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Un Viaggio tra Storia e Riflessi del Mito di Odisseo in Puglia

Scritto da Fulvio Muliere il . Pubblicato in .

a cura di Fulvio Mulieri

Un’analisi dell’intersezione tra mitologia, politica locale e sviluppo socio-economico in Puglia, esplorando come il patrimonio culturale possa fungere da motore per il cambiamento sociale e politico.

In questo approfondimento, esamineremo il ruolo del patrimonio mitologico e culturale nel plasmare le dinamiche sociali e politiche della Puglia moderna, e come progetti come Il mio nome è Odisseo possano stimolare nuove riflessioni sull’identità regionale, il turismo sostenibile e le politiche di sviluppo culturale.

Il 16 giugno 2025, nella suggestiva Sala Spadolini del Ministero della Cultura di Roma, si è tenuta una conferenza stampa che ha annunciato con grande entusiasmo il ritorno di Il mio nome è Odisseo, lo spettacolo teatrale che, da tre anni a questa parte, ha saputo fondere mito, arte, e identità culturale. Un evento che non solo celebra la grande tradizione letteraria dell’Odissea, ma che è anche divenuto un simbolo della valorizzazione del patrimonio culturale pugliese. In questa edizione 2025, che apre il programma del festival Ad Libitum, ideato da Epos Teatro e diretto da Maurizio Pellegrini, la Puglia si conferma come crocevia di arte e sviluppo, con un’offerta culturale che attrae tanto il pubblico locale quanto i turisti internazionali.

L’Odissea, uno dei capolavori della letteratura occidentale, continua a ispirare e affascinare pubblici di ogni generazione, e lo spettacolo teatrale Il mio nome è Odisseo rappresenta una delle manifestazioni artistiche più significative di questa eredità culturale. Ideato e diretto da Maurizio Pellegrini, l’evento si svolge in un contesto assolutamente unico, dove la tradizione classica si fonde con la bellezza del paesaggio pugliese e l’energia evocativa del mare. Quest’anno, il progetto teatrale giunge alla sua terza edizione, arricchendosi di nuove suggestioni e continuando a far rivivere la magia dell’Odissea, come non si è mai visto prima.

L’Odissea di Omero, con la sua storia epica e universale, è sempre stata il punto di riferimento per le grandi riflessioni sull’uomo, sulle sue debolezze e sulle sue grandezze. Il viaggio di Odisseo, il re di Itaca, attraverso l’oceano e le sue insidie, non è solo un racconto di avventura, ma un percorso simbolico verso la conoscenza di sé stessi, un tema che continua a risuonare nel nostro tempo. La proposta teatrale di Il mio nome è Odisseo si inserisce perfettamente in questo scenario, non solo proponendo una rappresentazione del mito, ma anche portandolo a contatto con la modernità attraverso un linguaggio scenico innovativo.

La baia di Polignano a Mare come palcoscenico naturale

La scelta della location per la rappresentazione è essenziale per comprendere la profondità e la forza simbolica dello spettacolo. Cala Paguro, a Polignano a Mare, è il cuore pulsante di questo evento, un luogo che coniuga storia, natura e mito in un’unica, straordinaria esperienza. La baia di Polignano, famosa per la sua bellezza mozzafiato, rappresenta un palcoscenico naturale ideale per accogliere il racconto dell’Odissea, facendo diventare il mare il protagonista silenzioso e potente della narrazione. Non si tratta semplicemente di un luogo in cui si svolge lo spettacolo, ma di un elemento che entra a far parte della trama stessa, accogliendo Odisseo, che arriva dal mare a bordo di un gozzo a vela. Questo ingresso scenico, carico di suggestione, diventa il momento di unione tra il mito e la realtà, facendo sentire il pubblico non solo spettatore, ma anche parte di quella dimensione di incontro tra il passato e il presente che definisce il cuore dell’opera.

La baia di Polignano non è solo un luogo fisico, ma anche un simbolo di un incontro culturale millenario. La tradizione della processione marittima di San Vito, che si tiene ogni anno il 14 giugno, ha reso questo sito un crocevia di fede e tradizione, in cui il sacro e il profano si mescolano armoniosamente. La scelta di questa location, quindi, non è casuale, ma è un omaggio alla storia e alle radici culturali della regione, che si intrecciano perfettamente con il racconto dell’Odissea.

La musica come veicolo di emozione e memoria

La musica gioca un ruolo fondamentale in Il mio nome è Odisseo. Non è un semplice sottofondo, ma un vero e proprio narratore che arricchisce e amplifica l’esperienza sensoriale del pubblico. La fusione di suoni ancestrali e moderni crea una colonna sonora senza tempo, in grado di trascinare lo spettatore in un’altra dimensione, dove la storia di Odisseo non è più solo letta, ma vissuta. Le launeddas, suonate da Jonathan Della Marianna, e le percussioni di Davide Chiarelli, con il loro suono potente e primitivo, trasportano il pubblico nel cuore del Mediterraneo, quel mare che da sempre è stato culla di miti, leggende e storie.

