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“Everything Everywhere all at once” è il film più premiato nella storia della Notte degli Oscar

Dopo un quasi insignificante debutto nel 2022 nelle sale cinematografiche, il film dei registi Daniel Kwan e Daniel Schneinert, rinominati “fratelli Daniels” dopo la diffusione della nomination agli Oscar, ha raggiunto l’apice del successo riuscendo a ottenere nel 7 su undici nomination, comprese quelle per le categorie principali quali miglior film, regia, attrice protagonista e sceneggiatura, rubando nella 95ª edizoine dell’Academy Award, lo scettro del film più premiato al film “Il Signore degli Anelli, Il Ritorno del Re”.

Tra i premiati, vediamo per la prima volta nella storia una protagonista asiatica, Michelle Yeoh che ha commentato il successo invitando a non cedere mai a chi dice che ormai “non avete più l’età”«Grazie, per tutti i ragazzini e le ragazzine che mi guardano stasera, questo è un faro di possibilità, per capire che i sogni si realizzano, e non lasciate mai che nessuno vi dica che avete superato una certa età» ha detto dal palco del Dolby Theatre.

L’attrice era anche stata al centro di alcune polemiche nei giorni passati per un post si Instagram, poi cancellato, in cui riprendeva un articolo di Vogue dal titolo “Sono più di due decenni che non abbiamo come vincitrice una Miglior attrice non bianca. Cambierà nel 2023?” In cui la Yeoh è paragonata a Cate Blanchett, candidata nella stessa categoria per la sua interpretazione nel film Tàr. Il post avrebbe violato l’art.11 del Regolamento dell’ Academy che vieta a tutti i candidati di sponsorizzare in alcun modo la propia nomination.

Premiati anche i due attori non protagonisti Ke Huy Quan, bimbo prodigio la cui carriera attoriale non è mai decollata realmente, fino ad ora, che ha esordito a 12 anni in “Indiana Jones e il tempio maledetto”, divenuto simbolo del “sogno americano”, dopo essere giunto in America a bordo di una nave per poi arrivare sul red carpet degli Oscar.                                                                                 

«Il mio viaggio è cominciato su una barca di profughi, in qualche modo sono finito qui, a Hollywood. Non sono storie di cinema, sono storie reali: è questo il vero sogno americano» racconta commosso Ke Huy Quan, che dopo anni ha potuto riabbracciare Harrison Ford. Era stato proprio lui sui social ad annunciare la vittoria di “Everything Everywhere all at once”.

Premiara anche Jamie Lee Curtis figlia dei celebri attori Tony Curtis e Janet Leigh, nota per il film horror “Halloween“. La cui manifestazione di gioia l’ha eletta tra le regine dei meme su internet. La Curtis infatti al momento della premiazione è letteralmente saltata levsndosi da terra nel momento della foto di rito.

La storia raccontata nel film dei fratelli Daniels parla della vita di una immigrata cinese trapiantata degli States che gestisce insieme al marito una lavanderia a gettoni tenuta sotto controllo dall’Internal Revenue Service, agenzia governativa che si occupa della riscossione dei tributi. Michelle Yeoh, che la interpreta, conduce una vita piena di amarezza e insoddisfazione, dall’annunciazione del marito di voler divorziare, al tentativo della figlia di far accettare il suo amore per la sua ragazza Becky. Situazioni che la portano a scontrarsi in un Multiverso che la mette di fronte a un unico scopo: Salvare l’umanità, ma soprattutto mettere al sicuro l’unica persona di cui le importi realmente; sua figlia, interpretata dalla giovane (classe ’90) Stephanie Hsu.

Un film piacevole e brillante ma che probabilmente tenta di essere troppo acccomodante con tutti, affrontando temi quali la diversità, la famiglia, la forza, il coraggio e l’inclusione in maniera troppo bonaria e manifestatamente politically correct. Cosa che piace moltissimo all’Academy Award. 

Il premio Oscar per il miglior film straniero è andato a “Niente di nuovo sul fronte occidentale” diretto dal regista tedesco Edward Berger, e tratto dall’omonimo romanzo di Eric Maria Remarque. Molto apprezzato dalla critica tanto da fargli ottenere anche il premio per la cinematografia,  per il miglior film internazionale, per il set e per la colonna sonora. Niente premio per l’adattamento cinematografico, attribuito alla regista Sarah Polley per il film dai seri toni femministi “Women Talking, Il diritto di Scegliere”.                                                                                                      

Serata da dimenticare per “the Fableman” di Steven Spielberg, una vera e propria dichiarazione d’amore del regista nei confronti del cinema, in cui parla si sé. Male anche per Martin McDonagh che con “Gli Spiriti dell’Isola” che sembrava destinato al successo. Premi per gli effetti speciali e per il sonoro invece sono andati agli attesissimi sequel di Avatar, “La via dell’acqua”, e di “Top Gun: Maverick”.

A “Naautu Naatu” del film di produzione indiana “RRR” è andato l’Oscar per la migliore canzone originale, cosa che ha forse lasciato a bocca a asciutta Rihanna, reduce dello spettacolo del Super Bowl, dove, con la sua performance, su una piattaforma sospesa nel vuoto, con indosso una tuta rossa che metteva il risalto la gravidanza, ha fatto a lungo parlare di sé, e Lady Gaga tornata apposta per gli Award, mentre è impegnata nelle riprese del suo ultimo film.

Grande assente l’Italia, citata nella serata solo grazie al “Pinocchio” di Collodi rivisitato in questo film di animazione di Gulliermo Del Toro. 

