la fine dei rapporti con la Francia.
La crisi diplomatica in corso tra Francia e Algeria rappresenta solo l’ennesimo capitolo di una lunga e complessa storia, fatta di conflitti, rivalità e tentativi di riconciliazione. Il futuro delle relazioni bilaterali dipenderà dalla capacità di entrambe le nazioni di superare le loro divergenze e di trovare un terreno comune su cui costruire una cooperazione sostenibile.