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Avv. Claudio Gandini

Avv. Claudio Gandini. Considerazioni per un nuovo sviluppo dell’economia e dell’impresa privata

IPOTESI PER UN  “NEW DEAL ECONOMICO

Claudio Gandini è avvocato, consulente giuridico in materia di impresa, finanza d’impresa, private equity, operazioni di finanza straordinaria, consulente in acquisto di oro fisico da investimento, ideatore di un ‘New Deal’ economico per l’Italia.
Al centro del progetto di Gandini assume particolare importanza l’incontro tra economia reale, finanza straordinaria ed impresa, senza tralasciare alcuni concetti fondamentali, per quanto non sempre di facile lettura. In questo sistema, la centralità di una comunità organizzata, si basa sull’essere umano e, in economia, sulla libera impresa.

Nella lingua italiana “liberismo” e “liberalismo” non hanno lo stesso significato: mentre il primo è una dottrina economica che teorizza una “non ingerenza” dello Stato dall’economia (un’economia liberale è quindi una economia di mercato temperata solo da interventi esterni), il liberalismo è un’ideologia politica che sostiene l’esistenza di diritti fondamentali e inviolabili appartenenti all’individuo e l’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge (uguaglianza formale).
In altri termini, il liberalismo esprime un atteggiamento etico-politico dell’età moderna e contemporanea, tendente a concretarsi in dottrine e prassi, fondate essenzialmente sul principio che il potere dello Stato debba essere limitato per favorire la libertà d’azione del singolo individuo.
In questo senso, il liberalismo non si contrappone tanto, pur distinguendosene, al liberismo, ma all’assolutismo.

Ogni scelta nell’organizzazione della comunità non può che tradursi in norme giuridiche di diverso rango. Infatti, la diversa dottrina economica liberale ha trovato e continua a trovare applicazione in vari Stati, sia pur con varianti, in casi di eccezionale gravità.
Gandini si ispira alla figura di Franklin Delano Roosevelt, Presidente degli Stati Uniti che per quattro mandati, si trovò a dover fare i conti con la Depressione americana, che avrebbe potuto coinvolgere il mondo occidentale, in un’avventura molto pericolosa e senza ritorno. Il presidente lanciò un nuovo corso, noto come New Deal, che avrebbe definito la sua politica e sarebbe stato caratterizzato da un forte intervento statale nell’economia del paese.

Roosevelt-New Deal

Il primo campo di applicazione delle riforme di Roosevelt fu il mercato del lavoro, poiché il presidente riteneva che il fenomeno della disoccupazione (devastante dopo il crollo di Wall Street ed il crollo dell’industria) dovesse essere “parzialmente risolto attraverso il reclutamento diretto da parte del governo stesso”. In sostanza, il governo americano aveva cercato di diventare una sorta di datore di lavoro.

L’economia moderna secondo Gandini può basarsi solo “sull’intersezione tra finanza privata e impresa”. È noto che le piccole e medie imprese costituiscono la spina dorsale dell’economia italiana. Non è un segreto che, nonostante l’aumento dell’occupazione, le imprese siano in crisi. Ancora peggio della crisi economica è la psicosi, ormai ampiamente diffusa. Ciò richiede nuove scelte, alcune delle quali sono state riconosciute e articolate dal Consiglio dell’Unione Europea.

Claudio Gandini infine si sofferma sul sistema bancario, che a livello internazionale, si base, sempre più, sui servizi online. La richiesta di un prestito bancario, oggi molto difficile da ottenere e ad alto rischio, crea debito per l’impresa. Molti imprenditori, che potrebbero vedere crescere le proprie imprese e investire in nuove produzioni di qualità, in nuovi mercati, in aumento dell’occupazione, rifiutano di considerare un’alleanza temporanea con un fondo di investimento, che tuteli l’italianità dell’azienda e del suo sviluppo, l’aumento del fatturato e della redditività, perché credono che dovrebbero rimanere gli unici decisori.

Questa idea, secondo Gandini, risulterebbe obsoleta. L’investitore, deve raccogliere fondi per ripagare gli investitori che hanno riposto in esso la loro fiducia. Tra questi, in varie parti del mondo, ci sono i cosiddetti investitori istituzionali, tra cui le banche, anche le più grandi del mondo. Dal momento che una banca crede, nell’affidarsi ad un fondo, per aumentare i propri profitti, evidentemente il motivo è che questo risultato può e deve essere raggiunto al di fuori del sistema bancario.
All’imprenditore è chiesto di continuare a lavorare bene e meglio, potendo utilizzare gli investimenti del fondo per ammodernare l’azienda, creare nuovi prodotti, espandersi in mercati diversi, diversificandoli a seconda dei potenziali momenti di crisi in questo o quell’ambito. Il fondo deve recuperare l’investimento, più un profitto, che deve essere distribuito tra il fondo stesso e gli investitori.
L’imprenditore, in qualità di socio, vede aumentare i propri guadagni ed il valore della propria quota di partecipazione al capitale sociale. Nell’ambito del private equity, l’impresa deve essere attrattiva, in grado di competere e aprire nuovi spazi di mercato.

Il percorso indicato da Gandini, muove da situazioni di straordinaria gravità, che necessitano dell’intervento dello Stato, alla gestione, rinnovata, moderna ed adeguata, del settore privato, nel quale devono essere presenti più attori: l’impresa e la finanza privata.
L’imprenditoria italiana come può essere valutata e quali potenzialità potrebbe avere? è possibile ovviare ad una burocrazia ottocentesca ed ancora organizzata contro l’interesse del paese, che continua, da decenni, a non funzionare?
È possibile superare la crisi di rappresentatività del sistema politico? Secondo Gandini bisogna cambiare mentalità, guardare a nuovi orizzonti, sulla base di strumenti già a disposizione. Le imprese italiane devono ingrandirsi, e diventare sempre più competitive, nel garantire la nostra eccellenza, in tutti i settori, ad un prezzo che possa comunque invogliare l’acquirente a comprare prodotti italiani, in un regime di concorrenza non falsata al ribasso.

A questo proposito, è opportuno ricordare una dichiarazione del premio Nobel per l’economia, Franco Modigliani, italiano naturalizzato statunitense:
Le capacità imprenditoriali degli italiani sono uniche al mondo. Se l’Italia avesse un sistema politico, amministrativo e sociale serio, sarebbe il primo Paese al mondo. Davanti a tutti. Anche gli Stati Uniti”.

https://gandini.com/studio-legale-claudio-gandini-milano

  _____________ANNALINA GRASSO

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