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INTERVISTA al Prof. BENEDETTO IPPOLITO:
L’Attualità del MedioEvo contro gli oscuri “Nuovi Secoli Bui”

Scritto da Redazione il . Pubblicato in .

Un “LUMINOSO MEDIO-EVO” in ANTITESI agli “ODIERNI SECOLI BUI” 

In una Conferenza/Dibattito svoltasi a novembre 2024 presso il Caffè Letterario Hora Felix in Roma per la presentazione de “L’Italia del Miracolo”un interessante testo pubblicato dalle Edizioni Eclettica e  curato dal Prof. Francesco Carlesi, Presidente dell’Istituto “Stato e Partecipazione” abbiamo incontrato e conosciuto il Prof. Benedetto Ippolito, Docente di  Storia di Filosofia Medievale presso l’Università Roma Tre e alla Pontificia Università della Santa Croce, nonché autore di numerose pubblicazioni.       

E’ opportuno rammentare che alla suddetta “Tavola Rotonda, con il giovane Prof. Francesco Carlesi, erano presenti come Relatori sia Pietro Giubilo, già Sindaco di Roma e nostro stimato Amico (autore al riguardo di un corposo approfondimento su Consul-Press), sia il Prof. Benedetto Ippolito per le ampie citazioni nel Testo riguardanti suo Padre, l’Ing. Felice Ippolito  manager e ricercatore, nonché artefice del progetto nucleare italiano …[nella foto, da sinistra a destra: Carlesi, Ippolito e Giubilo]. 
Un progetto sostenuto dal Periodico culturale-politico “L’Orologio” che intelligentemente rivendicava in quegli anni la necessità dell’Italia di riconquistare le proprie Chiavi di Casa” e così – proprio discutendo su tali ricordi comuni alla fine dell’incontro – iniziavano successivi contatti telefonici, personali ed epistolari tra il Prof. Benedetto Ippolito e noi della Consul Press.   


DA QUANTO SOPRA ESPOSTO – e a seguito di una recente intervista pubblicata su “IL TEMPO” di venerdì 23 maggio (*1) – è scaturita anche la seguente conversazione intercorsa tra il Prof. Benedetto Ippolito e la nostra Redazione:

  1.) – D/ IN una recente intervista rilasciata a Valentina Bertoli ed apparsa su “Il Tempo”, dopo alcune sue osservazioni sull’attuale situazione politica italiana ed internazionale (da noi in gran parte condivise) – Lei dichiarava altresì la sua giusta soddisfazione per quegli auspicabili colloqui e negoziati che sarebbero dovuti iniziare nei giorni seguenti, grazie anche alla disponibilità di Leone XIV
La Sede di Roma e l’intervento diretto del Pontefice erano stati da sempre caldeggiati dalla Consul-Press, fin dall’inizio del conflitto tra Russia ed Ucraina (vds. i molti interventi pubblicati) ma, purtroppo, tali auspici immediatamente ed incomprensibilmente sono purtroppo venuti a cadere.
A prescindere dalle motivazioni ufficiali dichiarate dalla Federazione Russa, Lei ritiene che tale rifiuto rappresenti una grande occasione perduta, sia da parte del Presidente Putin, sia da parte delle Chiese Ortodosse?   
– R/  Ogni qualvolta un processo di pace o una sua possibilità viene interrotto o cancellato è sempre un fallimento politico e umanitario. 
È vero che gli auspici di una tregua, dopo la comunicazione degli intenti di mediazione da parte di Papa Leone XIV, si sono arenati davanti alle dure dichiarazioni di chiusura da parte della Federazione Russa. Tuttavia, occorre tenere presente che nessuna guerra dura in eterno e non bisogna mai disperare.
Certamente, in questo frangente, sia il Presidente Putin e sia le Chiese Ortodosse hanno reso vana un’occasione che sarebbe stata molto positiva per tutti se fosse stata colta, cominciando proprio da loro.
L’offerta della Santa Sede resta in ogni modo aperta, qualora si manifestasse in qualsiasi momento la volontà in ciascuna delle parti di instradare un dialogo di pace tra i contendenti.
Questo è vero sebbene nessuno si sia fatto oggi illusioni sulle difficoltà che ancora si frappongono ad avviare un inizio della fine di questo tremendo conflitto europeo. 

2.) –  D/ Il Mondo Medioevale, quello dello spirito e della conoscenza dei secoli del paganesimo greco-romano, trascurato da una approfondita ricerca, appare dimenticato.
Quale interesse oggi può destare nell’ambito della ricerca storica? 
– R/ Il Mondo Medievale è la nostra storia, le nostre radici, dove sono nascosti i tesori più preziosi della nostra civiltà. Da un lato, infatti, dal IV al XIV secolo sono nati e sono stati conservati i pilastri intellettuali, morali e politici della civiltà greco-latina e dall’altro è stata data alla tradizione antica un nuovo sviluppo religioso cristiano. 
La rimozione del Medioevo sia letterario, sia filosofico e sia religioso dai programmi delle nostre scuole medie-superiori è il risultato di un’ideologia modernista e post-marxista che ha ridotto l’Europa ad una succursale tardiva dell’Illuminismo, provocando degenerescenza spirituale e distruzione della nostra autentica identità. 
Ciò nonostante, la mia esperienza di docente mi conferma ogni giorno che i giovani trovano il Medioevo non soltanto affascinante e attraente, ma in grado di trasferire loro una cultura a tutto tondo, la quale, oltre a spiegare cosa siamo stati un tempo, ha la funzione miracolosa di stimolare il ritorno ad un impegno orgoglioso e forte verso i valori eterni ed immutabili della nostra tradizione.
Non siamo noi a dover modificare il Medioevo, ma è il Medioevo a poter modificare la nostra vita…

