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Anomalia di una “Terra Promessa”
nella geopolitica del Mediterraneo

“L’ANOMALIA DELLA TERRA PROMESSA
ultimo romanzo dell’Amb. BRUNO SCAPINI  presentato a Roma,
venerdì 29 marzo
presso il Caffé Letterario HORAFELIX  

 > con un’Introduzione di MARIA GRAZIA DE ANGELIS *
una Recensione di ELISABETTA PAMELA PETROLATI *
….e  “Note a Margine” della nostra Redazione

Come si può chiaramente evincere dal titolo, la trama concerne la drammatica situazione in cui si trova quella terra di biblica memoria che conosciamo come Palestina, e che ormai da ben oltre 75 anni conosce tragiche vicissitudini per via dello storico confronto tra Popolo Palestinese e Stato di Israele. Nel titolo si fa anche riferimento ad una “anomalia” che presenterebbe questa terra. Una sorta di “difetto genetico” se vogliamo che avrebbe impedito finora di pervenire ad una pacificazione nonostante il lunghissimo tempo trascorso.
Il romanzo aiuta  a comprendere questa “anomalia” e – scopo della presentazione – è stato proprio quello di approfondire non solo gli aspetti letterari dell’opera ma anche, e soprattutto, quelli più controversi di natura storico-politica.
La “Tavola Rotonda” è stata l’occasione per affrontare, in sede di dialogo col pubblico, anche la questione di come si pone la guerra che si sta combattendo oggi a Gaza nel più ampio critico contesto geopolitico del momento.

*MARIA GRAZIA DE ANGELIS
-Presidente “AiSlO”
Ass. Italiana Studio del Lavoro
per lo Sviluppo Organizzato 

 

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Si riporta qui di seguito, per gentile autorizzazione della stessa autrice, la recensione già pubblicata
sul
periodico “Agire Sociale” a firma di Elisabetta Pamela Petrolati,
apparsa nel fascicolo n.1 genn/febbr. 2024, come indicato in calce nelle nostre “Note a Margine”

Il libro L’Anomalia della Terra Promessa” di Bruno Scapini (Calibano Editore / dicembre 2023) incentrato sulla causa palestinese, narra una storia scritta circa tre anni fa, ma la vicenda appare drammaticamente profetica degli ultimi accadimenti del presente, forse perché l’autore – dopo quarant’anni di carriera diplomatica – possiede una straordinaria conoscenza  dell’assetto geopolitico a livello storico e attuale della storia palestinese, delle terre limitrofe e di tutte le nazioni connesse al conflitto israelo-palestinese.

La prima presentazione di questo libro si è svolta nella Sala Congressi dell’Hotel Donna Laura Palace di Roma, alla presenza di un pubblico interessato e motivato, composto di personalità prestigiose del mondo culturale, politico, istituzionale, diplomatico, e dell’informazione.
Sono intervenuti con l’autore: S.E. Abeer Odeh – Ambasciatore della Palestina / Marino Biondi – critico letterario / Talal Khrais – giornalista dell’Assoc. Italo-Araba Assadakah / Marco Rizzo per  Democrazia Sovrana Popolare / Francesco Toscano – giornalista in collegamento dal suo canale Visione TV / Guglielmo Crostelli – moderatore e conduttore della serata, mentre le letture sono state effettuate dalla sottoscritta. Gli interventi sono stati di alto livello e hanno coinvolto i presenti generando commozione ed empatia nei confronti della tematica.

Questo nuovo romanzo di Bruno Scapini prosegue il filone della fantapolitica che consente all’autore di trattare grandi tematiche sociali, storiche e politiche, attraverso lo strumento dell’invenzione romanzesca, purtuttavia costruendo trame non molto lontane da quello che avviene nella realtà.
Dopo la carriera diplomatica, Bruno Scapini si è dedicato alla narrativa e al giornalismo, scrivendo articoli di geopolitica per diverse testate giornalistiche, pubblicando numerosi romanzi tutti con le Edizioni Calibano e precisamente : Operazione AKHtamar (2019) // Arktitos. La scacchiera di ghiaccio (2019) // Artsakh. Confessioni sulla linea di contatto (2021) // Somnium. Urla dall’universo (2021).
Nella sua opera la narrazione fantapolitica e di spy story è sempre legata a nefandi giochi di potere e a misteriosi progetti di militarizzazione, ma i personaggi possiedono sempre una profondità che li rende credibili sia quando delinea personalità connotate di grande crudeltà e freddezza, sia quando tratteggia profili di innegabile valore umano, saggezza e intelligenza.

