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Autore: Redazione

San Valentino speciale, a Torrevecchia Teatina, con le lettere d’amore degli emigranti

 

SONIA CANCIAN AL MUSEO DELLA LETTERA D’AMORE

San Valentino speciale, a Torrevecchia Teatina, con le lettere d’amore degli emigranti

 

CHIETI – Per chi volesse festeggiare in modo diverso l’amore, ecco un’occasione davvero speciale. Mercoledì 15 febbraio, alle ore 17 e 30, presso la sala dei convegni del Palazzo del Marchese Valignani a Torrevecchia Teatina la docente universitaria Sonia Cancian (Zayed University di Dubai, Emirati Arabi) parlerà del sentimento umano più nobile attraverso le lettere d’amore di due emigranti. L’iniziativa, che rientra nel ciclo delle manifestazione previste sotto il titolo “Lettere d’amore dall’Italia” è organizzato dall’Associazione AbruzziAMOci, con il patrocinio del Comune di Torrevecchia Teatina e del Museo della Lettera d’Amore, un museo unico al mondo nel suo genere. 

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Calendario seminari Danteschi

Calendario seminari Danteschi Fondazione Ernesta e Marco Besso

 

15 febbraio 2017 –  Alfieri e Dante

Relatore: Claudia Messina

 

1 marzo 2017 – Foscolo e Dante

Relatore: Luca Marcozzi

 

8 marzo 2017 – Leopardi e Dante

Relatore: Giuseppe Crimi

 

29 marzo 2017 – Pascoli e Dante

Relatore: Carla Chiummo

 

5 aprile 2017 – D’Annunzio e Dante

Relatore: Veronica Albi

 

12 aprile 2017 – Montale e Dante

Relatore: Ugo Fracassa

 

19 aprile – Luzi e Dante

Relatore: Paolo Rigo

 

3 maggio 2017 – Pasolini e Dante

Relatore: Paolo Falzone

 

8 maggio 2017 – Dante nell’arte

Relatore: Roberto Mulotto

 

15 maggio 2017 – Dante in America 

Relatore: Ted Cachey

 

22 maggio 2017 – Primo Levi e Dante

Relatore: Sonia Gentili

 

29 maggio – Dante nel Cinquecento

Relatore: Giuseppe Crimi

 

5 giugno 2017 – Monti e Dante

Relatore: Giuseppe Izzi

 

6 giugno 2017 – Dante nel Risorgimento (dalle 16.00 alle 17.00)

Relatore: Luca Marcozzi

 

7 giugno 2017 – Carducci e Dante

Relatore: Giuseppe Crimi

 

 

Musulmani e cristiani uniti nel chiedere ponti anziché muri

USA e migrazioni: musulmani e cristiani uniti nel chiedere ponti anziché muri

Il messaggio di COREIS e JRS (Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati) a seguito del bando di Trump

 

7 febbraio 2017 – In coincidenza con la celebrazione della Settimana mondiale dell’armonia interreligiosa istituita dalle Nazioni Unite, la Comunità Religiosa Islamica Italiana (COREIS) e il Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati (JRS) interpretano l’Ordine esecutivo del presidente Trump sul tema dell’immigrazione e dei rifugiati come un affronto ai nostri comuni valori musulmani e cristiani e una negazione della nostra condivisa umanità. L’Ordine è chiaramente discriminatorio, e mette a repentaglio i rapporti cristiano-musulmani. Vìola un dovere fondamentale delle nostre comuni tradizioni religiose, ovvero di “Amare dunque il forestiero, poiché anche voi foste forestieri nel paese d’Egitto” (Dt. 10,19), e viene meno al fine stesso dell’esistenza del genere umano sulla terra, com’è inteso nelle parole del Corano “O uomini, vi abbiamo creato da un maschio e una femmina e abbiamo fatto di voi popoli e tribù, affinché vi conosceste a vicenda” (Sura 49,13).
Diamo atto al dovere dei governi nazionali di proteggere i propri cittadini dalle situazioni di pericolo e di disciplinare le proprie frontiere a tutela della sicurezza nazionale. Vi sono, tuttavia, esigenze di ordine etico che trascendono i limiti dei confini nazionali, tra cui quella di assicurare protezione ai membri della famiglia umana che versano in situazioni di grave rischio. In un mondo quotidianamente ferito da violenze, ingiustizie, terrore e tirannia, le nostre tradizioni musulmane e cristiane ci chiamano a dare prova di coraggio e generosità, senza cedere alla paura o all’egoismo.
Papa Francesco ha parlato della migrazione come di un’occasione di grazia per tutti noi, ospiti e migranti senza distinzione: “In questo momento della storia dell’umanità, fortemente segnato dalle migrazioni […], chi emigra è costretto a modificare alcuni aspetti che definiscono la propria persona e, anche se non lo vuole, forza al cambiamento anche chi lo accoglie. Come vivere queste mutazioni, affinché non diventino ostacolo all’autentico sviluppo, ma siano opportunità per un’autentica crescita umana, sociale e spirituale?”

