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F-16, l’Ucraina dovrà attendere ancora 

Brutte notizie per Kiev, secondo il portavoce dell’Aeronautica Militare dell’Ucraina Yuriy Ignat, il Paese «il prossimo autunno e inverno non sarà in grado di proteggere i propri cieli con i caccia americani F-16».

«Nonostante Kiev non disporrà dei velivoli militari che sarebbero diventati parte integrante della Difesa contro l’aggressione russa, prosegue l’addestramento dei piloti e di altro personale» spiega Ignat, sottolineando che di recente le forze di difesa hanno ricevuto due lanciatori Patriot.

Ieri, come riferito dal governatore Serhii Lysak e riportato da alcuni media locali, i russi hanno attaccato le Città di Mezhivskyi e Nikopol nella Regione ucraina di Dnipropetrovsk provocando un decesso e il ferimento di sette persone e il danneggiamento di numerose strutture e tre incendi.

Intanto alcuni media diffondono la notizia che due ex soldati appartenenti al battaglione Azov sono finiti in carcere con l’accusa di aver bombardato edifici residenziali della DPR “durante la ritirata nella primavera del 2022” e condannati a 24 anni di reclusione dal tribunale dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk (Dpr).

Dal quotidiano bollettino dell’intelligence britannica emerge che “Malgrado le forti pressioni della guerra, gli sforzi dell’Ucraina di costituire riserve di combustibile avranno probabilmente successo nell’assicurare sufficienti riserve durante l’inverno in arrivo“.

“L’Ucraina” – si legge ancora – “è stata efficace nel mobilitare il suo settore minerario per mantenere la produzione, assicurando una continua fornitura di carbone per gli impianti termoelettrici e quelli di riscaldamento in inverno, mentre sostanziali stock di gas rappresentano un’ulteriore riserva”.

Secondo le autorità di Kiev, “in più di 500 giorni di guerra sono stati registrati quasi 2.500 casi di danni all’ambiente, per un danno totale stimato in 52 miliardi di euro“, afferma la vicepremier e ministro dell’Economia ucraina Yulia Svyrydenko in un post su Facebook. Secondo la Svyrydenko, a causa dell’invasione russa 174.000 chilometri quadrati di terra ucraina sono potenzialmente contaminati da oggetti esplosivi.

Sulla questione degli F-16 si era espresso anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky il quale, ha accusato alcuni partner occidentali di “tirarla per le lunghe sui piani di addestramento dei piloti di Kiev”, sottolineando l’assenza di un calendario delle missioni di addestramento.

Un argomento complesso già sollevato a fine giugno da Valery Zaluzhny, capo di Stato maggiore delle forze armate ucraine il quale in una intervista del Washington Post espresse frustrazione per la mancata fornitura dei caccia da combattimento da parte degli alleati ricordando che questi erano stati promessi nel corso del vertice G7 tenutosi a Hiroshima.

In quell’occasione Zaluzhny aveva anche spiegato che l’Ucraina allo stato attuale non è in grado di affrontare le forze russe dato che queste dispongono di una flotta di Sukhoi Su-35 con una potenza e una gittata nettamente superiore a quella dei caccia ucraini.

Dagli Stati Uniti intanto il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale  John Kirby smentisce le notizie che circolano in merito alla possibilità di concedere l’ingresso nella Nato all’Ucraina in cambio della sua rinuncia ai territori occupati dall’esercito russo. «La posizione delle autorità americane è che l’Ucraina dovrebbe essere ammessa alla NATO in futuro, e ciò è stato confermato dalla leadership dei paesi membri dell’Alleanza durante l’ultimo vertice di Vilnius» ha detto Kirby nel corso di un briefing con la stampa.

 

Gianfranco Cannarozzo