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Autore: Alice Mignani Vinci

L’omicidio di Sharon Verzeni – il baratro mentale
e la protezione delle vittime che non esiste.

SHARON VERZENI  ed  ALICE  SCAGNI, una duplice tragedia che poteva essere evitata

un’analisi di ALICE MIGNANI *

Nel momento in cui mi appresto a scrivere quanto segue, l’Italia è sconvolta da due gravi fatti di cronaca, che seppur differenti, rimettono al centro l’urgenza di una riflessione su quello che è l’attore protagonista di entrambe le vicende: il baratro mentale, quando esso diviene atto violento, eliminatorio. Queste parole nascono da un moto di indignazione che mi coinvolge tanto quanto persona che come professionista.

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alice scagni, sharon verzeni

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La ragazza con la chitarra Emanuela Orlandi,
…….. un mistero lungo 40 anni

1983 /MCMLXXXIII  –  2023 /MMXXIII 
DOPO 40 ANNI, ANCORA ALLA RICERCA DELLA VERITA’ 

una riflessione di ALICE MIGNANI VINCI *

Emanuela Orlandi, studentessa di musica, scomparve a Roma il 22 giugno del 1983. Aveva appena 15 anni quando si perse ogni traccia di lei.
Il 23 marzo 2023 è stata approvata la “Commissione Parlamentare d’Inchiesta” sulla sua scomparsa.

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Emanuela Orlandi, la Banda della Magliana, S.C.V.

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Linda Evangelista, “sfigurata” nel corpo. La perdita della bellezza o la bellezza che sovrasta l’anima?

La bellezza, l’eterna giovinezza, vincere lo scandire del tempo, annullarlo, congelare il processo di decadenza che impietoso riporta lo specchio nello scorrere imperituro dei giorni. Storie celebri come quella di Dorian Gray, dall’acuta penna di Oscar Wilde, ci narrano che però c’è spesso un prezzo da pagare, per rendere eterni volti d’angelo, epidermidi di seta, corpi statuari.
Per coloro che poi della bellezza fanno mestiere, necessità
legata al lavoro, per chi può perdere molto nello sfiorire, oltre il proprio piacere e narcisismo personale, tutto ciò può divenire drammatico declino. Poi ci si mette il destino, a volte beffardo, crudele, le coincidenze peggiori, che conducono ad esiti tragici.
Ci tengo a manifestare la mia solidarietà alla modella Linda Evangelista, vittima di un trattamento estetico (
criolipolisi) che pare aver portato un rarissimo effetto collaterale, col risultato di averla deformata nei lineamenti, producendo l’effetto opposto a quello desiderato.
Il dolore è così intimo, così personale, unicum nella storia e percezione del vissuto di una persona, che a nessuno di noi compete giudicare la profonda depressione e l’isolamento sociale che la modella ha
esternato a seguito di ciò. Quello che per noi, per alcuni, può rappresentare ostacolo affrontabile, per altri può divenire motivo di abisso profondo.

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Per i “Valori dell’Accoglienza” e della “Pari Dignità Sociale”

L’INTEGRAZIONE DELLE DIFFERENZE, IL RISPETTO DELLE PERSONE
ED IL CONTRASTO VERSO
LE DISCRIMINAZIONI
NON SONO UTOPIE MA OBIETTIVI DA PERSEGUIRE 

una netta presa di posizione da parte di Alice Mignani Vinci*

Pensare che i diritti civili dei soggetti fragili e delle minoranze siano “affar loro” – e non nostro o di tutta la società – è un grande errore; è uno dei passaggi sbagliati che dominano sovente il pensiero collettivo, con abile manipolazione dei media e delle informazioni che ci arrivano.
Noi e Loro. Pensare che la discriminazione verso le persone omosessuali, o verso uomini e donne trans, o il razzismo, siano problemi che non ci riguardano, è fallace convinzione.

