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21 aprile 2025, il Papa è morto…
    … viva il Papa, 8 maggio 2025

Scritto da Lidia D'Angelo il . Pubblicato in .

La splendida giornata di Pasquetta è stata offuscata da una triste notizia che i media hanno diffuso in ogni angolo della Terra in pochi minuti: papa Francesco è morto, il papa venuto dalla “fine del mondo”, è ritornato alla casa del Padre; con il suo carattere forte e battagliero ha posto l’accento su temi sociali scottanti, l’immigrazione, l’aborto, l’universo LGBT; su dinamiche politiche di ampio respiro, le guerre che funestano e assediano il mondo da più parti, l’ambiente, il clima.

Ma tutto questo ormai fa già parte del passato.

I cardinali venuti a Roma da ogni parte del mondo, si sono riuniti in numerose assemblee per conoscersi, per scambiare opinioni sui nuovi bisogni della Chiesa nel XXI secolo e quindi per tracciare e definire un ipotetico profilo del nuovo successore di Pietro. 

Il 7 maggio, primo giorno del Conclave, le votazioni non hanno avuto buon esito, finalmente nel pomeriggio del giorno successivo si innalza la tradizionale fumata bianca dal comignolo situato sul tetto della Cappella Sistina a dimostrazione che i cardinali rinchiusi in Conclave, illuminati dallo Spirito Santo, avevano scelto il successore di Pietro nella persona dell’americano Robert Francis Prevost.

Anche i gabbiani, padroni incontrastati dei cieli di Roma, mentre roteavano con ampi giri sulla piazza, sembrava che stessero seguendo con attenzione tutto ciò che stava accadendo; l’immagine del gabbiano immobile, come un attento osservatore, accanto al comignolo sul tetto della Cappella Sistina su cui erano puntati gli sguardi di tutto il mondo in attesa della fumata bianca, potrebbe essere l’emblema dell’attesa spasmodica

Il nuovo papa affacciatosi alla loggia della basilica di San Pietro, ha subito conquistato i cuori della gente; ricorderemo per sempre gli intensi primi piani della telecamera che metteva in evidenza i sentimenti, le emozioni che hanno attraversato l’animo dell’uomo Prevost in quel momento della sua vita; si potevano percepire la commozione, l’incredulità, un lieve senso di smarrimento e anche di umano timore, insomma un intreccio di sentimenti forti e contrastanti che hanno avvicinato il papa alla folla immensa che riempiva la piazza e le strade limitrofe.

Il primo discorso è stato molto apprezzato da tutti, incentrato principalmente sulla pace definita “disarmata” e “disarmante”; disarmata perchè la pace non impone e non minaccia, disarmante perchè è umile e al tempo stesso forte, capace di sciogliere le ostilità.

Un alto esempio di pace “disarmata” e “disarmante” ci arriva dai secoli bui della Storia, nel lontano V secolo, il papa  San Leone I Magno cioè grande, con il suo atteggiamento umile e disarmante, armato soltanto della croce, fermò uno dei condottieri più spietati e feroci che abbiano mai calcato il palcoscenico della Storia: Attila, il capo degli Unni, uno dei numerosi popoli provenienti dalle steppe asiatiche che si spostavano verso le terre europee e in Italia, portando morte e distruzione.

Il nuovo papa ha scelto il nome di Leone che altri 13 papi nel corso dei secoli avevano scelto, lui dunque è il XIV.

Alcuni di questi papi di nome Leone hanno lasciato un segno profondo nella Storia.

Oltre al già citato Leone Magno, dobbiamo ricordare Leone III (795-816) noto per avere incoronato Carlo Magno, imperatore del Sacro Romano Impero, nell’anno 800.  
Leone IV (847-855) invece va ricordato per la costruzione delle mura leonine il cui scopo era quello di fortificare e rendere inaccessibile ai Saraceni la città di Roma. 
Leone IX (1049-1054) fu uno dei papi più importanti del Medio Evo, il suo pontificato fu segnato dal Grande Scisma che separò la Chiesa cattolica da quella ortodossa. 
Anche Leone X (1513-1521) va ricordato non solo per essere il figlio del grande Lorenzo de’ Medici detto il Magnifico, ma anche per il suo mecenatismo; sotto il suo pontificato nell’anno 1517, iniziò la riforma protestante; il monaco tedesco Martin Lutero pubblicò una serie di scritti, le 95 tesi con cui veniva criticata la vendita delle indulgenze per ottenere la salvezza.

In tempi molto più vicini a noi dobbiamo ricordare Leone XIII (1878-1903), il papa dei record, il suo è stato uno dei pontificati più longevi, ha scritto il maggior numero di encicliche, fu il primo papa fotografato e filmato. 
Fu un uomo di grande cultura, amava il latino che coltivò per tutta la vita.

Tra le numerose encicliche da lui scritte, la più famosa è la Rerum novarum il cui titolo, di per sé molto eloquente, allude alle cose nuove e attuali; in questo documento storico viene affrontata per la prima volta la questione sociale, insomma i tempi erano maturi affinchè la Chiesa prendesse in considerazione tutti gli aspetti che la modernità e il lavoro nelle industrie avevano evidenziato.

 Il lungo pontificato di Leone XIII, dal 1878 al 1903 coincise per l’Italia e tutto l’Occidente con un periodo di grandi mutamenti e fermenti sociali che non potevano passare inosservati; vengono condannati il socialismo, la lotta di classe, il marxismo, il capitalismo e auspicata la dignità del lavoro e il diritto al lavoro, la giustizia del salario.

L’enciclica ha ispirato i cattolici a impegnarsi nel volontariato, a fondare associazioni di lavoratori, cooperative e banche rurali contribuendo alla formazione di partiti politici ispirati al cattolicesimo.

La storica enciclica venne pubblicata nel 1891; nel 1991 nel Braccio di Carlo Magno, una grande sale lunga 70 metri, fu allestita una mostra artistica, commemorativa in occasione del primo centenario della pubblicazione del documento.

Pochi giorni dopo la sua elezione, il papa Leone XIV ha dichiarato di avere scelto questo nome per ricordare il papa Pecci perchè con la sua enciclica affrontò la questione sociale nel contesto della grande rivoluzione industriale che caratterizzò il secondo Ottocento; i tempi attuali sono caratterizzati dalla rivoluzione digitale che porta a una diminuzione di mano d’opera necessaria per il lavoro. 
I temi della pace, della giustizia sociale, del lavoro sono centrali e di grande rilievo per il nuovo papa al quale tutti noi facciamo gli auguri di buon lavoro. 

  

  

  


Foto autore articolo

Lidia D’Angelo

Già Dirigente Scolastica, per molti anni Preside nelle scuole secondarie inferiori e docente di materie letterarie; attualmente ancora con notevole interesse in vari ambiti ed autrice di alcuni libri sul mondo della scuola, di ricordi e familiari e di contemporaneità.
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