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E’ morto Toto Cutugno

E’ morto un “Italiano Vero”

Toto Cutugno, all’anagrafe Salvatore Cutugno é morto a Milano il 22 Agosto del 2023 è stato un cantautore, compositore, paroliere e conduttore televisivo italiano.

Buongiorno Italia, gli spaghetti al dente
 E un partigiano come presidente
 Con l’autoradio sempre nella mano destra
 Un canarino sopra la finestra” 

Toto Cutugno una vera e propria leggenda della musica è purtroppo deceduto dopo una strenua battaglia contro il tumore alla prostata. I funerali in suo onore, l’onore di questa Italia che si portava appresso, si sono tenuti nella splendida cornice della Basilica dei Santi Neri e Achilleo a Milano, la cerimonia è iniziata alle 11 di mattina, molti sono stati volti noti e le persone comuni che si sono stretti attorno alla famiglia di Toto in questo momento così doloroso presenti alla cerimonia c’erano la sua amata moglie Carla, il figlio Niko e numerosi amici e colleghi del mondo della musica, molti di loro hanno condiviso il loro dolore e la loro commozione per la perdita di una figura così importante del panorama musicale italiano uno dei momenti più emozionanti è stato l’arrivo del feretro di Toto Cutugno accolto da un mare di applausi questo gesto: un gesto semplice ma nato spontaneo dal cuore. Toto Cotugno non è semplice da esaminare con tutte le convergenze in cui si è trovato a scrivere e comporre ma lascia un grande vuoto senza i suoi spartiti e le sue Hit musicali più conosciute.

Tra i tanti omaggi, uno in particolare ha toccato profondamente i cuori di tutti i presenti prima dell’ingresso nella Basilica: un uomo con una fisarmonica ha iniziato a suonare alcuni dei pezzi più famosi di Toto ed è stato un tributo struggente e potente, un omaggio alla carriera incredibile di un artista che ha lasciato un segno indelebile nella storia della musica italiana: gli occhi di molti erano lucidi e l’emozione era palpabile e proprio mentre la fisarmonica suonava riproducendo le note dei più grandi successi di Toto Cutugno il pubblico commosso ha iniziato a cantare insieme “L’Italiano”, uno dei brani più iconici e amati dell’artista. Gianni Morandi e Pupo (Enzo Ghinazzi) hanno partecipato ai funerali di Toto Cutugno.

Con oltre 100 milioni di copie vendute, si stima sia stato tra gli artisti musicali italiani di maggior successo. Ha raggiunto la vetta delle classifiche, sia come interprete dei propri brani, sia come produttore e autore di canzoni per altri, in particolare per Adriano Celentano, soprattutto negli anni settanta e negli anni ottanta. Ha partecipato, da solista, in coppia e insieme a un gruppo, a 15 edizioni del Festival di San Remo, vincendolo una volta nel 1980 con “Solo noi”

Nel 1990 ha vinto l’Eurovision Song contest, secondo dopo Gigliola Cinquetti nel 1964 e prima dei Maneskin del 2021 (e questo come se alla nostra musica servisse un premio ogni 30-35 anni ma questo non è il momento adatto per questa disquisizione).

La vita e le prime esperienze musicali

Toto Cotugno cresce a La Spezia, dove la sua famiglia s’era stabilita per ragioni di lavoro a pochi mesi dalla sua nascita e che perciò considererà quale proprio luogo d’origine. Nella sua formazione sarà il padre, suonatore di tromba, ad avvicinarlo alla musica; a nove anni suona il tamburo nella stessa banda di La Spezia in cui suona il padre. Il passaggio alla batteria, da autodidatta, avviene poco dopo. A tredici anni partecipa a un concorso regionale dove arriva terzo. Passa poi alla fisarmonica visto che non poteva permettersi un piano.

Dopo questa esperienza forma gli Albatros, in cui oltre a suonare comincia a cantare. L’incontro con Vito Pallavicini, celebre paroliere di “Azzurro” e tanti altri successi, che crede nel talento del giovane musicista, è fondamentale.

Carriera da solista: Toto Cutugno nel 1976

Nel 1976, quando è ancora un componente degli Albatros, comincia la carriera solista con il 45 giri “Come ieri, come oggi, come sempre/Ragazza madre”, che passa inosservato. Il primo successo è del 1977, il brano Donna donna mia che diventerà la sigla del programma di Mike Buongiorno “Scommettiamo”. Lo stesso anno scrive per Adriano Celentano la canzone Soli che rimane per mesi stabile al primo posto nelle classifiche delle vendite, e altri pezzi che vengono contenuti nell’omonimo album pubblicato dal molleggiato nel 1979.

Nel 1979 incide sotto l’etichetta Carosello Records “Voglio l’anima”, il suo album d’esordio come solista, contenente 11 brani, i quali vengono successivamente incisi da vari artisti, sia italiani che stranieri tra cui spicca Voglio l’anima, che diventa una hit internazionale nelle mani di Dalida.

Nel 1980, per la prima volta da solista, partecipa e trionfa al Festival di S.Remo con “Solo noi”, pezzo che lo porterà ad aggiudicarsi il 2º posto in Hit parade e sarà nella Top 20 dei singoli più venduti del 1980.

