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Il Commercialista & l’Agenzia dell’Entrate

 Com’è difficile dare a Cesare quel che è di Cesare

Il faticoso ruolo del Commercialista Italiano

________________di MARIA MADDALENA SILVI *

Ancora una volta noi commercialisti dobbiamo spendere le nostre energie professionali e le nostre risorse economiche per sopperire all’insipienza, all’incapacità dell’Agenzia delle Entrate di assolvere i propri compiti, quindi attuare concretamente quelle sue attribuzioni, istituzionali e amministrative, così essenziali nel rapporto stato – cittadino/contribuente.

I nostri studi professionali, ormai, sono costretti a rincorrere adempimenti in scadenza, spesso sovrapposti ad altri o ripetuti, magari con la richiesta di comunicare più volte gli stessi dati, le stesse notizie, prova, questa, di un’evidente assenza di coordinamento tra i vari servizi dell’Agenzia delle Entrate, ma soprattutto della mancanza di una chiara e netta linearità di condotta amministrativa da parte del soggetto in questione: gli strumenti operativi imposti non funzionano appieno e vanificano, così, ore e ore del nostro lavoro.

Di pochi giorni fa l’amaro sfogo di un collega di Monza che ha visto letteralmente “sparire!?” i file inviati per la comunicazione della liquidazione IVA: ore e ore di telefonate, perse nel vano tentativo di capire quella inopportuna “sparizione” e alla fine la incomprensibile risposta del funzionario di turno che asseriva come quella “sparizione” di file  fosse, in realtà, avvenuta per uno scarto del sistema, ma, al tempo stesso, non capace di indicarne il motivo lascia volutamente cadere la linea. E’ davvero difficile giudicare legittima, almeno dignitosa la pretesa dello stato di invocare il rispetto delle norme da parte dei cittadini se consideriamo con molta attenzione l’oggettiva, tangibile inefficienza dell’apparato fiscale-amministrativo, sempre più incline ad esercitare il potere invece dell’autorità e dell’autorevolezza fiscale, trattando, così, il contribuente come un suddito passivo e non come un cittadino, partecipe della cosa pubblica.

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Ero giovane, addirittura con le trecce bionde, quando, all’inizio del mio tirocinio professionale nel lontano 1977, mi applicai allo studio dei decreti che, emanati nel biennio 1972-’73, componevano la tanto attesa Riforma Tributaria, una vera innovazione, finalmente un ragionato, definitivo e duraturo assetto delle norme fiscali e tributarie: per questo non esitai ad acquistare al riguardo due bellissimi tomi in pelle rossa e blu dell’Edizioni IPSOA, quanto incauto entusiasmo giovanile!  Nei successivi quarant’anni da allora si sono aggiunti tantissimi nuovi decreti, non sempre in linea con l precedenti, spesso per modifiche, integrazioni o funamboliche interpretazioni prodotte dalla legiferazione d’urgenza, frequentemente mirata alla logica di “far cassa” per sopperire ai mali della cattiva amministrazione pubblica e molto spesso connotata dall’incompetenza dello stesso legislatore in materia fiscale e tributaria.

Adesso, bene o male, è trascorsa la scadenza del 18 settembre, relativa alla comunicazione delle liquidazioni IVA, ma incombe, ormai, quella del 28 settembre, riguardante l’invio del cosiddetto “Spesometro”: su quest’ultimo adempimento dobbiamo riconoscere come l’Agenzia delle Entrate, in un suo momento di rara comprensione e tempestiva efficienza, si sia prodigata con utili chiarimenti e suggerimenti pratici, come rilevato pure da IL SOLE 24 ORE del 19 settembre ’17.

Trascorse queste due date come premio e ciliegina sulla torta l’obbligo di munirsi di POS con minaccia di sanzioni. Obbligo per noi professionisti che esiste già da qualche anno, ma non erano previste sanzioni, ora spunta la sanzione di 30 euro per chi rifiuta di accettare pagamenti con moneta elettronica. Comunque sembra, perché la certezza del diritto nella nostra materia continua ad essere pura utopia, che saranno obbligati solo i soggetti che operano a diretto contatto con l’utenza e non quelli che operano solamente con altri professionisti. Bene, pur essendo abbastanza sfiduciati ci ritroviamo a dire che la speranza è pur sempre l’ultima a morire.

* Commercialista e Revisore dei Conti (Collegio Forlì-Cesena)