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La ragnatela della violenza domestica

Quando il ragno tesse la tela della violenza domestica,
quale tutela e protezione per le vittime?

di  Alice Mignani Vinci

“Nessun posto è bello come casa mia”: così recitava la giovane Dorothy nel celebre lungometraggio disneyano “Il Mago di Oz”.
Eppure, tra quelle che dovrebbero essere mura sicure, culla degli affetti e rifugio dagli affanni, si annidano sovente regimi del terrore, sopraffazioni, abusi, paura soffocata e rinchiusa in una prigione.
Una emergenza, quella della violenza domestica, che il presente legato alla pandemia e alle relative restrizioni ha esasperato oltremodo, inutile eludere il dato oggettivo: la violenza è cresciuta in modo esponenziale a seguito delle misure adottate dal governo per il contenimento dell’epidemia da Covid-19.

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Il Reato di “Revenge Porn” in una lettura sociale e giuridica

UNA ANALISI su: 
– La violazione della privacy che annienta la dignità
– Il conflitto tra la libertà e il pregiudizio

A cura di ALICE MIGNANI  e ANGELO RUBERTO REVENGE PORN

– Art. 612 – ter del Codice Penale. È passato un anno dall’entrata in vigore della legge conosciuta come “Codice rosso” del 19 luglio 2019, n. 69, voluta in maniera bipartisan a tutela delle donne e dei soggetti deboli che subiscono violenze, per atti persecutori e maltrattamenti.
La legge ha introdotto tra l’altro l’art. 612 ter del codice penale, che punisce la diffusione illecita di immagini sessualmente esplicite. Articolo da subito sottoposto anche alla prova del lockdown – dovuto all’epidemia da Covid-19 – che ha anche determinato un aumento esponenziale dei comportamenti, anche illecite, online.

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Alberto Genovese: un orco moderno

Potere, onnipotenza, brivido del rischio… E sulla “cultura
dello stupro” che ancora non riconosce la centralità della Vittima

 _____________di ALICE MIGNANI VINCI *

Una violenza sessuale disumana e disumanizzante, quella subita dalla giovane modella 18enne il cui corpo è stato adoperato alla stregua di una entità inanimata e non senziente, un oggetto, un trastullo, una preda nelle mani avide del suo predatore, il milionario imprenditore Alberto Genovese, già  a suo tempo fondatore di “Facile.it”, ma poi lasciato nel 2014 senza più rivestire alcun ruolo operativo nell’ambito del Gruppo.

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A Lecce il brutale omicidio di De Marco: …..”ho agito solo per rabbia”

L’omicidio di Lecce 
Sulla banalità del male – Il vuoto che uccide

Una analisi di ALICE MIGNANI VINCI * 

“Ho agito solo per rabbia”: queste nella loro spaventosa e disarmante crudezza le parole di Antonio De Marco, il 21enne omicida di Lecce, reo confesso del massacro ai danni della coppia di fidanzati Daniele De Santis ed Eleonora Manta, rispettivamente 30 e 31 anni.  Numerosi i colpi inferti con un coltello da caccia, anche in parti non vitali come il volto, il che indica una propensione alla violenza, nella sua forma più pura e refrattaria ad ogni pietà. Rabbia, rancore e desolazione: il male che si alimenta nel profondo dell’animo umano.

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Roma 10 giugno 2015, l’abisso della scomparsa di Daniele nel nulla

“La scomparsa di Daniele Potenzoni”

Un contributo di ALICE MIGNANI VINCI
e, a seguire, una intervista a Luca, fratello di Daniele 
con una breve  prolusione di Raffaele Panico

L’abisso dell’incertezza, il dolore del non conoscere. La ricerca della verità per uscire dal tormento dell’ignoto. Riflessioni e intervista a Luca Potenzoni, fratello di Daniele.
La dott.ssa Alice Mignani Vinci – Assistente sociale, Criminologa ed Educatore Professionale dedica questo “contributo a tutti coloro che serbano un profondo dolore per un caro perduto o scomparso. Per chi, dilaniato dalla sofferenza dell’incertezza, fatica a trovare il cammino di un nuovo giorno o di un futuro. Alle persone che debbono combattere con l’angoscia di un vuoto non colmato. A coloro che, nonostante tutto, seguitano ad attendere sulla riva della speranza”/ Raffaele Panico

