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Elezioni Usa 2024, Trump: «Renderemo di nuovo grande il Paese»

«Torneremo alla Casa Bianca nel 2024 e renderemo di nuovo grande l’America». Sono queste le parole del  Tycoon e ex presidente Usa Donald Trump nel corso di un videomessaggio diffuso dallo stesso dopo la presentazione dei quattro capi di imputazione che pendono contro di lui, compreso quello inerente l’assalto al Congresso da parte dei suoi sostenitori il 6 Gennaio del 2021.

«Mi attaccano da destra e sinistra» prosegue Trump affermando con tono fermo che nonostante i marxisti, i fascisti e i comunisti lo attacchino da ogni fronte, «solo noi sopravviveremo e saremo più forti che mai e saliremo alla Casa Bianca dopo la vittoria alle presidenziali 2024». Il Tycoon conclude ricordando la vittoria ottenuta nel 2016 e la sconfitta «all’elezione truccata» del 2020.

Se condannato in seguito a quest’ultima per l’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio, Trump rischia un massimo di 55 anni di reclusione. Le incriminazioni contro l’ex presidente americano, così come le eventuali condanne, non lo escludono dal correre per la Casa Bianca. Per il tycoon l’incriminazione sul caso del 6 gennaio è la terza in quattro mesi, per un totale di 78 capi di accusa.

Nel mese di Marzo Il Gran Giurì di Manhattan ha incriminato l’ex presidente e magnate Donald Trump per lo scandaloStormy”. Un evento storico questo, dato che non era mai accaduto nella storia americana che un presidente o ex presidente fosse accusato di reati penali. Al momento dei fatti si sapeva poco sui capi d’accusa depositati in tribunale, ma stando alla Cnn solo trenta potrebbero essere legati a false documentazioni per occultare pagamenti illeciti nei confronti della Daniels.

Lo scandalo che ha colpito duramente Donald Trump mettendone a rischio la ricandidatura alle prossime presidenziali del 2024, è legato a dei pagamenti illeciti per comprare il silenzio dell’attrice a luci rosse “Stormy” Daniels, al secolo Stephanie Clifford, con cui avrebbe avuto una relazione extraconiugale nel 2016, in piena campagna elettorale. Michael Cohen, avvocato di Trump e poi divenuto teste d’accusa era l’incaricato di effettuare i versamenti per un totale di 130.000 dollari, che la Trump Organization poi avrebbe insabbiato producendo documenti finanziari falsi. Per questo il Gran Giurì, dopo indagini durate cinque anni, ha formalmente accusato il “Tycoon” avvisando i suoi legali che subito hanno fatto scattare i negoziati.

Sulla testa del magnate pendono altre inchieste quali due indagini federali, per l’assalto al Congresso del gennaio 2021 e per il furto di documenti dalla Casa Bianca e per il tentativo di ribaltare il risultato elettorale del 2020 in uno stato cruciale in Georgia.

Immediata fu reazione del “Tycoon” che ha denunciato i democratici per persecuzione politica e cospirazione, ritenendola una interferenza nella corsa alle elezioni presidenziali che mina a distruggere il movimento Make America Great Again. Al suo fianco una folta schiera dei repubblicani come Kevin McCarthy, che ha accusato uno dei procuratori, Bragg, di abuso di potere e promesso l’avvio di indagini nei suoi confronti.

Il mese scorso durante un comizio in Pennsylvania, Trump aveva già accusato la tremenda “caccia alle streghe” portata avanti dagli oppositori, evidenziando che “forze sinistre” cercano di distruggerlo, riferendosi al dipartimento di Giustizia che per il magnate sosterrebbe e proteggerebbe il presidente Joe Biden.

«Siamo in testa ai sondaggi rispetto Ron DeSantis e Mike Pence, e ogni incriminazione è per me un distintivo d’onore» ripete, evidenziando di essere l’unico candidato che può “salvare” l’America.

La candidatura di DeSantis trova il sostegno del magnate Musk, con cui tenne un dibattito moderato dall’imprenditore David Oliver Sacks, socio di Craft Ventures e cofondatore di PayPal sulla piattaforma di Twitter intorno alla mezzanotte ora italiana. 

Prima di essere rivali agguerriti il governatore della Florida era uno dei fedelissimi di Trump, che in diverse occasioni pubbliche ne ha elogiato l’operato. Questo finché non è stato chiaro che sarebbe stato un rivale politico molto agguerrito, fermo sulle proprie posizioni in tema di immigrazione, aborto e diritti Lgbtq.

A inizio estate, precisamente a Giugno, per Trump era arrivata un’altra pesante accusa nei suoi confronti, per aver trattenuto volontariamente dei documenti riservati, legati alla difesa nazionale violando così l’Espionage Act.

A diffondere la notizia era stato proprio l’ex presidente con un post su Twitter mentre si trova in New Jersey, a Bedminster, circondato dai suoi fedelissimi, in cui scrive, confermando l’incriminazione, “oggi è un giorno molto triste e buio per l’America” dichiarando la propria innocenza.

Tutto è iniziato nel 2001 quando gli Archivi nazionali hanno scoperto che Trump non aveva riconsegnato la documentazione riservata una volta finito lasciata la presidenza Usa. La vicenda vede partecipare anche l’FBI nelle indagini, a seguito di una perquisizione a Mar-a-Lago, Palm Beach, in Florida, finita nell’incriminazione.

La vicenda costituisce la prima accusa federale rivolta verso un ex presidente nella storia americana e la seconda accusa per il Tycoon, dopo quella dello scandalo Stormy, in merito a dei pagamenti nei confronti della pornostar Stormy Daniels.

Non manca poi di lanciare delle pesanti critiche contro il presidente Biden ritenuto il peggiore e il più incompetente nella storia del Paese. «Hilary Clinton al confronto sembra un angelo», sostenendo che da quando ì salito alla presidenza gli Usa sono invasi da migranti illegali e la classe media è ormai decimata. «Quando vinceremo tutto questo finirà» promette sostenendo che, parlando dell’invasione dell’Ucraina da Parte della Russia, che questo non sarebbe mai accaduto se ci fosse stato lui alla Casa Bianca.

Gianfranco Cannarozzo