Il successo con “L’italiano 1983

Buongiorno Italia con i tuoi artisti
 Con troppa America sui manifesti
 Con le canzoni, con amore
 Con il cuore
 Con più donne e sempre meno suore”

Tre anni più tardi, partecipa a un’altra edizione del Festival di Sanremo con il brano che diverrà il suo più famoso, “L’italiano”, questo brano pur arrivando solo quinto, vince la votazione popolare (quell’anno soltanto sperimentale) del Totip. Scritta insieme a Cristiano Minellono, la canzone era stata espressamente pensata per l’interpretazione di Adriano Celentano, considerato perfetto dai due autori per quel brano, ma Celentano rifiutò perché non voleva essere considerato lo stereotipo, “L’Italiano”, e ricorda tutto di quel momento, anche il fatto che erano su una Fiat 500 ma soprattutto che erano e rimasero grandi amici allora come fino alla morte di Salvatore. Fatto sta che L’italiano” scala le classifiche europee (in Italia raggiunge la prima posizione e rimane nella Top 10 per settimane), viene poi inciso e tradotto da vari artisti in diverse lingue, vendendo milioni di dischi.

Anni novanta e le conduzioni in Rai

Dal 1989 al 1992 conduce in RAI la trasmissione “Piacere Rai Uno” di cui interpreta anche la sigla.

“Piacere piacere piacere Rai Uno, uno per tutti, tutti per uno,       Vai con il coro facciamo casino. Piacere piacere piacere Rai Uno    dammi la mano, stammi vicino, Voglio conoscere la tua città” 

Risale sul palco del Festival di Sanremo, anche nel 1990, che in quest’anno torna alle giurie demoscopiche, riposizionandosi secondo (dietro solamente ai Pooh), con Gli amori, il cui abbinamento internazionale previsto per quella edizione lo vede in coppia con Ray Charles, il quale riceverà un’accoglienza trionfale dal pubblico presente quell’anno al Palafiori.

Nel 1994 scrive una canzone dal titolo “Se mi ami” che Claudia Mori presenta al Festival di Sanremo di quell’anno. La canzone a mio avviso è straordinaria, con quella fisarmonica la rende molto retrò e quindi vincente, Claudia Mori effettivamente pecca nell’intonazione ma la giustifica sicuramente una grande emozione del momento. Torna a Sanremo nel 1995 con “Voglio andare a vivere in campagna” che ottiene il suo risultato più basso dalle giurie dislocate nelle varie sedi RAI, diciassettesimo su venti partecipanti della sezione Campioni: questa canzone era molto bella e riportava alla tradizione contadina del nostro bel paese che era già persa nel 1995 ma non poteva essere compresa dai giovani già profondamente americanizzati.

Conduce in seguito il programma I Fatti vostri per alcune stagioni in Rai che comunque ci regalano la sua ultima lunga presenza in televisione.

Anni 2000 e 2010

Nel 2002 ha un grande successo in Francia con Il treno va. Nel 2004 è ospite al Festival di Sanremo nella serata “Revival” e nel 2005 torna con Annalisa Minetti in “Come noi nessuno al mondo” canzone che si classifica al secondo posto nella categoria, la sesta volta nella sua carriera. Dopo Sanremo, Toto riprende i suoi tour al di fuori dell’Italia riservando molte serate ai diversi paesi dell’Est in cui la sua voce e le sue melodie diventano ambasciatrici della cultura musicale italiana nel mondo.

La malattia e il ritorno

Buongiorno Italia, buongiorno Maria
 Con gli occhi pieni di malinconia
 Buongiorno Dio
 Lo sai che ci sono anch’io

Nel gennaio del 2007 il cantautore ha scoperto di avere un tumore alla prostata. Ha quindi subito un’operazione e svolto la successiva terapia che si è conclusa nell’agosto dello stesso anno. Nel 2008 l’amico Pippo Baudo gli ha offerto la possibilità di tornare al Festival di Sanremo con il brano Un falco chiuso in gabbia”, piazzatosi al quarto posto. Nel 2009 riceve il Premio Lunezia per la qualità musical-letteraria esportata nel mondo con le sue canzoni, stesso conferimento consegnato a Laura Pausini, Charles Aznavour e Andrea Bocelli.

Nel 2011 è chiamato a Sanremo dal cantautore Tricarico per cantare assieme L’italiano nella serata dei duetti. Nel dicembre dello stesso anno ha confermato la sua popolarità mondiale visitando i Paesi Baltici, nei quali la stampa locale lo ha accolto come The Italian Legend. Successo ripetuto con un concerto tenutosi a Vilnius il 23 dicembre 2011, molto apprezzato dalla critica. Nel 2012 il celebre rocker americano Iggy Pop (già leader degli Stooges) inserisce nel suo album di cover Après il brano “Et si tu n’existais pas” scritto da Toto Cutugno.

Nel 2015 il cantante apre la sua pagina Facebook ufficiale, e realizza il primo video, una versione in lingua cinese de “L’italiano” per promuovere il programma di Real time Italiani Made in China. 

Foto Lo Jonio Music Fanpage Milano Today Orrorea  trentatre giri Vanitu Fair

© Francesco Spuntarelli