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Affari sporchi e francescani

La digestione del potere è cosa ardua. La vicenda del sacco di Roma è inquietante. Non c’è cambiamento. La truffa è trasversale. Uomini venuti dal nulla s’improvvisano salvatori  della patria. Restano uomini di nulla, interessati solo alla scalata del potere.

Chi è Luca Parnasi? Nessuno lo conosceva o ha sentito mai parlare di lui. Sembra pieno di soldi, che distribuisce equamente a destra e a sinistra, comprando favori o acquistando benemerenze. Non è un fedele, non è un credente. È un arrampicatore.  Chi glieli ha dati? Le Banche? E perché? A giudicare dai suoi conti, deve ancora restituire i soldi che ha preso. Unicredit ne sa qualcosa, preoccupata per la spaventosa esposizione del gruppo Parnasi. Sconta i rimborsi con la sua ascesa.Il nuovo, l’antisistema che diventa sistema, non può improvvisarsi competente. Ci vogliono studi, esperienze, conoscenze. Ha in mano le leve del potere, ma come usarle? Di Maio e Salvini sono come due passeggeri su una nave da crociera. All’improvviso, nella sala di comando, devono guidare la nave. A chi affidarsi?   Alla burocrazia no. Troppo complicata, farraginosa e compromessa con i vecchi governi. Allora, ci si affida agli sconosciuti che vantano intraprendenza, un bel sorriso e tanta disinvoltura. Basta che uno raddrizzi le malefatte dei mondezzari di Livorno perché passi per un genio della finanza. Addirittura lo s’invia a Roma, per dare una mano alla Raggi. È un genio venuto dal nulla, sponsorizzato, figuriamoci, da un Grillo capocomico e da un Casaleggio (ma chi è costui?).

Il duo Parnasi e Lanzalone fa una bella accoppiata. Il primo costruisce, il secondo locupleta. Lo stadio della Roma è un’occasione ghiotta per fare quattrini Quanto costa? Non ha nessuna importanza, tanto i quattrini arriveranno a fiumi con l’affare dello stadio. Nel frattempo, si distribuiscono acconti a destra e a manca. È un progetto che se consente tante tangenti deve costare la metà di quello che sappiamo. Ma a chi importa? Non certo al Sindaco di Roma, che è come S. Francesco, piena di candore amministrativo.

Il Lanzalone è tanto bravo che diventa subito il Presidente dell’ACEA, a 200.000 euro l’anno. Sì, sono invidioso, come milioni di cittadini italiani che non hanno mai visto 200 mila euro tutti assieme. È partito come avvocato, è diventato esperto di mondezza, ora è un genio dell’ACEA. Una carriera folgorante. Lo sospettavate che vi fossero geni sconosciuti della finanza e del mattone fra noi?  La scalata è crescente. L’avvocato mira sempre più in alto. D’altro canto, i due, sono convinti di fare il governo, di nominare i Ministri, di avere le mani in pasta, d’essere sempre più inseriti nelle maglie del nuovo. Due tarme, per mangiare tutto.

 Il Parnasi non è avido, è avidissimo. Data la sua situazione finanziaria traballante, oltre allo stadio della Roma vorrebbe fare anche quello di Milano e gli va male, perché c’è uno che è onesto, che dice di no alle sue amichevoli profferte. Pensate, diventa un eroe uno che è onesto! Il Lanzalone, invece, che rifugge dal mattone, mira ancora più in alto. Aspira a diventare il Presidente della Cassa Depositi e Prestiti, come successe al Mussi, che da cavallaro della Maremma, dopo aver dissestato il Monte dei Paschi, aspirava a diventare il Presidente dell’ABI.

L’assalto alla diligenza s’interrompe con l’intervento della Magistratura. Ora, tutti zitti. Nessuno sapeva niente, nessuno li ha conosciuti, se non per caso. Tace la Raggi, che sostiene d’essere la parte lesa. In realtà, è lei che ha avallato la mediazione fra il vecchio e il nuovo progetto dello stadio. È lei che ha nominato il Lanzalone Presidente dell’ACEA. È lei che era convinta (ora, forse, non più), d’aver per le mani un genio.

 Ma chi glielo ha proposto? Vuoi vedere che il Sindaco di Livorno con una raccomandazione, ha spiazzato tutti i possibili consulenti che ci sono a Roma e dintorni? Grillo tace. Il mestatore occulto, Casaleggio, fa finta di nulla.  5-Stelle è un po’ in crisi. Il nuovo collide con il vecchio, i trafficanti sono all’assalto del nuovo, ne approfittano per lucrare, tanto i politici sono bambocci. Basta dare quattrini e promettere voti, far sperare loro di tirarli fuori dalle grane. Ghe pens mi. Ma la tragedia non è per 5Stelle. Stiano tranquilli. In buona fede gridavano onestà, onestà, e il mondo politico preesistente, a buon ragione, non ne era affatto turbato. I soldi li hanno dati a tutti, a Salvini, a Sala, al Pd, a chiunque avesse un briciolo, un’inezia di possibilità di scalare il potere e di concedere favori.

La trasversalità della corruttela è il vero fenomeno inquietante. Sono tutti nel mazzo, chi più e chi meno, più o meno legalmente, tutti moralmente compromessi. Non è un bel vedere e temo che se ne vedranno delle belle, ancora. A quale altro incompetente squalo rampante si rivolgerà la Raggi nei prossimi mesi? Quali altre inquietanti amicizie avranno i Giorgetti e i d’Onofrio?             Qualcuno al potere dovrebbe mettersi in testa che governare non è né rubare né consentire agli altri di trafficare e rubare. L’ingenuità del nuovo o dello sprovveduto non basta a giustificarsi.

 Occorre essere accorti. La prudenza dovrebbe aiutare l’inesperienza.

STELIO W. VENCESLAI