
Difendere il governo Meloni è oggi un atto di responsabilità
Scritto da Gabriele Felice il . Pubblicato in Italia ed Esteri, Voci Aperte.
Difendere il governo Meloni è oggi un atto di responsabilità, contro la decadenza creata da decenni di dominio culturale della sinistra.
Le sinistre che hanno distrutto l’Italia oggi vogliono anche farci la morale.
C’è una categoria di italiani – quella che lavora, produce, rischia, crea valore – che ha ormai compreso che il vero nemico non è il destino, non è l’Europa, non è la crisi, la produttività, non è nemmeno la guerra.
Il vero nemico è chi ha creato e alimentato il declino strutturale dell’Italia, e oggi osa pure dettare la linea morale: la sinistra.
Un Paese a pezzi: eredità di decenni di dominio culturale progressista
Chi ha governato le istituzioni, l’informazione, la scuola e i tribunali per oltre 40 anni?
Chi ha plasmato l’immaginario collettivo sull’idea che “profitto è male”, “famiglia è un concetto relativo”, “frontiere e identità sono fascismo”, “merito è discriminazione”, “difesa e dovere di difendere la Patria è bellicismo”?
La risposta è una sola: la sinistra e le sue derivazioni tecnocratiche.
Ambito |
Eredità devastante lasciata dalla sinistra |
Economia reale |
Ostilità verso partite IVA, tasse opprimenti, ostacoli a chi crea valore. |
Famiglia e natalità |
Attacco sistematico al modello familiare naturale, ideologia gender in scuole e media, cultura anti-natalista. |
Immigrazione |
Frontiere spalancate, zero integrazione, sovraccarico del welfare. |
Giustizia e sicurezza |
Permissivismo, impunità per chi delinque, repressione di chi si difende. |
Cultura del lavoro |
Disprezzo per il profitto, esaltazione dell’assistenzialismo, demonizzazione del successo. |
Hanno provocato:
- Deindustrializzazione, pressione fiscale e burocrazia strangolano le PMI.
- Popolazione invecchiata, emigrazione giovanile, welfare insostenibile.
- Crisi della giustizia, della scuola e dell’ordine pubblico.
- Boom di economia sommersa, criminalità organizzata, tensioni etniche e disobbedienza fiscale.
Hanno trasformato l’Italia in uno Stato clientelare, burocratico, sottomesso a logiche ideologiche estranee allo spirito occidentale.
Hanno fatto di tutto per distruggere la coesione, la produttività e l’autonomia dell’individuo.
➡ Questo è uno scenario sudamericano, con istituzioni deboli, economia informale dominante, e polarizzazione sociale permanente, voluta oggi più che mai per “buttarla in caciara” si dice a Roma e sottrarsi alle loro responsabilità.
Oggi c’è un governo che almeno ci prova: e questo dà fastidio
Giorgia Meloni – piaccia o no – è la prima premier da decenni che non ha paura di dire “Italia”, di parlare di Occidente, merito, famiglia, radici e frontiere.
Un governo che, pur con mezzi limitati e sotto costante ricatto dell’UE e dei mercati, sta:
- riducendo il cuneo fiscale per chi lavora;
- rafforzando i rapporti con USA pur con le difficoltà (imprevedibili) del momento;
- difendendo la natalità e l’identità culturale;
- tutelando l’interesse nazionale nei tavoli europei;
- aprendo nuovi mercati per gli imprenditori e i prodotti italiani;
- riportando la politica estera italiana in asse con l’Occidente atlantico;
- provando a ridare slancio alla natalità, anche se con pochi risultati ma almeno ci prova.
Certo: non basta. Ma è l’unico tentativo serio di fermare l’emorragia antropologica in corso.
Ed è per questo che viene attaccata con una violenza senza precedenti: perché non si piega. Perché non si vergogna di rappresentare chi lavora e ama la Patria.
Le sinistre oggi fanno la morale… ai superstiti!
La parte più grottesca?
Quelle stesse sinistre che hanno affossato l’Italia ora si ergono a giudici morali di chi tenta di salvarla.
Attaccano chi parla di famiglia naturale.
Dileggiano chi invoca ordine e merito.
Accusano di “fascismo” chi non si sottomette al pensiero unico gender, eurocratico o all’agenda green che condanna il tessuto imprenditoriale europeo (a dispetto oltretutto del fatto che il vero inquinamento lo fanno altri).
Definiscono “populisti” gli imprenditori che emigrano perché qui non si può più fare impresa.
Potrei andare avanti. Molto avanti.
Ma la verità è sotto gli occhi di tutti: loro hanno fallito, e chi cerca di rimettere in piedi il Paese deve combattere contro i detriti di quel fallimento.
In sostanza: fa tutto ciò che è possibile in un contesto impossibile. È come un comandante che cerca di correggere la rotta con il timone rotto, una nave bucata e l’equipaggio ammutinato.
Chi oggi difende Meloni non lo fa per fideismo, ma per logica, identità e lucidità strategica.
Ora la domanda è: staremo a guardare mentre il Paese affonda, o sosterremo chi almeno prova a salvarlo?
Difendere il governo Meloni è oggi un atto di responsabilità.
FONTI
- 30° Rapporto ISMU sull’immigrazione 2024: tra dati e prospettive
- La verità nascosta dell’immigrazione irregolare in Italia: numeri che mentono, realtà che urla
- L’emigrazione giovanile italiana: in 13 anni emigrati 550mila giovani
- Istat, calo delle nascite in Italia: -2,6%. Fecondità ai minimi storici. Cresce la speranza di vita
- La spesa pubblica per la natalità resta bassa
- Solo il 4% degli italiani si sente coinvolto nel proprio lavoro: ultimi nel mondo
- Stipendi italiani quasi dimezzati dal cuneo fiscale: i dati Ocse
- Burocrazia pesa sulle Pmi italiane per 80 miliardi all’anno, inefficienze marcate nel Sud
- La Rivoluzione Meritocratica
- G7: Rilanciare l’Occidente
