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Una riflessione su Incontro con lo Spirito

Scritto da Ottavia Scorpati il . Pubblicato in .

Tra testimonianza spirituale e ricerca interiore, la medium romana propone un’opera che interroga il confine tra esperienza soggettiva e dimensione trascendente

Abstract
Nel suo secondo libro Incontro con lo Spirito (Edizioni Luce Spirituale, 2024), Angela Braghin offre un contributo significativo al dibattito contemporaneo sul rapporto tra spiritualità, scienza e trasformazione interiore. Con uno stile narrativo limpido e al contempo evocativo, l’autrice — channeler, medium e spiritual life coach — costruisce un percorso di consapevolezza incentrato sul contatto con il mondo dello Spirito, proponendo un modello esperienziale fondato sull’ascolto, la testimonianza e l’accesso intuitivo a una realtà non ordinaria.

Una voce interiore nell’epoca della disconnessione

Incontro con lo Spirito si inserisce in un contesto editoriale in cui la produzione a tema spirituale tende spesso a cedere al sensazionalismo o alla semplificazione commerciale. Al contrario, l’opera di Angela Braghin si distingue per l’equilibrio tra testimonianza personale e dimensione collettiva, tra apertura intuitiva e attenzione al rigore narrativo. Il testo, infatti, si propone non come una guida dogmatica ma come un dispositivo ermeneutico, capace di generare nel lettore un’apertura verso una possibile riconciliazione tra il vissuto quotidiano e una realtà più sottile e invisibile.

Attraverso una narrazione ricca di esempi concreti, Braghin testimonia la possibilità di un dialogo continuo con la dimensione spirituale, che si manifesta attraverso segni, visioni e contatti extrasensoriali, spesso catalizzati da eventi traumatici o trasformativi. Il libro si rivolge sia a lettori già inseriti in percorsi di ricerca interiore, sia a un pubblico più ampio, alla ricerca di senso nel rapporto tra vita, morte, guarigione e trascendenza.

Il paradigma esperienziale: visione, ascolto, trasformazione

Il nucleo metodologico dell’opera si fonda su una concezione esperienziale della spiritualità. L’autrice non intende “spiegare” i fenomeni spirituali secondo modelli teorici rigidi, né fornisce istruzioni prestabilite. Piuttosto, Incontro con lo Spirito si articola come una costellazione di esperienze, incontri e narrazioni simbolicamente dense, in cui il dato personale si apre a una valenza universale.

Particolarmente significativa è la testimonianza di E., soggetto segnato da un passato criminale e da una profonda ferita esistenziale, che attraverso un incontro spirituale con Braghin avvia un processo di profonda trasformazione personale. Questo episodio, paradigmatico nell’economia del testo, esemplifica la funzione terapeutica del contatto con lo Spirito come spazio simbolico e rigenerativo, capace di produrre un effetto di riscrittura narrativa e identitaria del sé.

Il libro mette così in atto una forma di trasmutazione simbolica, in cui l’esperienza spirituale non si configura come “altro” rispetto alla realtà, ma come una sua dimensione interiore, parallela e coesistente, da cui attingere risorse per la crescita, la riconciliazione e la guarigione.

Una spiritualità integrata: scienza, simbolo e coscienza

Un elemento centrale del pensiero di Angela Braghin è l’aspirazione a un’integrazione tra spiritualità e scienza. Questa tensione si manifesta esplicitamente nella figura del dottor Alessandro Mahony, medico e ricercatore, la cui presenza nel testo funge da ponte epistemologico tra i due ambiti. L’alleanza tra la dimensione medianica e quella clinica non è forzata né ideologica, ma proposta come possibilità dialogica, aperta e non dogmatica.

Braghin — forte di una formazione accademica in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali e di una lunga esperienza nella ricerca astrologica e simbolica — evita le scorciatoie retoriche e si muove con cautela tra due registri: da un lato, quello esperienziale e intuitivo proprio del medium; dall’altro, quello analitico e riflessivo, tipico di chi ha una preparazione culturale strutturata. Ne deriva una proposta di “spiritualità integrata”, in cui il sapere simbolico, il linguaggio archetipico e le dinamiche energetiche planetarie vengono considerati strumenti validi per accompagnare processi di consapevolezza e trasformazione interiore.

 

Medium come testimone e specchio: il valore della narrazione spirituale

Nel panorama contemporaneo, il ruolo del medium è spesso oggetto di distorsioni culturali e mediatiche. Angela Braghin lo restituisce alla sua funzione originaria: essere testimone, ascoltatrice, specchio. Il medium non agisce come guru o portatore di verità assolute, ma come figura liminale, capace di stare sulla soglia tra i mondi, tra la vita e la morte, tra il visibile e l’invisibile.

Il valore narrativo di Incontro con lo Spirito risiede proprio in questa posizione etica dell’autrice: mai dominante, mai autoreferenziale, sempre al servizio della parola altrui — quella dei defunti, dei simboli, delle anime in ricerca. Le testimonianze raccolte nel testo (come quelle di L. o Susy) diventano esempi di “terapia simbolica” in cui l’incontro con la dimensione spirituale si configura come un atto di guarigione interiore, nonché di rielaborazione del lutto.

Non si tratta, come si potrebbe pensare superficialmente, di spiritualismo consolatorio, ma di una pratica narrativa e relazionale in grado di attivare processi profondi di consapevolezza, perdono e riconnessione.

 

Un’etica della presenza e dell’ascolto

Incontro con lo Spirito è un libro che si presta a molteplici letture: può essere inteso come documento di ricerca interiore, come contributo al dibattito sulla spiritualità contemporanea, o come testo di accompagnamento per percorsi di counseling e coaching spirituale. Ma, soprattutto, è un’opera che propone un’etica dell’ascolto e della presenza.

In un tempo dominato dalla frammentazione e dalla iperconnessione, Angela Braghin restituisce valore al silenzio, alla soglia, alla voce che arriva “da dentro” o “da altrove”. Il suo lavoro si configura come una proposta antropologica alternativa: l’essere umano come essere spirituale incarnato, capace di abitare il mistero senza bisogno di risposte assolute, ma con la fiducia che ogni incontro — umano o spirituale — sia un’occasione di riconoscimento e di ritorno a sé.

Nota sull’autrice

Angela Braghin (Roma, 1974) è scrittrice, spiritual life coach, medium, channeler e tarologa. Dopo una formazione accademica in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali presso la University of Malta e l’Università Federico II di Napoli, ha approfondito nel tempo lo studio dell’astrologia simbolica, delle tradizioni spirituali e delle pratiche di accompagnamento esoterico. È autrice di Madre Perla: due Anime gemelle in viaggio (2014) e Incontro con lo Spirito (2024), e svolge attività di formazione e consulenza nel campo della spiritualità integrata.

 

 

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