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Roma incontra l’Azerbaigian al via la seconda edizione del Festival del Cinema dell’Azerbaigian a Roma

Il 20 giugno, alla Casa del Cinema di Villa Borghese, inaugurerà la seconda edizione del Festival del Cinema dell’Azerbaigian, dopo il successo avuto con la prima nel 2017. 

La storia del cinema in questo paese nasce nel 1898, con una serie di documentari riguardanti l’industria petrolifera della capitale Baku. Ma una vera e propria produzione cinematografica vede luce nel 1915, con i primi lungometraggi, e poi nel 1923 con la nascita dell’Ente Foto e Cinema dell’Azerbaigian. Durante l’epoca sovietica il settore ha continuato a svilupparsi con titoli rimasti importanti nel patrimonio cinematografico del paese. Dopo la riconquista dell’indipendenza, nel 1991, la stessa industria cinematografica ha rispecchiato la nuova realtà, con un cinema sempre più partecipe del contesto internazionale.

Quest’anno saranno in scena 4 lungometraggi e un documentario che mostreranno al pubblico uno spaccato della storia del cinema azerbaigiano.

Il Festival si aprirà con il film Il Venditore di Stoffe, commedia musicale del 1945 tratta dall’operetta di Uzeyir Hgjibeyli, considerato un classico, è storia ambientato agli inizi del XX secolo, in cui il giovane mercante Asgar, deciso a sposarsi, opponendosi ai costumi dell’epoca, vuole conoscere la futura moglie prima del matrimonio. I protagonisti sono Rashid Behbudov, noto cantante azerbaigiano, e l’attrice Leyla Badirbayli.

Il secondo giorno vedrà come protagonisti il documentario realizzato dal Baku Media Center con il supporto della Fondazione Heydar Aliyev, che ha come argomento gli ultimi giorni della travagliata storia della Prima Repubblica ed il film Il giardino della melagrana, del 2017.

L’ultima giornata del Festival vedrà sullo schermo L’uomo del terzo giorno, film del 2017 che tratta del conflitto del Nagorno Karabakh tra Armenia ed Azerbaigian; infine Tahmina, del 1993, un’opera che riporta i sentimenti al centro della narrazione e che vede come protaginisti Fakhruddin Manafov e Meral Konrat, attrice turca. Tahmina è considerato uno dei migliori film azerbaigiani degli anni novanta.

Grazie alle cinque pellicole in programma, inedite in Italia e per la prima volta sottotitolate in italiano, l’Azerbaigian intende mostrare al pubblico italiano scorci della sua storia, cultura, tradizioni e ambientazioni, di sicuro interesse e coinvolgimento.