Skip to main content

Ecobonus – Sismabonus e Decreto Crescita: problematiche per Artigiani e Piccole Imprese

GLI EFFETTI NEGATIVI DEL “DECRETO CRESCITA”:
con l’art.10 su sconto in fattura danneggia artigiani e piccole imprese

una analisi di GIAN PAOLO MENEGHINI 

I parlamentari  Prisco e Nastri (FdI) scrivono al ministro Di Maio:
‘Si attivi con urgenza, troppe aziende rischiano il crac’

Il deputato Emanuele Prisco e il senatore Gaetano Nastri di Fratelli d’Italia hanno richiesto al Ministro dello Sviluppo economico LUIGI DI MAIO di «attivarsi urgentemente» per abrogare l’articolo 10 del Decreto Crescita che ha introdotto lo sconto in fattura per l’Ecobonus e il Sismabonus affinché venga «impedito un danno evidente al nostro tessuto economico prevalentemente costituito da Pmi impossibilitate strutturalmente a poter sostenere un onere finanziario così gravoso».


«L’articolo 10 – si legge in una nota di FdI – produrrà un effetto rovinoso per artigiani e piccole imprese. Considerando che non esistono scorciatoie l’unica soluzione per evitare che le suddette aziende siano costrette ad anticipare un contributo pubblico, facendo da bancomat allo Stato, è l’abrogazione della misura».

Nella missiva inoltrata al Mise i due parlamentari precisano che «nell’intento, seppur condivisibile, di riconoscere a chi opera ristrutturazioni in regime di Ecobonus e Sismabonus una fruizione immediata dell’agevolazione fiscale tramite sconto in fattura» la normativa «pone tuttavia l’onere finanziario dell’operazione a carico di produttori e fornitori, arrecando un duro colpo ai nostri imprenditori».

«Nessun fornitore si accollerebbe mai né il credito né gli oneri finanziari e i relativi rischi dell’operazione, dato che nella generalità dei casi – eccezion fatta per i grandi gruppi – la maggior parte delle imprese non possiede le capacità per assorbire il credito di imposta riversato dai clienti. Le nostre Pmi – proseguono Emanuele Prisco e Gaetano Nastri – non hanno la forza di sopportare il peso di un tale provvedimento. Al contrario rischiano di perdere un ulteriore segmento di mercato già fortemente eroso dalle multiutilities che detengono notevoli potenzialità economiche e possono vantare rilevanti crediti di imposta da compensare».

A tale riguardo era già stata presentata anche un’interrogazione a risposta scritta al vicepremier Luigi Di Maio e al Ministro dell’economia Giovanni Tria, precisando come il 90 per cento delle imprese impegnate nei  settori delle costruzioni, dell’impiantistica e dei serramenti contano meno di dieci dipendenti e. pertanto,  gli effetti del provvedimento sarebbero pesantissimi.
Infatti, come viene spiegato in una nota, “la modifica attuata prevede che il titolare dello sgravio fiscale per interventi di riqualificazione energetica e per la messa in sicurezza antisismica possa scegliere di ricevere un contributo anticipato dall’impresa che ha effettuato l’intervento sotto forma di sconto in fattura con la possibilità di recuperarlo in cinque anni. Pertanto, gran parte dell’onere finanziario derivante dal costo dell’intervento viene così scaricato sull’impresa esecutrice dei lavori, quasi sempre di piccole dimensioni o familiare, con effetti potenzialmente devastanti per quelle aziende prive di consistenti disponibilità di liquidità”.
Da qui la condivisione dei due parlamentari con l’appello della C.N.A. – Confederazione Nazionale Artigianato, evidenziando come «le previsioni dell’articolo 10 costituiscano un vero e proprio ostacolo alla libera competizione, configurandosi come concorrenza sleale nei confronti delle piccole imprese”.  Ciò anche per la difficoltà di poter verificare il diritto del cliente privato alla detrazione fiscale, che potrebbe altresì non essere rionosciuto al committente, per mancanza di determinati requisiti. 
«Non può esserci superficialità da parte del governo nell’introduzione di norme che rischiano di mettere a repentaglio migliaia di piccole imprese – concludono Gaetano Nastri ed Emanuele Prisco – per il reale pericolo che si crei uno stallo del mercato; perciò è necessario un intervento urgente per correggere questa norma che contrasta con gli interessi delle nostre PMI, comportando seri rischi occupazionali».

 

 

 

 

 

Lascia un commento