
L’ULTIMO ZAR, Putin resta solo un volgare criminale
Scritto da Franco D'Emilio il . Pubblicato in Esteri, Diplomazia e Internazionalizzazione, Attualità.
E’ un irresponsabile, indegno del presente e del futuro del suo paese.
Non si pone, quindi, neppure minimamente il problema su quale livello di criminalità guerresca si ponga l’aggressione di Putin all’Ucraina: è sicuramente, nulla lo smentisce, la proditoria invasione di chi persegue il sogno delirante di una restaurazione imperialistica con la stessa, perversa logica dello zarismo e, ancor di più, del defunto autoritarismo comunista sovietico, già sconfitto ai tempi della rivolta magiara di Budapest, poi delle giornate di Praga, infine degli scioperi di Danzica. Vladimir Putin è una bieca minaccia alla civiltà pluralista, dialettica della democrazia che, pur nella variabilità della sua maggiore o minore realizzazione, resta, comunque, il paradigma essenziale del rapporto tra la libertà individuale e quella collettiva per costruire e difendere società salde nel rispetto reciproco tra i cittadini: paradigma, appunto, ignoto a Putin, triste epigone della ex nomenclatura dei servizi segreti URSS, il famigerato Kgb, testardamente deciso a resistere alla propria sconfitta da parte della ragione della storia.
Vladimir Putin travolge il diritto internazionale, è dichiarato nemico dell’Occidente, di ogni legittima e auspicabile inclinazione al dialogo per la soluzione di ogni controversia.
Vladimir Putin è un assassino con la pretesa di giustificare il suo fine omicida con una missione salvifica della Russia nel mondo e, come spesso fanno gli assassini, cerca complici: in questo caso la Cina, la Corea del Nord, l’India, stati esemplari solo nello sfruttamento, ad ogni costo, delle energie dei loro popoli per il controllo al ribasso dei mercati e per la destabilizzazione degli assetti internazionali.
Forse, soprattutto Cina e India chiuderanno un occhio e finanzieranno ancora l’estensione dell’aggressione putiniana all’Ucraina, a patto che il dittatore Putin faccia ugualmente riguardo alle mire annessionistiche cinesi su Taiwan e a quelle indiane sul Pakistan e il Nepal?
S’impone veramente una vasta, forte, inderogabile chiamata al confronto: una chiamata determinata, come sinora non è stata, né da parte degli USA né da parte della titubante Comunità Europea, che appelli tutto l’Occidente contro la Russia putiniana, prima che sia troppo tardi e, magari, l’ Armata Rossa bussi alle porte di Praga, Varsavia, infine di Trieste, sulla strada perché i cosacchi giungano veramente ad abbeverarsi alla fontana in piazza San Pietro.
Da nord verso sud, sulle tre repubbliche baltiche dell’Estonia, Lettonia e Lituania, poi, di seguito, sulla Polonia, la Slovacchia, la Romania e la Moldavia si allungano già le mani, le interferenze elettorali, le ombre armate della dittatura putiniana e con i missili a lungo raggio c’è davvero poco da star tranquilli.