IL LIBRO è così attuale che sembra appena scritto: solo un attento conoscitore di fatti, ambienti, luoghi, intrecci politici e diplomatici poteva intessere una storia così intricata, avvincente e sorprendentemente realistica. Dal romanzo emerge il dramma delle condizioni di vita del popolo palestinese che fornisce ai lettori, agli studiosi e al mondo dell’informazione una preziosa occasione per sollecitare una presa di posizione rispetto al genocidio in atto nella striscia di Gaza.
Il titolo suggerisce sapientemente al lettore la traccia che seguirà l’azione narrativa. Esiste una “anomalia” legata alla terra “promessa” da Dio contesa fra tre popoli.
Il protagonista Abraham Kenen è agente della CIA ma segretamente al servizio della parte sionista del governo Israeliano, che persegue il sogno biblico di un “Eretz Israel”, un Grande Israele legittimato a schiacciare e annientare chiunque ostacoli questo progetto. Kenen finge di assolvere al compito assegnatogli di collocare un cannone laser sul monte Ararat con lo scopo di impedire il traffico di armi verso Hamas e Hezbollah, per realizzare invece un’operazione finalizzata a scatenare una guerra senza precedenti tra i paesi arabi. Questo personaggio dalla freddezza diabolica – come quelli che quotidianamente vediamo all’opera nei territori di Gaza – sarà contrastato da tutta una serie di figure che, per vari motivi strategici e politici, hanno interesse a fermarne l’azione.

Funzionari dei vari Stati: americani, israeliani, palestinesi, armeni, turchi, giordani, sono coinvolti in intrecci e piani politici che hanno dei risvolti di forte azione e dinamicità. Così il lettore può trovarsi nella spedizione sul monte Ararat, con i suoi paesaggi e le sue pericolose gole, oppure in Palestina, ad Hebron, per una vicenda di spionaggio e sensualità tra un colonnello israeliano e una bellissima donna palestinese, oppure nell’ufficio del Segretario di Stato a Whashington, o ancora a Gerusalemme, Tel Aviv, Amman… L’intreccio dei personaggi, le missioni segrete e di controllo, gli strumenti tecnologici e le armi di nuova ingegneria, le spedizioni archeologiche che si uniscono a quelle tattiche e belliche,  lasciano il lettore senza fiato, avvinghiato a un filo narrativo che si interseca nei meandri delle vicende con infallibile coerenza e compostezza, senza sbavature o punti vuoti. Le vicende, i colpi di scena, gli assetti politici e storici sono mirabilmente e fluidamente offerti al lettore attraverso gli efficaci dialoghi e le interazioni dei personaggi.
La parola “anomalia” ricorre frequentemente e in modo versatile, fa da comune denominatore ai vari scenari: “anomala” è la sporgenza che appare e scompare sul monte Ararat di cui non si riesce a capire la natura e si presume sia una parte della famosa Arca di Noè; “anomala” è la promessa di Dio della Terra promessa (*1); “anomale” sono le varie spedizioni che si intrecciano; la conclusione stessa del libro rimanda a un doppio senso accattivante sul concetto di “anomalia”.

Non manca il sentimento in questo libro, sia relativo alla sofferenza del Popolo Palestinese e agli sforzi di chi crede nella pace, sia relativo alle storie d’amore delicate che nascono tra i personaggi appartenenti alle diverse nazionalità. La scrittura sapiente, dinamica, irreprensibile di Bruno Scapini sa ben mettere a frutto l’approfondita conoscenza ed esperienza sul campo dei luoghi e dei meccanismi politici affrontati, elaborando trame romanzate  che sospingono il lettore anche un po’ più in là dei fatti narrati, lasciando uno spazio di riflessione e di proiezione ideale importanti.

Del resto anche un romanzo può incentrare l’attenzione del pubblico sulla drammatica situazione che sta affrontando il popolo palestinese e sulle insufficienti riposte politiche della comunità internazionale: in tal senso Scapini si rivela come un coraggioso interprete dei fatti attuali, in opposizione a un addomesticato mainstream che nega e altera l’evidenza del genocidio che sta avvenendo nei territori di Gaza.

