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Correva l’anno 2007 si ripropone articolo già uscito in stampa “Pandemia influenzale”

Pandemia influenzale: l’OMS aveva denunciato l’insabbiamento britannico

https://www.salute.gov.it/portale/influenza/

Si confronti anche il link 

https://www.epicentro.iss.it/focus/flu_aviaria/mondo

Raffaele Panico

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) aveva organizzato il 10 giugno – e quindi siamo nel 2007 – scorso una videoconferenza di emergenza con i Ministri della Sanità dei paesi affetti dalla nuova epidemia influenzale, dopo che alcuni giornalisti avevano denunciato che la Gran Bretagna non dichiarava i casi e non metteva in atto controlli adeguati. La Direttrice Generale dell’OMS la dottoressa Margaret Chan aveva annunciato di aver convocato una sessione di emergenza con gli esperti influenzali. La storica decisione di innalzare il livello di allarme dalla fase 5 (“pandemia imminente”) alla fase 6 (“pandemia piena”) per la prima volta dalla pandemia influenzale di “Hong-Kong” del 1968, “forse sarebbe stata presa molto prima se l’OMS avesse avuto informazioni più precise sulla crescente ondata dell’influenza suina attraverso l’Europa”, ha detto la Dott.ssa Chan, lanciando così un attacco velato alla Gran Bretagna.  Le autorità britanniche si erano opposte al passaggio alla fase 6, agli inizi di maggio, proprio mentre acquistavano gran parte dei farmaci antivirali e la produzione di vaccini per la loro popolazione, lasciando che i paesi più poveri contassero sulle donazioni caritatevoli.

L’esplosione di questa pandemia sottolinea anche l’intenzione di chi promuove lo smantellamento dei servizi sanitari pubblici. Oggi, con la nuova influenza, si è entrati nella pandemia, ovvero epidemia a larghissima estensione, senza limiti regionali, nazionali o di continente, sebbene, bisogna specificare, che con il termine, ‘livello 6’ o pandemia, non viene indicato un aumento della gravità del virus, bensì solo un ampliamento della sua diffusione dal punto di vista geografico.

Secondo il numero due dell’Oms, Keiji Fukuda, il virus della nuova influenza A/H1N1 “circolerà nel mondo intero per uno o due anni”. Inoltre, secondo Chan, i Paesi devono prepararsi ad osservare casi, o ad una ulteriore diffusione dei casi, nel prossimo futuro. Nei paesi dove i casi hanno raggiunto il picco bisogna prepararsi ad una seconda ondata di infezioni, mentre le nazioni con nessun caso o pochi devono restare vigilanti.
Quanti sono stati, negli stessi giorni, i casi segnalati nel mondo di nuova influenza? Secondo il dato più recente fornito dall’Oms, 28.774 le infezioni, di cui 144 mortali, segnalate in 74 Paesi. Rispetto al precedente bilancio, l’aumento è di 1.037 casi. La diffusione geografica del virus è avvenuta principalmente in Nord America. Gli Stati Uniti, infatti, sono il Paese con il più alto numero di infezioni (13.217, di cui 27 decessi). In Messico sono stati registrati 6.241, 108 dei quali mortali. Segue il Canada con 2.446 infezioni, tre delle quali mortali. Il Cile è a 1.694 e l’Australia è a quota 1.307. Gli altri Paesi dove sono stati annunciati almeno 100 casi sono: Argentina (250), Cina (174), Costa Rica (104), Giappone (518), Panama (179), Panama (221). In Europa, il maggior numero di casi si registrava in Gran Bretagna (822 casi). In Italia i casi confermati sono 56, quasi tutti in viaggiatori provenienti da Paesi colpiti. Questa della nuova influenza è la prima pandemia del nuovo secolo, a 41 anni dall’ultima, che abbiamo ricordato si era verificata a Hong Kong nel 1968. E questo nuovo virus arrivato dall’Occidente, è un mosaico composto da parti di virus suino, parti di virus aviario e parti di virus umano. Insomma, questa è la prima pandemia nel mondo globalizzato, dove il virus ha viaggiato rapidamente spostandosi sull’aereo da un paese all’altro, fino a colpire tutti e cinque i continenti.   Il comportamento di questo virus è completamente diverso dall’influenza stagionale normale. Circa la metà delle vittime sono “giovani e sane” e sviluppano problemi respiratori molto gravi. La dottoressa Chan ha scelto ancora di rimanere nell’ambito del “politicamente corretto”, specificando che l’OMS non chiede ancora il ricorso al protezionismo, o limitazioni sugli spostamenti e la chiusura delle frontiere.

Nell’Unione Europea mancano vaccini disponibili. Sembra che soltanto 7 dei 27 Stati membri, compresi, a ovest, la Francia e i Paesi Bassi, hanno firmato accordi preferenziali con i produttori di vaccini per rafforzare la loro “sicurezza sanitaria” in caso di pandemia e firmato accordi per l’acquisizione del vaccino. Mentre l’Unione europea “liberista” ha promosso il “turismo medico”, ovvero il “turismo della vaccinazione” in caso di esplosione dei casi. Dove i vaccini saranno disponibili altri europei potrebbero recarsi per usufruirne. Il pericolo è a est, dove ci cono i paesi più poveri.

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