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Sette e psicosette: il male che si incunea nelle fragilità

Il caso della setta di Novara, un fenomeno sotterraneo, subdolo, sommerso: trame e immoralità
che hanno agito per anni. Riduzione in schiavitù,  danni psicologici, famiglie distrutte e vite rubate

Alice Mignani Vinci *

Lo sconvolgente caso della setta di Novara ha ridestato l’attenzione e la riflessione su un fenomeno sotterraneo, subdolo, che sovente è sommerso, nelle sue trame e nel suo immorale agito, per anni. Riduzione in schiavitù,  danni psicologici, vite rubate, il tutto grazie ad una rete efficiente e legittimata dall’azione di professioniste adibite al reclutamento delle “prede”.

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Legge Codice Rosso art.583/5° la “Deturpazione dell’ Identità”

AGGRESSIONI CON L’ACIDO: 
DETURPARE LA BELLEZZA, CORRODERE L’IDENTITA’

 Riflessioni su una turpe realtà attuale, alla luce del nuovo reato art. 583/ 5° –  Legge Codice Rosso

 a cura di ALICE MIGNANI VINCI *

Un tempo era il cinema di stampo fantastico, incubi e potenti immagini di celluloide. La vendetta di un subdolo e beffardo Joker (Jack Nicholson), ai danni di una bella e segreta amante, la volontà di deturparne la beltà, forse per assoggettarla in modo ancora più profondo (“Batman” di Tim Burton, 1989).
Un tempo era l’India, il Bangladesh e il Pakistan, terre e culture lontane dall’occidente, donne (e bambine, è il caso di specificare) orrendamente sfigurate, colpevoli di aver rifiutato proposte matrimoniali e corteggiamenti di uomini-padroni o mariti rancorosi, supportate da associazioni che tentano di ridonare loro la dignità e il sorriso (come “Smileagain”).

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Deborah Sciacquatori: giustiziera e salvatrice

 LA TRAGEDIA TRA LE MURA DOMESTICHE DI DEBORAH, GIOVANE 20ENNE DI MONTEROTONDO   

Alice Mignani Vinci * 

Deborah Sciacquatori, il tragico epilogo di una giovane ragazza che si è dovuta ergere in un sol tempo a giustiziera e salvatrice: un gesto disperato, per sempre sulle sue spalle, e nella memoria del trauma.

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Il fenomeno delle violenze domestiche
in triste ascesa nei tempi di “quarantena”

La sindrome da alienazione genitoriale:
come la quarantena aggrava questi fenomeni”

Quando un minore assiste ad una violenza in quella stessa casa che dovrebbe rappresentare un porto sicuro, ad opera di quelle persone che sono i suoi riferimenti affettivi, il trauma è enorme, entra sottopelle, si incide nella memoria.
In questi giorni di chiusura forzata a causa della quarantena imposta per arginare il contagio da Covid-19, vengono meno gli spazi di evasione scolastica, i rifugi ludici, per molti bambini che presentano situazioni familiari tese e problematiche, che sono spettatori inermi di conflitti tra i genitori, che assistono giocoforza alla violenza.

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I mille volti della violenza domestica
ai tempi del Covid-19″

I Mille Volti della “Violenza Domestica
 nuove emergenze e regimi di terrore ai tempi del Covid-19

una analisi di Alice Mignani Vinci (*1) 

L’emergenza Covid-19 ha fermato l’Italia, ha costretto le persone a rinchiudersi tra le mura domestiche. Per alcuni, anche sicure e confortevoli, ma per altri veri e propri teatri di orrore: là dove l’Italia si ferma, la violenza domestica corre sul filo della paura, anzi si esaspera. Per molti restare in casa diviene una vera e propria condanna agli abusi domestici. Regimi di terrore, dittature ingabbiate, tensioni che esplodono, e sovente uccidono.

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