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Autore: Francesco Ricci
Fiorentino, classe 1965, vive a Siena
ove è docente di letteratura italiana e latina, nonché autore di
numerosi saggi di critica letteraria, dedicati in particolare al
Quattrocento (latino e volgare) e al Novecento.
María Zambrano (1904-1991), allieva di Ortega y Gasset e di Xanier Zubiri, nel 1958 pubblicò Persona e democrazia. A quel tempo la pensatrice e saggista viveva in esilio, avendo dovuto lasciare nel 1939 la Spagna, al pari di molti artisti e intellettuali repubblicani, dopo la vittoria del franchismo. A Parigi aveva conosciuto Jean-Paul Sartre e Albert Camus, a Roma, dove rimase fino al 1963, era divenuta amica di Alberto Moravia, Cristina Campo, Elémire Zolla.
Quando le Città diventano tutte uguali, purtroppo l’Umanità viene costretta a vivere in un’unica area territoriale “omologata” e sottoposta ad una forzata globalizzazione, trovandosi così esodata “da una città che era il mondo al mondo che è una città”, come acutamente esposto da Zygmunt Bauman.
Una volta Cesare Garboli, parlando del Mondo salvato dai ragazzini di Elsa Morante, ha scritto che “Il contrario del potere non è un potere diverso. Il contrario del potere è l’intelligenza”.
Attendersi iniziative brillanti e decisioni sagge da chi lo detiene è uno sbaglio, e non è il peggiore che si possa commettere. Ancora più grave, come errore, è ritenere che il potere sia innocente e alieno da ogni tipo di azione nociva nei confronti dei cittadini.
Quando sentiamo pronunciare la parola storicizzare in relazione a un libro, pensiamo solitamente alla necessità di calare il testo in questione nel contesto linguistico e storico che gli è proprio. Non farlo è estremamente dannoso, dal momento che può generare fraintendimenti e alimentare errori.
Un esempio in tal senso ci viene offerto dalla magistrale lettura che Gianfranco Contini dette del sonetto Tanto gentile e tanto onesta pare, appartenente alla “Vita nova” di Dante.
La Violenza della Parola Poetica
e la tensione verso una dimensione altra
viaggio nella violenza poetica di FRANCESCO RICCI
Rainer Maria Rilke (1875-1926), Cristina Campo (1923-1977), Tomas Tranströmer (1931-2016) sono tre dei maggiori poeti del Novecento. Ad accomunarli, oltre al “parlare per segni” (il simbolismo), concorrono la malattia, il pessimismo, il giudizio critico nei confronti del loro tempo, il riconoscimento dell’importanza del silenzio, l’acuto senso della transitorietà.
Quando ha cessato la giovinezza di essere una grande avventura?
Reinaldo Arenas e la gioventù cubana
un “Sogno Rivoluzionario” analizzato da FRANCESCO RICCI*
In Prima che sia notteReinaldo Arenas, nato a Cuba nel 1943 e morto suicida a New York nel 1990, ripercorre la sua esistenza, segnata, al pari di tanti suoi connazionali, dalla rivoluzione di Fidel Castro. All’inizio l’adesione dello scrittore al nuovo regime è forte e convinta, anche se il nonno gli ha sempre detto che il comunismo rappresenta la fine della civiltà.