Nella categoria dei corti live action “Le Pupille” dell’italiana Alice Rohrwacher ha perso contro “An Irissh goodbye”di Tom Berkeley e Ross White. Brutte notizie anche per Aldo Signoretti, candidato per le acconciature nel film dedicato al Elvis, a cui il premio è stato soffiato per poco da “The Whale” che, insieme a Brendan Fraser, premiato come miglior attore, ha portato a otto il numero di Oscar vinti da “Film sotto l’ombrello di A24”, studio di produzione indipendente che prende il nome dalla nota autostrada italiana. Ha vinto inoltre premi per la fotografia, la scenografia e la colonna sonora.

«Ringrazio l’Academy per aver creduto in questo film coraggioso, e Darren Aronofsky per avermi dato la possibilità di salvarmi con The Whale» dichiara Fraser, ricordando quante difficoltà si possono incontrare in 30 anni di carriera, e quanto non sempre sia facile queato mestiere.

Il corto di animazione “Il bambino, la talpa, la volpe e il cavallo” realizzato da remoto nel bel mezzo della pandemia dall’illustratore Charlie Mackesy, che racconta del viaggio dei tre animali che accompagnano il bambino nella ricerca di una casa, viene premiato nella sua categoria insieme al documentario “Raghu il piccolo elefante”.

In netta contrapposizione con quanto avvenuto nell’edizione passata, quest’anno non c’è spazio per la politica ll’interno della serata degli Oscar. L’Academy infatti non ha permesso al presidente ucraino Volodymyr Zelensky, di tenere un discorso in video collegamento, per parlare della situazione di Kiev. 

Solo con il documentario dai toni forti e carichi di emozione “Navalny” diretto da Daniel Roher, si è sfiorato  inevitabilmente il dibattito politico. Il documentario valso una statuetta nella sua categoria, racconta il difficile e complesso percorso dell’uomo, attivista e politico a capo del partito  “Russia del Futuro” e presidente di “Coalizione Democratica”, di origine ucraina, Alexej Navalny, noto oppositore della politica del presidente russo Vladimir Putin. Il documentario offre allo spettatore un ritratto del protagonista e dell’assurdo sistema di comunicazione e investigazione condotto in seguito al tentativo di avvelenamento con l’agente nervino Novichok nel 2020.

«Mio marito è in prigione per aver difeso la democrazia e la liberà. Io sogno il giorno in cui lui sarà finalmente libero e sogno anche il giorno in cui anche il nostro Paese lo sarà. Stai forte, ti amo», ha commentato sul palco del Dolby Theatre Julija Navalnaja, moglie di Navalny presente alla cerimonia.

Alla conduzione della 95esima edizione troviamo l’attore, presentatore e comico Jimmy Kimmel che ha cercato di rendere meno pesante per il pubblico una serata particolarmente noiosa nonostante i tempi incalzanti. Tra le migliori battute del presentatore, la critica alla scelta del tappeto non più rosso, ma color champagne, che forse è stato tra i protagonisti inconsapevoli degli Oscar: «La gente continua a chiedermi, ci sarà violenza quest’anno?» dice dopo essersi paracadutato sul palco. «Spero certamente di no. La decisione di scegliere un tappeto color champagne al posto di uno rosso mostra come l’Academy sia sicura che non ci sarà spargimento di sangue», scherzando sullo schiaffo di Will Smith (vincitore dell’ultimo Oscar come migliore attore per Una Famiglia Vincente) dato a Chris Rock nel corso della precedente edizione.

Non sono mancate alcune gaffe come la battuta fatta alla giovane attivista e blogger pakistana Malala Yousafzai Premio Nobel per la pace per il suo impegno nell’affermazione dei diritti civili e del diritto all’istruzione negati dai talebani alle donne di Mingora, nella valle dello Swat.

                                                                  

Rassegna dei premi

Miglior Film
Everything Everywhere All at Once – Daniel Kwan e Daniel Scheinert

Miglior Regia
Everything Everywhere All at Once – Daniel Kwan e Daniel Scheinert

Miglior Attrice protagonista
Michelle Yeoh – Everything Everywhere All at Once

Miglior Attore protagonista
Brendan Fraser – The Whale

Miglior Attore non protagonista
Ke Huy Quan – Everything Everywhere All at Once

Miglior Attrice non protagonista
Jamie Lee Curtis – EveryThing Everywhere All At Once

Miglior Sceneggiatura originale
Everything Everywhere All at Once – Daniel Kwan e Daniel Scheinert

Miglior Sceneggiatura non originale
Women Talking – Sarah Polley

Miglior Film Internazionale
Niente di nuovo sul fronte occidentale – Edward Berger 

Miglior Film d’animazione
Pinocchio – Guillermo Del Toro 

Miglior Montaggio
Everything Everywhere All at Once – Daniel Kwan e Daniel Scheinert

Miglior Scenografia
Niente di nuovo sul fronte occidentale – Edward Berger 

Miglior Fotografia
Niente di nuovo sul fronte occidentale – Edward Berger 

Miglior Trucco e acconciature
The Whale – Darren Aronofsky

Migliori Costumi
Black Panther Wakanda Forever – Ryan Coogler 

Migliori Effetti visivi
Avatar: La via dell’acqua – James Cameron 

Miglior sonoro
Top Gun: Maverick – Joseph Kosinski 

Miglior Colonna sonora originale
Niente di nuovo sul fronte occidentale – Edward Berger

Miglior Canzone Originale
“Naatu Naatu” – RRR

Miglior Documentario
Navalny – Daniel Roher 

Miglior Cortometraggio documentario
Raghu il piccolo elefante (The Elephant Whisperers) – Kartiki Gonsalves 

Miglior Cortometraggio
An Irish Goodbye – Tom Berkeley e Ross White 

Miglior cortometraggio d’animazione
The Boy, the Mole, the Fox and the Horse – Charlie Mackesy

 

Gianfranco Cannarozzo