3.) – D/ La nascita di Monasteri, di Abbazie e grandi Cattedrali sono il segno tangibile del totale interesse dell’uomo dei cosiddetti “secoli bui” che ha contraddistinto la vita ed il pensiero del tempo.
In questo quadro come si coniuga lo sviluppo di scienza e commerci nel mondo occidentale? 
– R/ Certamente, la creazione dei capolavori artistici che ancora conserviamo come luoghi di culto e di preghiera cristiana è quanto di più spettacolare il Medioevo ha lasciato a noi in eredità. D’altronde, una fervida e motivata vita spirituale non soltanto non è ostile allo sviluppo tecnologico, ma lo rende perfino possibile, come è effettivamente avvenuto in Occidente. 
Oggi, ad esempio, davanti alle opportunità e ai rischi dell’Intelligenza artificiale, appare molto chiaro che potrà ricavarne un utilizzo proficuo solo la civiltà che meglio saprà essere potentemente attrezzata sul piano spirituale per gestirne la pervasività tecnologica. 
Religione, filosofia e arte, in effetti, non sono sempre fattori positivi dello sviluppo umano. Lo divengono efficacemente quando si trasformano in espressione vera della forza e della grandezza eroica delle comunità. E il Medioevo è specificamente una miniera di santi e di eroi “nostri”, ossia appartenenti a noi e ai nostri antenati, una vera e propria scuola di rinascita dalle ceneri della storia.

4.) – D/ In questa visione come si colloca la tradizione del Monaco “Viaggiatore”, semplice divulgatore o portatore di scambi economici e culturali?
– R/ La civiltà medievale è stata spesso caratterizzata da comunità in transito che sono divenute stanziali, radicandosi in un territorio e sfruttandone le risorse, difendendosi vigorosamente da nemici e oppressori. Anche i monaci vivevano itineranti, tanto più con la comparsa nel XII secolo degli Ordini mendicanti, i quali appunto erano ben organizzati e si muovevano di città in città. 
Sicuramente portare testimonianza apostolica nei luoghi lontani ha favorito un senso mitico della vita che ha incrementato la fantasia e la speranza di molti indigenti, producendo cultura e sviluppo commerciale. 
La forza della civiltà medievale è e resta la potenza espansiva della Romanitas imperiale, arricchita di nuovi ideali religiosi e politici, in tutto il mondo conosciuto e oltre: una visione entusiasta e trionfalista dello spirito europeo, oggi perduto nelle pastoie decadenti e materialiste della post-modernità. 
Da questo punto di vista, Pino Rauti è stato un coraggioso anticipatore di una condivisibile filosofia del regresso storico della civiltà occidentale, una ricostruzione sistematica e dettagliata che attualmente trova conferma nel diffuso impoverimento ed invecchiamento delle nostre città: un dannoso risultato nichilistico determinato principalmente dalla diffusione a livello popolare della mala-cultura progressista.

5.) D/ Quale è la sua opinione sui vari Ordini Templari e/o Neo-Templari e sulle varie Associazioni Cavalleresche che si ispirano (o ritengono di ispirarsi) agli insegnamenti e alle Regole di San Bernardo da Chiaravalle?
– R/ Senza dubbio la predicazione di San Bernardo di Chiaravalle evidenzia un tratto caratteristico dello spirito tradizionale europeo, volto a concepire le imprese cavalleresche, tipiche del II Millennio, come scuole di virtù eroiche indirizzate a far crescere nelle anime dei cristiani la volontà inflessibile di realizzare un’ideale di vita eccezionale.
I Templari sono stati l’incarnazione di questa vocazione ad un senso impavido della vita, che vince il timore della morte, espressione della consapevolezza infrangibile di essere chiamati da Dio a compiere gesta grandiose e uniche che resteranno nella storia. 
Queste profonde motivazioni spirituali hanno sempre accompagnato la fede alla creazione condivisa di un mito e di una speranza, soprattutto nelle generazioni più giovani. Dobbiamo semmai chiederci perché nel nostro tempo tanti ragazzi e ragazze sono abbandonati a se stessi, senza che venga loro offerto un modo per potersi liberare dalla passività e dal dolore esistenziale, affermando la propria personalità nella lotta, nel sacrificio, nella generosità, nel senso della comunità. 
Ad un’umanità protestataria, materialista e degradata, il Medioevo propone un’alternativa spirituale, eroica, elevata, di altro tipo.
E San Bernardo sembra dire a noi cristiani di oggi: Tu puoi essere grande nella vita se resti fedele al tuo ideale fino alla morte!

 NON CI RESTA CHE SALUTARCI  CON UN ….”AD MAIORA  !”                                                                                                                                                                                                                                                               a cura di Alessandro Benini e Giuliano Marchetti


(*1) –  Intervista a Benedetto Ippolito su Il Tempo –

 

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