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A Roma, un Convegno sul “Processo ai Templari” a
cura dei Pari di S. Maria del Tempio della Concordia.

Convegno sul “PROCESSO AI TEMPLARI
E  LA  PERGAMENA DI CHINON”

L’Associazione “Santa Maria del Tempio della Concordia”, nella sua attività di ricerche e studi in ambito storico culturale e d’interesse geopolitico e consapevole che una approfondita conoscenza storica sia utile anche per comprendere gli eventi nel mondo in cui viviamo, ha organizzato un interessante Convegno su tale sconcertante processo in collaborazione con l’OSMTH e la Commanderia di Santa Croce in Gerusalemme, ottenendo il Patrocinio del VI Municipio di Roma.

LE TEMATICHE DEL CONVEGNO, dopo l’introduzione di Manlio Mochi, Presidente dell’Ass.ne S. Maria del Tempio della Concordia e componente del SISMI – Società Italiana Storia Militare, verranno discusse dai seguenti illustri Relatori:
– Prof. Sergio Masini, già Docente di Storia Contemporanea presso l’Università di Udine e funzionario della Corte dei Conti, ex Capo Ufficio Stampa presso il MIUR, ex Capo Gabinetto in più  Dicasteri, nonché componente del SISMI ed autore di testi storici e militari/ il Prof. Masini è stato già un gradito Ospite ed applaudito Relatore in precedenti incontri presso l’Ordine Capitolare dei Cavalieri della Concordia;
– Ing. Filippo Grammauta, autore di pubblicazioni e testi sul medioevo ed Ordini Cavallereschi, nonché Rettore della “Accademia dei Templari”;
– Prof. Avv. Marco Cardinale, già Docente in Diritto Canonico presso l’Università di Roma La Sapienza, nonché componente del Consiglio Direttivo dell’Ordine Capitolare dei Cavalieri della Concordia.

Particolari da ricordare sul
Processo ai Templari e la Pergamena di Chinon.

I Templari vennero imprigionati e perseguitati in Francia; ben 54 Cavalieri in tale triste occasione morirono sul rogo e con loro anche i principali Dignitari, come richiesto e voluto dal Re di Francia. presumibilmente per un motivo sostanzialmente economico da rintracciare anche nei cospicui debiti che lo stesso Filippo il Bello aveva con loro contratti.

L’obiettivo era quello di distruggere un “Ordine” in Regola, che costituiva una sorta di “Stato nello Stato”, relegare in prigione i loro dignitari, ed infine scioglierlo affinché tutti i beni posseduti – terre, fattorie fortificate e castelli – venissero incamerati dallo Stato stesso ove tali beni erano ubicati, ma più ancora si giocava una disputa politica tra uno Stato laico e assolutistico (in cui voleva assurgere ed identificarsi la Monarchia Francese in quell’epoca) e la Chiesa, uno scontro già iniziato ai tempi di Gregorio VII e parzialmente chiuso con il Concordato di Worms.

Lo Stato di Francia, considerando a suo dire l’accusa di esistenza di una eresia riscontrata sul rinnego del Cristo e su fantomatiche pratiche di sodomia e sulla ancor più fantomatica adorazione di un ipotetico demone denominato Bafomet, fece di tutto perché gli accusati, dei quali teoricamente per tutti si desiderava salva la vita ed il ravvedimento da eventuale eresia, fossero giudicati secondo precise norme giuridiche, oggettivamente verificabili, ma che poi si tramutarono in confessioni estorte con l’ausilio di mezzi di tortura (come si era soliti in quell’epoca e non solo).

In tutti gli altri paesi d’Europa, dove non si usò la tortura e dove ogni cura fu disposta perché di ogni seduta processuale fosse conservata una precisa documentazione scritta, testimone delle azioni e delle parole sia dell’accusa sia della difesa (non contemplata nel primo caso), in ogni deposizione processuale, non furono infatti riscontrate ne colpe di sodomia o ne presenza di eresia alcuna.
Se non sotto tortura, tutti i Templari non asserirono mai dottrine eretiche, non cattoliche, che potessero essere condannate dall’Inquisizione, ma furono traditi da alcune consuetudini che potremmo chiamare, secondo un gergo militare odierno, “nonnistiche”.