Come organizzazioni musulmane e cristiane, affermiamo la nostra solidarietà nei confronti di tutti i rifugiati, a prescindere dalla loro rispettiva fede. Ogni tentativo di respingere rifugiati sulla base della loro fede religiosa è in contrasto con i valori cristiani e musulmani della dignità umana, della cura per i più deboli della società, e della libertà religiosa.
Un bando imposto di fatto a una moltitudine di rifugiati musulmani potrebbe essere motivo di risentimento settario, alimentare il radicalismo, e inasprire eventuali tensioni religiose.
Siamo seriamente preoccupati dalla sospensione temporanea del programma di accoglienza dei rifugiati siriani, proprio nel momento in cui quasi 5 milioni di siriani sono stati costretti a fuggire dalle violenze in atto nel loro paese. Siamo anche allarmati dall’annunciata politica che intende riconoscere priorità ai rifugiati che si dichiarino vittime di persecuzione religiosa in paesi in cui la loro fede è minoritaria. Considerato che i sette paesi ai cui cittadini è fatto divieto per i prossimi tre mesi di accedere agli Stati Uniti sono tutti a maggioranza musulmana, l’Ordine esecutivo è chiaro segno dell’intenzione di porre i rifugiati musulmani provenienti da quegli stessi paesi in fondo all’elenco degli aventi priorità.
L’Ordine esecutivo rischia di destabilizzare la protezione dei rifugiati in senso globale, in quanto riduce il numero dei luoghi di reinsediamento e sbarra l’accesso alle richieste di asilo. Chiediamo ai governi di opporsi al bando posto in atto dagli Stati Uniti, e di fare in modo che sia potenziata nella sua struttura la protezione dei rifugiati nei rispettivi paesi. Sollecitiamo, peraltro, quelli che potrebbero voler attuare politiche isolazioniste ad approfondire le cause strutturali che sono alla base dello sfollamento forzato, e a condividere in maniera equanime l’onere derivante dalla protezione data ai rifugiati.
Cristiani e musulmani appartengono a tradizioni religiose che affondano ambedue nell’esperienza dell’esilio e dell’ospitalità di Dio, che a Lui è propria. Atteggiamenti ostili nei confronti degli sfollati non trovano posto nelle nostre tradizioni religiose, semmai sono manifestazioni di un solenne fallimento sul piano morale. Le nostre fedi invitano tutte le persone di buona volontà a promuovere ovunque una più profonda cultura dell’ospitalità nei confronti dei migranti e degli sfollati. Sia dunque riconosciuta la dignità di ognuno e il diritto di ciascuno di vivere in sicurezza in questa che è la nostra casa comune.

Imam Yahya Sergio Yahe Pallavicini
Presidente della Comunità Religiosa Islamica Italiana (COREIS)

P. Thomas H. Smolich SJ 
Direttore internazionale del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati (JRS)

Tutela della salute e missione ecclesiale

GIOVEDI’ 16 FEBBRAIO 2017

Ore 9,00 @ Ospedale “F. Miulli” (Acquaviva delle Fonti)

TUTELA DELLA SALUTE E MISSIONE ECCLESIALE:
TRA SCIENZA, ETICA E LIBERTÀ

Si terrà nella giornata di giovedì 16 febbraio (ore 9,00), nella sala convegni dell’Ospedale “F. Miulli” di Acquaviva delle Fonti, il convegno dal titolo “Tutela della salute e missione ecclesiale: tra scienza, etica e libertà“, un evento di profonda analisi socio-sanitaria che vedrà la partecipazione di illustri personalità di caratura nazionale.

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Vallini al Pertini per i 25 anni del nosocomio

La visita organizzata dalla cappellania nei 25 anni dell’ospedale. Il richiamo a riflettere sulla fragilità umana. Padre Vitrugno: «Grati al Signore per questo percorso»

La consapevolezza del limite e della fragilità umana, l’importanza del volontariato, l’annuncio dell’amore di Cristo in un luogo di dolore come un ospedale, l’atrocità dell’aborto: questi e tanti altri i temi affrontati dal cardinale vicario Agostino Vallini, che sabato mattina, 3 dicembre, ha celebrato l’Eucaristia nella cappella dell’ospedale Sandro Pertini, incontrando il direttore generale dell’Asl Roma 2 Flori Degrassi, i dirigenti, i medici, gli operatori sanitari e i volontari dell’ospedale. A tutti ha rivolto un invito: «Siate portatori della vita che Cristo risorto ci ha donato, Lui ci ha dato quella forza, coraggio e speranza che siamo chiamati a vivere con la nostra fede». La visita rientra nell’ambito delle iniziative organizzate per i 25 anni del nosocomio dalla cappellania ospedaliera, retta dal carmelitano padre Carmelo Vitrugno, coadiuvato nel suo lavoro dall’assistente spirituale padre Isaias Ramirez Acosta e dal Volontariato pastorale Sant’Elia profeta (Asvep).

vallini_pertini_2_3dic2016Accompagnato anche damonsignor Andrea Manto, direttore del Centro per la pastorale sanitaria della docesi di Roma, e da Rita Visini, assessore alle Politiche sociali, sport e sicurezza della Regione Lazio, il cardinale ha visitato il reparto di cardiologia, l’unità coronarica, la rianimazione, il nido del reparto di ostetricia e ginecologia. Ha salutato e scambiato qualche battuta con tutti gli ammalati, il personale medico e infermieristico, ha impartito benedizioni e non sono mancate parole di conforto ai degenti da lungo tempo.