Il connubio tra tradizione e innovazione si riflette anche nelle scelte musicali, che mescolano influenze mediterranee, arabe, greche e napoletane, rendendo la musica un elemento capace di attraversare epoche diverse, senza mai perdere la sua forza evocativa. La musica, dunque, non è solo un elemento decorativo, ma una parte integrante della narrazione, capace di dar vita ai miti del passato con una forza che li rende vivi nel presente.

Il cast e un incontro di talenti per raccontare il mito

Il successo di Il mio nome è Odisseo è anche merito di un cast d’eccezione, che con la sua interpretazione riesce a rendere tangibile la grandezza e la complessità dei personaggi dell’Odissea. Sax Nicosia, uno degli attori più acclamati del panorama teatrale contemporaneo, veste i panni di Odisseo con una profondità e intensità che rendono il personaggio ancora più umano, più vicino allo spettatore. La sua interpretazione del re di Itaca è un viaggio emotivo che accompagna il pubblico attraverso le sue vittorie, le sue sconfitte e le sue sofferenze.

Accanto a lui, Marta Lucini interpreta Nausicaa, la principessa dei Feaci che accoglie Odisseo naufrago. Con la sua delicatezza e intensità, Marta riesce a dare vita a un personaggio che, pur nella sua apparente fragilità, rappresenta la forza della generosità e dell’ospitalità. Michele Basile, nei panni di Alcinoo, re dei Feaci, interpreta un sovrano che è al contempo potente e umano, capace di accogliere l’eroe come un padre accoglierebbe un figlio.

Maurizio Pellegrini, oltre a essere il regista e l’ideatore del progetto, interpreta anche il ruolo di Demòdoco, il cantore cieco che narra le gesta di Odisseo. La sua interpretazione è carica di simbolismo, con il suo personaggio che diventa l’elemento di unione tra il passato e il presente, tra la memoria storica e la realtà contemporanea. In un mondo che sembra spesso dimenticare il valore della narrazione, Demòdoco diventa il custode di quella memoria che è indispensabile per non perdere il senso di chi siamo e da dove veniamo.

Un progetto che cresce e si espande per la valorizzazione del territorio pugliese

Il mio nome è Odisseo non è solo un evento teatrale di grande valore artistico, ma anche un’importante operazione di valorizzazione del territorio pugliese. Nato nel 2023, il progetto ha subito riscosso un grande successo, non solo a livello locale, ma anche internazionale. La rappresentazione ha già fatto tappa in contesti prestigiosi come la BIT di Milano e l’International Tourism Expo di Osaka, dimostrando come la Puglia, con le sue tradizioni, i suoi paesaggi e la sua cultura, possa essere un polo di attrazione per il turismo culturale.

Nel triennio 2025-2027, il progetto si propone di portare l’Odissea in un porto diverso per ogni provincia pugliese, ampliando così la portata dell’iniziativa e coinvolgendo l’intero territorio in un’operazione di promozione culturale che punta a rafforzare l’identità locale. Questo progetto triennale, che si inserisce nella rassegna Ad Libitum, rappresenta un’opportunità unica per mettere in luce la straordinaria ricchezza culturale della Puglia e per creare un dialogo tra il passato e il presente, tra la tradizione e le sfide future.

La Puglia, con le sue tradizioni millenarie e la sua posizione geografica privilegiata, è il luogo ideale per ospitare un evento che vuole celebrare non solo la grande letteratura, ma anche la cultura viva e pulsante di un territorio che è ancora in grado di raccontare la propria storia con passione e coinvolgimento.

Un progetto per il futuro e continuità l’ innovazione

Il successo delle prime edizioni di Il mio nome è Odisseo dimostra come l’incontro tra la grande tradizione letteraria e le peculiarità del territorio pugliese possa dare vita a un evento culturale di rilevanza internazionale. La continua evoluzione dello spettacolo, che si arricchisce ogni anno di nuovi elementi, testimonia l’impegno di Maurizio Pellegrini e di Epos Teatro nel creare un format che non solo rispetti la tradizione, ma sappia anche interpretarla in modo originale e innovativo.

L’edizione 2025 in scena il 31 luglio e il 1º agosto , con il tema delle Metamorfosi, si inserisce perfettamente in questo percorso di trasformazione, celebrando la capacità di rinnovamento e adattamento che caratterizza sia il mito che il territorio. L’introduzione di nuovi temi e nuovi linguaggi contribuirà a rendere ancora più affascinante e coinvolgente l’esperienza teatrale, mantenendo sempre vivo il legame con le radici culturali della Puglia.

In questo contesto, Il mio nome è Odisseo si conferma come una delle iniziative culturali più rilevanti in Italia, un esempio di come il teatro possa essere al contempo un veicolo di riflessione, emozione e crescita culturale, capace di fare incontrare il passato con il futuro in un abbraccio senza tempo. Un evento che, grazie alla direzione di Maurizio Pellegrini, continua a rinnovarsi, portando con sé la forza di un racconto che, attraverso il tempo e lo spazio, non smette mai di emozionare.

 

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