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Formazione della Grafologia in Italia

Scritto da Veronica Socionovo il . Pubblicato in .

Dalla speranza di una legittimazione accademica all’isolamento professionale un’analisi evolutiva della grafologia in Italia, tra esperienze universitarie e percorsi di formazione non ufficiali.

La grafologia in Italia ha vissuto una storia complessa, attraversata da alti e bassi, dalle speranze di un riconoscimento accademico e scientifico, alla marginalizzazione e alla trasformazione in una disciplina esercitata prevalentemente in contesti privati. Negli anni Settanta e Ottanta, infatti, la grafologia sembrava destinata a una certa valorizzazione, con l’inserimento di corsi universitari in diverse università italiane, ma il suo riconoscimento come disciplina scientifica si è rivelato difficile, segnando l’impossibilità di integrarla nel panorama accademico ufficiale. Oggi, la grafologia si trova in una posizione ambigua, pur continuando a essere praticata in diversi ambiti professionali, ma senza una solida legittimazione né accademica né professionale.

La Grafologia in Italia tra Riconoscimento Universitario e Legittimazione Professionale

La grafologia, che studia la scrittura al fine di trarne informazioni riguardo la personalità, le emozioni e il comportamento di un individuo, ha suscitato interesse in vari settori. La sua applicazione in psicologia, criminologia, risorse umane e educazione ha portato alla creazione di corsi universitari negli anni Settanta e Ottanta. Le Università degli Studi di Urbino e la LUMSA di Roma sono state tra le prime ad aprire la strada, proponendo lauree e corsi di specializzazione che avrebbero dovuto formare una figura professionale in grado di utilizzare la grafologia come strumento scientifico. Tuttavia, questi corsi non hanno mai ottenuto il pieno riconoscimento da parte della comunità scientifica, a causa della difficoltà di validare scientificamente le teorie alla base della grafologia.

In particolare, l’Università di Urbino, fin dai primi anni ’70, creò un programma di laurea in Tecniche Grafologiche, che si collocava all’interno delle Lauree in Scienze dell’educazione e della formazione (Classe 18, ora L19). L’obiettivo di questo programma era formare professionisti capaci di applicare la grafologia in ambiti come la psicologia, la criminologia e l’educazione. Questo programma si distingue per la sua componente pratica e teorica, che mira a fornire agli studenti gli strumenti necessari per analizzare la scrittura e interpretare i tratti psicologici ed emotivi degli individui attraverso il loro gesto grafico. La stessa LUMSA di Roma avviò il suo corso di laurea in Consulenza Grafologica, che si inseriva nella Classe 34 (ora L24) delle Lauree in Scienze e Tecniche Psicologiche.

Nonostante queste iniziative, la grafologia non riuscì a consolidarsi come disciplina universitaria. La sua esclusione dal sistema accademico ufficiale nel 2006, a seguito della riforma dell’ordinamento universitario, segnò una battuta d’arresto significativa. I corsi universitari furono aboliti e la grafologia fu relegata a scuole private, che continuano ad offrire diplomi non ufficiali. La decisione di escludere la grafologia dalle università italiane ha avuto un forte impatto sul riconoscimento professionale di questa disciplina. La mancanza di validità scientifica, unita alla difficoltà di sottoporre la grafologia a prove empiriche rigorose, ha minato le sue possibilità di essere accettata come disciplina accademica.

La Scomparsa delle Lauree in Grafologia

La chiusura dei corsi universitari di grafologia, a partire dal 2006, ha rappresentato un cambiamento importante nel panorama della formazione accademica. Fino a quella data, i corsi di laurea in Tecniche Grafologiche e in Consulenza Grafologica sembravano offrire una via per professionalizzare la grafologia e darle un riconoscimento legittimo all’interno delle scienze umane e sociali. La grafologia, infatti, era vista da alcuni come uno strumento utile per comprendere meglio la psicologia umana, i comportamenti e le dinamiche relazionali, applicabile a vari ambiti: dalla selezione del personale alla consulenza psicologica, dalla criminologia alla psicodiagnostica. Ma la riforma dell’ordinamento universitario non ha lasciato spazio alla grafologia, privandola del suo riconoscimento ufficiale e relegandola, di fatto, a una disciplina non riconosciuta, senza la possibilità di accesso a percorsi professionali regolamentati.

L’introduzione della laurea triennale in Tecniche Grafologiche all’Università di Urbino aveva offerto una solida preparazione teorica e pratica in grafologia, dando la possibilità ai laureati di inserirsi in vari ambiti professionali. Tuttavia, a causa dell’impossibilità di applicare il metodo scientifico in modo rigoroso alla grafologia, la disciplina ha avuto difficoltà a vincere il suo status di scienza accettata. La ricerca scientifica, infatti, non è riuscita a validare i presupposti teorici della grafologia, e il fatto che le sue applicazioni non potessero essere verificate empiricamente ha comportato una crescente distanza da parte delle istituzioni accademiche.