Una paziente ha particolarmente commosso il porporato: «Visitando la rianimazione – ha raccontato – una signora mi ha fatto tanta tenerezza. Con un filo di voce mi ha detto che è consapevole di dover morire ma sa che Dio la ama. Questa è la fede semplice che descrive il senso vero della vita, della sofferenza e della morte. La fede è un dono ma anche un impegno perché significa vivere con la forza, la luce, la grazia e la bontà di Dio, quella che Gesù morto in croce ci ha regalato attraverso la sua resurrezione». Il vicario del Papa, che durante il suo ministero sacerdotale ha ricoperto il ruolo di cappellano per 10 anni, ha evidenziato che visitare un luogo di sofferenza come un ospedale richiama tutti a riflettere sulla fragilità umana. «Siamo fragili – ha detto – anche quando siamo in buona salute, anche se il corpo è ben curato e nutrito, perché siamo fragili nei pensieri e nei sentimenti. Spesso si litiga e non ci si comprende per cose banali, il contrasto nasce dall’astio che sarebbe facilmente superabile se solo ci si fermasse a riflette. Ma siamo limitati. Io sono convinto che nella vita una delle grazie più grandi che il Signore ci può fare è quella di riconoscere il nostro limite, così l’approccio verso gli altri sarebbe di rispetto e fiducia».

Padre Carmelo guida la cappellania dell’ospedale dal giorno in cui è stato inaugurato, 25 anni fa. Rappresenta un punto di riferimento importante non solo per i pazienti ma per tutto il personale. Per l’anniversario del nosocomio ha organizzato attività spirituali, di formazione, di solidarietà e culturali come l’evento dedicato alla figura dell’ex presidente della Repubblica al quale è intitolato il nosocomio: Sandro Pertini. «Abbiamo avuto la grazia di celebrare il 25° anniversario dell’ospedale proprio nell’anno del Giubileo straordinario della Misericordia – ha affermato -. Oggi come comunità cristiana vogliamo ringraziare il Signore per questi 25 anni trascorsi. In questi ultimi tempi sono cambiate tante cose e stiamo vivendo un momento difficile. Con il processo di aziendalizzazione i malati sono solo un numero e restano in ospedale brevissimo tempo. Questo complica il rapporto con gli operatori sanitari e con noi assistenti spirituali e personale dedito al volontariato».

Rivolgendosi proprio ai volontari il cardinale ha evidenziato che l’ammalato ha due modi di rapportarsi con il dolore: con la disperazione o con la fede. «È possibile svolgere volontariato in ospedale, essere annunciatori dell’amore di Dio, solo testimoniando la nostra fede nella semplicità e con un cuore generoso e comprensivo. Il resto è “semina” e non bisogna mai aspettarsi qualcosa in cambio. Noi siamo chiamati solo a seminare però nella convinzione che il bene è più forte del male».

Infine, a chi chiedeva se fosse possibile realizzare in ospedale un Centro Aiuto alla Vita, il cardinale, offrendo la sua disponibilità e il suo aiuto per reperire informazioni in merito ed eventualmente approntare un progetto, ha precisato che il problema non è aprire un centro «ma avere un gruppo di persone disponibili a far maturare la coscienza del rispetto della vita umana, che si interessino cioè di difesa della vita. Tanti bambini si sono salvati solo per aver garantito aiuto e assistenza alle donne abbandonate per una gravidanza indesiderata. Io personalmente svolgo a Roma questa attività di sostegno alla vita e almeno tre bambini sono nati in questi ultimi mesi solo per aver garantito assistenza e aiuto alle mamme. Purtroppo oggi si fa strada la cultura che l’uomo non conta niente. Non si comprende che ognuno di noi è importante».

5 dicembre 2016

articolo di Roberta Pumpo via www.romasette.it

Gruppo romano SAE – Conferenza domenica 19 febbraio 2017

S.A.E. Segretariato Attività Ecumeniche

Gruppo romano

Domenica 19 febbraio 2017 alle ore 16:00

presso la Casa generale delle Suore francescane missionarie di Maria,

Via Ferruccio 25,  nei pressi di Piazza Vittorio – Roma

(un accesso diretto alla sala, dove si terranno gli incontri, è dal portone al n. civ.19 di via Ferruccio)

Conferenza sul tema

“Chiese in uscita e testimonianza comune”

Intervengono:

Sergio Tanzarella, Ord. di Storia della Chiesa, Facoltà Teol. dell’Italia Meridionale – Napoli

Giovanni Traettino, Pastore evangelico, Chiesa della Riconciliazione – Caserta

SAEromano_Programma 2017