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“Domani a quest’ora”, se tornassi indietro nel tempo cosa faresti?

Se almeno una volta nella vita avete pensato di voler tornare indietro nel tempo dovete leggere “Domani a quest’ora” di Emma Straub edito Neri Pozza. Un romanzo dolce che coccola ma fa anche riflettere. Rimorsi e rimpianti, due parole che sembrano essere simili ma che in realtà sono molto diverse. La prima indica il rimordere della coscienza, la consapevolezza tormentosa di aver fatto del male. La seconda è legata a un ricordo nostalgico e dolente di persone o cose perdute, o di occasioni mancate. È meglio vivere di rimorsi o di rimpianti? L’autrice in questo romanzo, attraverso Alice, la protagonista, dà una risposta chiara e semplice. E quando si arriva all’ultima pagina, inevitabilmente, la coscienza si interroga e, ovviamente, si dà una risposta, che piaccia o no.

“(…) tutto aveva importanza, ma non c’era niente di prefissato“.

Quarant’anni, un lavoro piacevole a Brooklyn, New York, nell’ufficio matricole dello stesso college che frequentava da studentessa, un fidanzato, Matt, con il quale sta bene, una propria indipendenza, una bella e tranquilla vita insomma. Poi c’è Sam, la sua migliore amica, sposata, con tre figli, una villa a Montclaire e un armadio pieno di costosi abiti firmati che indossa per andare a lavorare in un importante studio legale. “Siamo sposati da quindici anni. Ma devo ancora scegliere di stare con lui. Quello non cambia“.

Ma non tutto può essere mai rose e fiori. Il padre di Alice, Leonard Stern, scrittore di un bestseller di fantascienza, da settimane è costretto in ospedale e non parla ormai da giorni. Vedendolo in quel letto, attaccato a tubi, sacche e macchine, Alice si chiede se c’è ancora tempo per dirsi quello che non si sono mai raccontati.

Una mattina tutto cambia. Alice si risveglia sedicenne. Come deve essere aprire gli occhi e rendersi conto che si hanno vent’anni in meno? “Era come se si fosse appena svegliata in un museo di cui lei era l’unica opera d’arte“.

“Era ancora molto strano vedere il suo corpo, il suo corpo giovane, un corpo che lei ricordava a malapena com’era realmente perché era stata troppo impegnata a vederlo com’era“.

Domani a quest’oraLa consapevolezza più grande, però, arriva quando sente la voce di suo padre e vedendo la sua versione più giovane, vitale, affascinante, pensa che tutto sia ancora possibile. Una nuova consapevolezza si fa strada in lei e le domande si affollano nella testa: che cosa rifarebbe diversamente? E se avesse più di un tentativo a disposizione, riuscirebbe a costruire la vita perfetta?. “Era facile rimanere uguali fissando sempre le stesse pareti. Sovrapposto c’era quanto era stata facile la tua vita, quanti livelli di privilegio ti circondavano come un minuscolo oggetto di vetro in un mare di polistirolo da imballaggio“.

Così inizia il viaggio di Alice e le piccole riscoperte come ad esempio apprezzare le cose che a sedici anni si davano per scontate e riscoprire quei piccoli gesti di cui a quell’età non ci si deve occupare (o almeno così dovrebbe essere). “Essere una ragazzina era pazzesco: era compito di qualcun altro comprare il latte e i cereali, assicurarsi che ci fossero il dentifricio e il detersivo per la tazza del water e il cibo per gatti, e tutto quello che facevi (…) era al servizio di un qualche incerto e nebuloso futuro“.

Dopo un centinaio di pagine Emma Straub con la sua scrittura chiara e pacata mette il lettore di fronte a un quesito tutt’altro che scontato: Alice chiede al padre a quando sarebbe tornato se avesse potuto viaggiare nel tempo. “Se potessi tornare indietro nel tempo, che cosa faresti? Tornare alle superiori, voglio dire. O all’università. Ah, no, grazie. Non vorrei cambiare troppe cose, perché poi non avrei te. E se non hai intenzione di cambiarle, meglio non vederle, fidati di me“.

C’è anche una sostanziale differenza tra Alice sedicenne e Alice quarantenne: i cellulari. Una benedizione o una condanna, dipende da che punto di vista li si guardino. Senz’altro un aiuto nel lavoro, nella comunicazione (durante la pandemia da Covid molte persone in fin di vita hanno potuto salutare i propri cari. Tanti anziani rimasti soli perché andavano tutelati hanno utilizzato gli smartphone per parlare con i figli, i nipoti, gli amici). Sulle strade (chi è che non usa il navigatore per spostarsi, che sia a piedi, in auto, in bicicletta, con i mezzi pubblici). Ma purtroppo è anche un mezzo di isolamento attraverso il quale inevitabilmente si prendono le distanze dagli altri. “Era facilissimo lasciar passare anni senza vedere qualcuno di persona, tenersi aggiornati solo attraverso le foto sui social del cane o del figlio appena nato o di un pranzo“.

“Tutti noi facciamo quello che dobbiamo fare, prendiamo le nostre decisioni su come comportarci. Quello che vogliamo fare, quello che dobbiamo fare“.

E voi cosa fareste? Tornereste indietro per cambiare le cose?

Autrice

Domani a quest’oraEmma Straub è autrice di cinque romanzi bestseller, “All Adults Here”, “Modern Lovers”, “L’ultima diva” (Mondadori) e “I vacanzieri” (Rizzoli) e della raccolta di racconti “Other People We Married”. I suoi libri sono stati tradotti in più di 20 lingue. Da “All Adults Here” verrà tratta una serie televisiva e “Domani a quest’ora” è stato opzionato per diventare un film. È proprietaria insieme al marito di Books are Magic, una libreria indipendente a Brooklyn.

Giorgia Iacuele

Domani a quest’ora, Emma Straub, Neri Pozza, Recensione