Cultura del Sindacalismo all’Associazione Ugo Spirito
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Una delle tante eredità che una guerra lascia ai posteri è quella delle canzoni. Da sempre infatti la musica ha fatto parte della vita dei soldati nei campi di battaglia o nelle retrovie. Accompagnate da un testo facilmente memorizzabile, vennero composte per aumentare il senso di appartenenza ad un gruppo, per sollevare gli animi oppure per esorcizzare la paura della morte, sempre in agguato. Altre invece narrano di amori lontani, di speranze, di lontananza dalla casa e dall’affetto materno o glorificano le gesta eroiche esaltandone il coraggio e il sacrificio.
(69 ° dalla fondazione)
Sabato 24 novembre 2018 – H. 17.30
Complesso Monumentale di San Salvatore in Lauro
Piazza di S. Salvatore in Lauro, 15 – Roma
una recensione con un articolato commento a cura di ANDREA ZAMBRONE *
Con il libro “Compagno mitra” hanno nome e volto quei partigiani che uccisero nemici politici e innocenti padri di famiglia. Molti fatti raccontati dallo storico Gianfranco Stella sono noti. Quel che non era noto erano i nomi dei killer e delle bande di gappisti che agivano indisturbati in nome della giustizia proletaria con omicidi, razzie, sequestri ed estorsioni riuscendo a sfuggire alla giustizia o salvandosi con pochi anni di carcere. Come il partigiano Drago: un killer spietato che ammazzò 150 persone, tra cui il sacerdote don Dante Mattioli, il cui corpo non venne mai trovato. Coperto dal Pci, sconosciuto ai libri di storia, nessuno lo disturbò mai e morì nel suo letto con al collo una medaglia al valor militare.
La guerra civile tra bianchi e rossi fu ferocissima, perciò il «punto di riferimento» andava decapitato come Luigi XVI, sennò la rivoluzione, come quella giacobina, sarebbe stata monca: le rivoluzioni ideologiche non possono fare a meno del parricidio.
Un libro di LUCIANO GARIIBALDI, analizzato da RINO CAMILLERI*
Sono passati tanti anni da quando, per la prima volta – avevo già l’onore di ricoprire l’incarico di Direttore responsabile – presentai ai Lettori questa testata. Da allora molte cose sono cambiate, ma il quadro politico, caotico e spesso incomprensibile, del nostro Paese – ormai precipitato in una crisi morale, culturale ed economica senza precedenti – appare immutato, anzi aggravato, anche grazie al perdurante dominio dei poteri forti della finanza globalizzatrice, alle folli scelte della UE in materia di immigrazione terzomondista e al trionfo quasi incontrastato del pensiero unico relativista.