 

 

*ELISABETTA PAMELA PETROLATI
– Autrice, Docente e  Poetessa 

 

 

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NOTE A MARGINE

“L’anomalia della Terra Promessa” (Calibano Editore, dic. 2023) – una spy story dell’Amb. Bruno Scapini – è stata presentata venerdì 29 marzo a Roma presso il Caffé Letterario “HoraFelix”, difronte ad un auditorio attento e qualificato.
Alla “Tavola Rotonda” ha partecipato lo stesso Ambasciatore con Elisabetta Pamela Petrolati – Docente e Poetessa che, dopo aver inizialmente presentato l’autore, ha successivamente letto alcuni brani del  testo, nonché con Maria Grazia De Angelis – Presidente AiSlO, che ha interloquito sia con l’autore, sia con il pubblico, esaminando alcuni punti salienti dello stesso Testo.
Tra gli ospiti e gli invitati presente anche S.E. Tsovinar Hambardzumyan, Ambasciatrice Plenipotenziaria della Armenia presso la Repubblica Italiana..
BRUNO SCAPINI, già Ambasciatore d’Italia in Armenia e Console Generale a Capodistria, è attualmente Presidente Onorario dell’ AIACI – Ass.ne Italo Armena per il Commercio e l’Industria, nonché analista freelance di politica internazionale e collaboratore con numerose Testate di Geo-Politica; è altresì candidato alle Elezioni 2024 per il Parlamento Europeo con “Democrazia Sovrana Popolare” nella 3^ Circoscrizione (Lazio, Marche, Toscana, Umbria).
Al termine della conferenza, tra l’altro molto applaudita, ha fatto seguito un interessante dibattito con il pubblico presente in sala, unitamente ad un augurale e simpatico brindisi con la richiesta per un nuovo eventuale incontro di approfondimento su tematiche geo-politiche.
Come già indicato ad inizio dell’intervento di Elisabetta Pamela Petrolati, si precisa che tale recensione è già stata pubblicata sul periodico “Agire Sociale News” nel fascicolo n.1/2024 – bimestre gennaio/febbraio ed è direttamente visionabile nel file pdf qui di seguito indicato:  
Anomalia della Terra Promessa – Agire Sociale News – 

Tale Rivista è sorta il 30 ottobre 2013 quale organo ufficiale della Fondazione Pina Alessio Onlus, per diffondere le iniziative socio- culturali della stessa Fondazione; ha una propria Redazione centrale a Gioia Tauro ed è guidata da Giuseppe Alessio – Direttore Editoriale e da Michele Petullà – Direttore Responsabile.  

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Per quanto riguarda l’Armenia,  la Consul Press si è da tempo schierata a fianco di tale Nazione e del suo Popolo, come riscontrabile da una serie di interventi già pubblicati sul proprio sito in sinergia con altre Testate Editoriali – tra cui “Storia Verità” diretta da Alberto Rosselli – nonché partecipando a diversificate iniziative – tra cui un sit-in organizzato dall’ex Ambasciatore ed esponente della Comunità di Armeni in Italia, Sargis Ghazaryan, che può essere considerato un Italiano ad honerem, avendo conseguito la Maturità Scientifica nel Collegio Armeno di Venezia, poi la laurea in Scienze Internazionali e Diplomatiche nel 2001 ed il Dottorato di Ricerca in Geografia politica e Geopolitica nel 2006.

Ritornando invece alla “Anomalia della Terra Promessa” (*1), potrebbe essere opportuno citare anche una frase che, salvo errore, risulterebbe pronunciata a suo tempo da David Ben-Gurion, uno dei Padri Fondatori d’Israele: “Gli arabi dovranno andarsene, ci vuole un momento opportuno per realizzarlo, come una guerra…”

E ci piace evidenziare come la Consul Press abbia sempre seguito una propria autonoma Linea Identitaria “fuori dal coro” – ipotizzando la realizzazione di una “Europa Unita” dall’Atlantico agli Urali (quindi né filo-Atlantista, né filo-Nato), partecipando – fin dal dicembre 2017 – ad un Convegno presso il Parlamento Europeo in Roma, per la revoca delle sanzioni contro la Federazione Russa, promulgate da quella “Europa con sede a Bruxelles” (anziché ad Aquisgrana o a Roma) e,  purtroppo,  secondo un mio personale giudizio, a forte trazione anglo-americana, distante e diversa dalle nostre aspirazioni e tradizioni.

___________________ Giuliano Marchetti

Armenia, Cia, Eretz Israel, Europa, Terra Promessa