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Arriva lontano il Mare di Casa

OLTRE SUEZ  GLI APPRODI D’INTERESSE

Non sarebbe il caso di eliminare, una volta per tutte, la non benevola definizione “Italiani popolo di bagnanti, non di naviganti” ?
Gli ottomila kilometri di coste che contendono lo Stivale al mare solo sporadicamente hanno rappresentato una opportunità per un Paese con lo sguardo rivolto più alla terra ferma che alle proprie acque. Il Mediterraneo, come stiamo vedendo, da tempo, non è il “Mare Nostrum” della Latinità, ma un discreto bacino per gli interessi di paesi stranieri non certo disinteressati al predominio su questo mare.

E’ proprio questa situazione che  ci obbliga a riconsiderare la necessità, oggi non rimandabile, di una politica marittima incisiva, che sappia salvaguardare economia e sicurezza. Nel corso della presentazione del nuovo numero della Rivista “GEOPOLITICA” presso la Libreria Hora Felix, il Prof. Tiberio Graziani, Direttore del periodico ha sottolineato la pericolosità di una sottovalutazione dei nostri interessi; il mancato impegno per superare la carenza strutturale di gran parte dei porti italiani impone il pronto ammodernamento di queste aree, essendo, tale disservizio, motivo principale della fuga verso Gibilterra della marine commerciali dirette, da lì, verso Nord.

Questo strabismo italiano, che in passato, è stato comune ai tanti governi succedutisi nel tempo non ha permesso la costruzione di quella linea ferroviaria veloce risolutiva nel collegamento del Nord Europa con i più importanti scali marittimi. Siamo giunti al 2024  per comprendere che la nostra zona d’interesse non termina all’ingresso di Suez:  più a Sud, il Mar Rosso offre la possibilità di nuovi scali intermedi, quanto mai utili per gli scambi commerciali indo-asiatici.

Un Paese come il nostro, proteso sul mare quasi a toccare il continente africano, destinatario principale di quel “Piano Mattei” recentemente lanciato dal Governo non può fare a meno di incrementare tutte quelle attività, che dal mare prendono il loro sostentamento. La sicurezza della navigazione, quindi, è condizione essenziale per ogni politica: la Nazione Italiana ha l’obbligo, pena una grave crisi economica, di assicurare, in tutte le acque, la libertà di navigazione, così come ha l’obbligo del controllo del mare di casa, il nostro vecchio Mare Nostrum.

ALESSANDRO P. BENINI

 

 

 

 

Libreria Horafelix, Rivista GEOPOLITICA, Tiberio Graziani


Alessandro P. Benini

Esperto di Finanza e di Storia dell'Economia.