L’Attuale Stato della Formazione in Grafologia

Oggi, la grafologia è un campo che viene ancora praticato da molti professionisti, ma senza un adeguato riconoscimento accademico o professionale. La formazione in grafologia, infatti, avviene quasi esclusivamente attraverso scuole private o corsi di formazione non ufficiali. Questi percorsi, purtroppo, non sono riconosciuti dal sistema universitario, e i titoli che rilasciano non hanno valore legale. Sebbene il diploma privato ottenuto al termine di un corso di grafologia consenta ai professionisti di esercitare come consulenti, non conferisce loro una posizione giuridica ufficiale. Le scuole private, però, continuano a prosperare, e ogni anno formano nuovi grafologi, offrendo corsi che spaziano dall’analisi della scrittura alla psicologia applicata, passando per la criminologia e le tecniche peritali.

La formazione nelle scuole private è molto variegata e comprende corsi pratici e teorici che cercano di rispondere alla domanda di formazione in grafologia. Tra i programmi offerti, troviamo corsi di grafologia applicata, psicologia della scrittura, criminologia e tecniche peritali. Questi programmi sono strutturati in modo da fornire competenze utili in contesti professionali come la consulenza psicologica, la criminologia, la selezione del personale e le risorse umane. Nonostante la mancanza di un riconoscimento ufficiale, il mercato per i grafologi è ancora presente, anche se spesso limitato a settori privati o a consulenze individuali.

Tuttavia, l’assenza di un ordine professionale che regolamenti la professione crea una condizione di incertezza per i grafologi che esercitano la professione. Senza una certificazione ufficiale, la figura del grafologo non ha lo stesso status o la stessa credibilità di altri professionisti del settore psicologico o peritale. Di conseguenza, la grafologia si trova in una posizione precaria, senza un quadro giuridico che le consenta di avere un riconoscimento formale o di inserirsi nei sistemi professionali regolamentati.

L’Applicazione della Grafologia nei Settori Professionali

Nonostante le difficoltà legate al riconoscimento scientifico e accademico, la grafologia continua a trovare applicazione in diversi settori professionali. Un campo particolarmente fertile per l’utilizzo della grafologia è quello delle risorse umane, dove i grafologi possono essere chiamati a svolgere attività di selezione del personale. L’analisi della scrittura, infatti, viene utilizzata per identificare caratteristiche psicologiche, tratti caratteriali e potenziali problematiche emotive o comportamentali di un candidato, fornendo così un supporto nella valutazione di profili psicologici. Inoltre, la grafologia è applicata anche nel settore della criminologia, dove può essere utilizzata per analizzare la scrittura di sospetti, con l’obiettivo di ricavare indizi psicologici utili nelle indagini. Altri ambiti di applicazione includono la consulenza psicologica, dove la grafologia viene utilizzata per comprendere meglio la psicologia di un individuo, e la perizia legale, sebbene in quest’ultimo caso la mancanza di un riconoscimento ufficiale della professione limiti fortemente l’utilizzo della grafologia nelle aule di tribunale.

Anche se la grafologia continua ad essere utilizzata in contesti pratici, la mancanza di un riconoscimento scientifico e la difficoltà nel dimostrare empiricamente la validità delle sue teorie ne limitano l’applicabilità in contesti istituzionali e ufficiali. La scarsa accettazione da parte della comunità accademica e la mancanza di regolamentazione professionale ostacolano, infatti, l’espansione della grafologia, nonostante la sua diffusione tra i professionisti che la praticano.

Il Futuro della Grafologia in Italia

Il futuro della grafologia in Italia appare incerto. Nonostante una lunga tradizione e una pratica ancora viva in alcuni ambiti professionali, la disciplina non sembra destinata a ottenere un riconoscimento ufficiale nel breve periodo.

La difficoltà di validare scientificamente i suoi principi e la mancanza di una solida base empirica la pongono in una posizione di marginalità, pur mantenendo un interesse da parte di una nicchia di professionisti. Sebbene la grafologia possa continuare ad essere utilizzata in ambiti professionali come la psicologia, la criminologia e le risorse umane, il suo status come disciplina scientifica è destinato a rimanere ambiguo, impedendole di ottenere un riconoscimento accademico ufficiale.

Se da un lato la grafologia continua a esercitare un certo fascino, dall’altro non sembra destinata a superare gli ostacoli legati alla sua legittimazione scientifica e alla sua integrazione nei sistemi educativi e professionali. Finché la grafologia non riuscirà a trovare una solida base empirica che ne confermi la validità scientifica, è difficile immaginare un futuro che le consenta di ottenere un pieno riconoscimento accademico e professionale in Italia.

Veronica Socionovo®©

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