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Camino de Santiago: a piedi o in bicicletta?

Emozioni differenti per un viaggio memorabile.

Il commendatore per l’Italia dell’Orden del Camino de Santiago Valentino Pisegna mostra le differenze sul percorrere il cammino di Santiago a piedi o in bicicletta il Pellegrinaggio del Cammino di Santiago  dopo anni di studi sull’argomento.

Se andiamo a cercare la definizione di pellegrino, ci imbattiamo in numerosi significati riferiti al forestiero, alla persona che si trova fuori dal suo paese e a chi si reca in pellegrinaggio a un luogo santo” spiega al nostro giornale il Cav. dott. Valentino Pisegna, studioso del Cammino di Santiago, impegnato da oltre un ventennio nella divulgazione di nozioni relative al pellegrinaggio più famoso del mondo.

Anticamente i pellegrini, come del resto la maggior parte delle persone, viaggiavano a piedi e percorrevano giornalmente decine di chilometri. Solo i nobili potevano permettersi le carrozze e i cavalli, quindi era questa la differenza sostanziale nei tempi antichi.

Mettersi incammino verso la città di Santiago era una grande impresa perché alla fatica fisica e alle avversità della natura bisognava aggiungere la pericolosità di un viaggio che poteva durare molto tempo e il ritorno non era poi così sicuro. Per questo motivo alcuni pellegrini, prima di partire, facevano testamento”.

Questo parlare di percorsi che potrebbero non essere portati a compimento o finire con la morte di colui che li ha intrapresi mi fa pensare in un qualche modo  al bisogno spirituale e ascetico che porta alcuni indiani delle caste “Alte” a percorrere un percorso di meditazione e preghiera quando si sentono anziani e pronti per la morte fisica.

Queste tempistiche di antichi cammini male si associano con l’uomo moderno e il male del voler percorrere velocemente gli spazi in poco tempo, tanto che si vive una vita sempre più condizionata dall’assillo del tempo: questo è l’argomento per cui mi trovo a parlare con il commendator Valentino Pisegna al di là di qualsiasi altra congettura.

L’intento dei viandanti, continua, “il più delle volte non è religioso in senso stretto, ma sicuramente spirituale e va inteso come desiderio di auto-migliorarsi, di prendersi cura del proprio corpo e di riscoprire la natura”.

Oggi sempre più persone preferiscono raggiungere Santiago de Compostela in bicicletta, un fenomeno che riflette il profondo cambiamento di valori culturali, portato dalla modernità. Ma qual è la differenza tra il pellegrino che va a piedi e quello che va in bicicletta?

Chi va a piedi, illustra il comm.Valentino Pisegna, compie un gesto naturale ed è favorito nel socializzare con altri viandanti. Può visitare con facilità tutti i luoghi d’interesse e scattare foto con molta calma. Può facilmente rallentare la sua andatura e fermarsi per recuperare le forze.”

“Chiaramente tutte queste cose le può fare anche chi va in bicicletta, ovviamente, con la differenza che il pellegrino-ciclista non può e non deve distrarsi più di tanto perché il mezzo che conduce richiede molta concentrazione”. Sicuramente chi percorre il Cammino in bici può triplicare i venti/trenta chilometri che percorre giornalmente il pellegrino classico e diminuire le ore effettive di impegno, ma deve necessariamente usare le strade asfaltate quando il fondo stradale diventa problematico, tornando a formare traffico con tutti i pericoli che ne conseguono, soprattutto il rischio di incidenti”.

Questo non vuol dire che il vero pellegrinaggio sia quello a piedi e non quello in bici, conclude il commendatore Valentino Pisegna dell’Orden del Camino de Santiago, ma arrivare a piedi di fronte alla Cattedrale di Santiago è tutta un’altra cosa”.

foto El Paìs Spain.info El camino con correos                                     Spuntarelli Francesco