
A Cerveteri, Anna Maria Funari e Angelo Manciocchi:
Due nuovi, interessanti autori del nostro panorama letterario
Scritto da Franco D'Emilio il . Pubblicato in Attualità, Arte, Cultura ed Eventi.
Recentemente, presso il Caffè Letterario Samsara di Cerveteri, gradevole località turistica del litorale romano, pure nota per il richiamo archeologico dei suoi scavi etruschi, ho partecipato alla presentazione delle ultime fatiche di due autori, sicuramente interessanti e originali, del nostro panorama letterario, mi riferisco ad Anna Maria Funari col suo Il segreto del pellegrino e ad Angelo Manciocchi col suo Alterego.
Due romanzi, dunque: più connubio di vicende storiche e mistery quello di Anna Maria; più improntato al genere giallo quello di Angelo; due opere, però, entrambe voce di autori la cui penna ha già firmato precedenti, apprezzabili lavori letterari. Parliamo, infatti, di due nomi né esordienti né episodici ovvero discontinui nel loro impegno narrativo, per questo Il segreto del pellegrino di Funari e Alterego di Manciocchi risultano davvero pietre miliari di due percorsi letterari ancora “work in progress” e senz’altro fecondi di prossimi frutti. Ed è soltanto grazie soprattutto a circoli culturali o caffè letterari, uno di quest’ultimi il Samsara di Cerveteri, se simili, pregevoli autori, al momento fuori dall’attenzione del grande circuito editoriale, vengono segnalati e proposti, spesso come rinnovata espressione, al passo dei tempi, del rapporto tra letteratura e società.
Al riguardo, con molta obiettività devo dire che del ceretano Caffè Letterario Samsara ho, innanzitutto, molto apprezzato il clima di familiarità ed immediata comunicazione culturale che anima il suo ritrovarsi attorno agli autori e alle loro opere, fuori da ogni atmosfera salottiera di piccolo eruditismo provincialotto; poi, ho molto apprezzato, proprio la sera della mia partecipazione, la proposta contemporanea di due scrittori, ciascuno con il proprio ultimo lavoro, appunto Anna Maria Funari e Angelo Manciocchi, potendo così giudicare e confrontare due diverse esperienze letterarie, soprattutto due distinte motivazioni e finalità culturali. Tutto questo attraverso lo strumento efficace dell’intervista all’autore per meglio intenderne, prima, lo spessore del retroterra formativo e ispiratore, poi la capacità di scegliere, modulare la propria scrittura in un inconfondibile stile espressivo, comunicativo. Insomma, una modalità di presentazione degli scrittori e delle loro fatiche che, in modo lieve, discorrevole, ma sempre efficace e stringente, consente di comprendere l’unicità di ogni opera.
Sicuramente, più o meno marcatamente, ogni romanzo od altro lavoro letterario risulta sempre particolare, originale nella sua trama o architettura e nel suo movente ispiratore, a conferma come, di opera in opera, muti e s’evolva l’impronta identitaria di ogni autore. Così, è per Anna Maria Funari, narratrice con il suo attuale Il segreto del pellegrino, preceduto da L’Isola dei Graziati (2010), Fuoco che danza (2012) e, infine, Ascoltando il cuore (2014), ma pure saggista storica nel 2020, assieme a Gianfranco Santoro, di Rodolfo Graziani, Il Soldato e l’Uomo, opera su una delle figure più controverse della prima metà del ‘900 italiano, sia sotto il profilo umano che militare.
Stessa cosa per Angelo Manciocchi, narratore con il suo ultimo Alterego, preceduto da Stanza 312 (2009), La sindrome del marinaio zoppo (2016), La Quercia della Vita (2016), Dahabiya (2020), ma anch’egli diversamente protagonista con Il nemico invisibile (2020), libro inchiesta sulla trascorsa pandemia.
Dunque, la nostra Anna Maria Funari e il nostro Angelo Manciocchi, due autori fecondi e versatili, con capacità narrative, felicemente modulabili sul fantasy e sul mistery, sul giallo e sul noir. Ciascuno dei due proveniente da una diversa esperienza lavorativa: Anna Maria, a lungo dipendente pubblica, quindi impegnata in una ripetitiva attività burocratica; Angelo, tuttora medico angiologo e chirurgo vascolare; entrambi, però, con il sogno di diventare scrittori, percependone le tre ragioni fondamentali: la vocazione, la curiosità, la passione di comunicare emozioni e riflessioni con la scrittura.
Un sogno comune che bene realizza la loro aspirazione ad intrecciare parole che rappresentino e raccontino il viaggio dell’uomo.
