Skip to main content

Chi sarà la terza potenza economica mondiale

L’elefante indiano

Il PIL indiano è quarto al mondo, per il 2020 è prevista come la terza potenza economica mondiale.

 

L’India ha quasi raggiunto demograficamente la Cina e probabilmente la supererà prossimamente, anche le percentuali di crescita economica sono maggiori di qualsiasi potenza mondiale, il suo PIL ha oltrepassato quello Francese. Certo il reddito Francese medio è sei volte superiore a quello indiano, ma complessivamente l’ha superata. Per azioni di vicinato crescono tanto anche Bangladesh, Pakistan e Nepal. L’India rimane comunque sia un paese ricco di risorse ma povero, il tasso di alfabetizzazione e la speranza di vita sono in basso nelle classifiche mondiali. Per il 2020 è prevista come terza economia mondiale e ora più che mai mira ad avere un posto come membro permanente al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Vuole un posto d’onore nello scacchiere mondiale, per dire la sua, ma il paese ha ancora conflitti etnici, religiosi e catastali.

La storia ci insegna che l’India è stata sempre ambita dai potenti, da Alessandro Magno che non la raggiunse, agli Arabi che non riuscirono a conquistarla tutta, agli Afghani che ci riuscirono in parte, ai Musulmani Moghul con la loro dinastia che poi vennero cacciati dagli Inglesi, fino alla sua indipendenza nel 1947. Questo ha accresciuto culturalmente il paese, malgrado i suoi conflitti interni e nella struttura politica è spinta da concetti di meritocrazia. Molte volte ha avuto un presidente islamico. All’interno dell’entourage politico non ci sono quindi bramini di casta induista, ma islamici, induisti, sikh e cristiani. Persino  gli intoccabili, propensi a convertirsi in altre religioni per l’ emarginazione nella società, hanno accesso alle cariche.

L’acciaio risorsa,  più ricca di qualsiasi altro paese al mondo, ma traina il motore indiano anche le biotecnologie, l’industria farmaceutica, la produzione di software, l’industria spaziale sono più che notevoli. Industria di tradizione forte è la manifatturiera, alla base ha un buon sistema bancario.

I suoi problemi sono gli idrocarburi, gas e petrolio importato al 70%: con la crescita la domanda aumenterà. L’acqua è uno dei problemi e persino l’agricoltura, che trascina il paese e va bene perché variegata, tuttavia è minacciata dal clima indiano, dai monsoni.

Metà della popolazione ha meno di 25 anni, un dato che lascia sperare molto, ma c’è hanno una considerevole fuga di cervelli in Occidente, 80 mila in più della Cina.

L’India guarda all’Ovest e non accetterà mai materiale Russo o Cinese, vuole materiale migliore. Essendo una potenza nucleare e militarizzata, la Cina risulta avere un profilo diverso, sul campo bellico meno competitivo. L’elefante Indiano però è bloccato dal Dragone Cinese come membro permanente all’ONU. Cresce velocemente ma ha ancora molti problemi interni. Sebbene collabori su molte questioni con la Cina, i due paesi non sono uniti per rivalità territoriali. Nel caso ci fosse tale collaborazione, per gli USA si metterebbe male. Secondo le statistiche future si avrebbero tre potenze asiatiche come potenze economiche: Cina, India e Giappone.

Ambisce a  non passare inosservata per le proprie scelte in politica internazionale. Con la Cina e la Russia condivide l’idea di base di un mondo multipolare e non più unipolare con gli USA, anche se per il resto ha come modello ideale di sviluppo quello occidentale; lo dimostra sia nella fuga di cervelli che con il suo colosso cinematografico Bollywood, un tentativo di imitazione di Hollywood, come dice il nome.

L’elefante indiano al momento è solo ingombrante, in un territorio che è 10 volte l’Italia, con oltre un miliardo di abitanti. Ha molte risorse, geograficamente una posizione interessante tra Cina e Russia. Cresce omogeneamente in ogni settore, anche militarmente, ma deve ancora risolvere problematiche interne prima di potersi sedere al Consiglio di Sicurezza.

                                                                                                                                               om   Enrico Paniccia

Lascia un commento