Di queste consuetudini il re di Francia, Filippo IV il Bello, si servì per screditare i Templari dapprima agli occhi di Clemente V e poi del mondo intero. Quando il Papa si accorse dell’inganno, il Re di Francia non esitò a far mandare sul rogo come “relapsi” (ovvero ricaduti nell’eresia), pur di vincere la partita contro l’Ordine, i 54 cavalieri sopra nominati, con la cui morte più nessun Templare, per paura di fare la stessa fine, dichiarò che le varie accuse furono estorte con le torture.

La stessa cosa avvenne qualche anno dopo per i principali dignitari dell’Ordine ed il Gran Maestro Jacques de Molay, uomo atto alla guerra ma poco esperto di arti diplomatiche, che per salvare l’onore dell’Ordine dichiarò come ogni accusa fosse stata estorta con la tortura e che tutti loro erano innocenti, e per questo motivo, ritenuti loro stessi “relapsi”, furono anche loro condannati al rogo nello stesso giorno.

Il ritrovamento della pergamena di Chinon

Grazie al ritrovamento della pergamena di Chinon, ritrovamento avvenuto nel 2001 presso l’Archivio Segreto Vaticano ad opera della Dr.ssa Barbara Frale, si è appreso che gli stessi dignitari Templari furono perdonati e reintegrati nella piena comunione cattolica, dopo che la delegazione pontificia costituita da tre cardinali li avevano assolti a Chinon.

A differenza degli innumerevoli fantasiosi e dozzinali testi reperibili ovunque nella letteratura di intrattenimento sui Templari, sui loro incredibili tesori e sulla fantasiosa ricerca del Sacro Graal, la storiografia ha analizzato l’intera documentazione d’archivio disponibile relativa al processo che i Templari dovettero affrontare negli ultimi anni della loro esistenza, compresi gli interrogatori anche con la tortura fisica sempre applicata dall’inquisizione secolare che dipendeva non dalla Chiesa ma bensì dallo stesso Stato laico assolutista francese che aveva tutto l’interesse a distruggere un ordine così potente.
Non dobbiamo dimenticare che l’Inquisizione non fu, come vorrebbero molti suoi detrattori, un tribunale segreto ecclesiastico che volesse porsi al di fuori dell’ambito giuridico.
Un dettagliato resoconto che restava agli atti è giunto fino a noi, documenti custoditi in ogni archivio Inquisitoriale: l’esistenza di simili testi è indizio della volontà di un processo che non si affidi a segrete ed inconfessabili procedure, ma che sia sempre verificabile nella sua conformità alle legislazioni vigenti all’epoca.

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QUI DI SEGUITO VIENE RIPRODOTTA LA LOCANDINA DEL C ONVEGNO
Convegno Studi Storici sul  “PROCESSO AI TEMPLARI”

 

LA “CONSUL PRESS” prossimamente pubblicherà un nuovo articolo sulle iniziative dell’Associazione “S. Maria del Tempio della Concordia” nonché un’intervista al Principe Mario Augusto Petricca Giordani, Gran Maestro dell’Ordine Capitolare dei Cavalieri della Concordia, Ordine con il quale intercorrono rapporti di reciproca stima e vicinanza.
Inoltre questa Testata, apprestandosi a migliorare e potenziare il proprio sito web, è intenzionata a dedicare una particolare Rubrica proprio all’Ordine Capitolare della Concordia e ad alcune altre Confraternite ed Istituzioni od Ordini di comprovata caratura per affidabilità e storicità nell’ambito della propria specifica Sezione riservata ai ai “Templari, Nobili e Cavalieri”,
_________________AD MAIORA !!!

Barbara Frale, la Pergamena di Chinon, Processo ai Templari, S.Maria del Tempio della Concordia