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Fuga per la vittoria, Pelé é finalmente libero

Quando Pelé partecipò al film Fuga per la vittoria aveva già portato alla gloria il Brasile facendogli vincere i mondiali del 1958, 1962 e 1970. “Una delle fughe più belle mai viste sul grande schermo” (Festa, La Stampa) diventa lo spunto di questo articolo, poiché é impossibile non aver amato Pelé e si spera che morendo abbia smesso di soffrire, perché alla morte del Campione si vede chiaro il Mito di ciò che é stato.

Pelé, pseudonimo di Edson Arantes do Nascimento (Três Corações 23 ottobre 1940, San Paolo 29 dicembre 2022), è stato un calciatore e dirigente sportivo brasiliano, di ruolo centrocampista e attaccante.

La mia generazione é cresciuta col mito di Maradona, Pelé non lo ha visto dal vivo. Le imprese della Perla Nera ci sono state dapprima tramandate dagli adulti, poi ci hanno pensato la tv e youtube a mostrarci una piccola parte di un repertorio immenso e spettacolare.

In questi giorni si discute, anzi, più che altro si celebra, l’ingresso di Messi in quell’olimpo riservato a Pelé e Maradona: la pulce ha vinto il suo mondiale ma, quando si parla di Pelé, parliamo di un uomo che Mundial ne ha inanellati ben 3 su 4 edizioni.

I suoi numeri sono stati irraggiungibili per tutti fino a quando non é cambiata la natura stessa del gioco, con le regole modificate per favorire lo spettacolo (ovvero i goals) e competizioni che hanno visto via via aumentare il numero delle partite per riempire sempre nuove serate televisive.

Si potrebbe discutere in eterno se Maradona é stato migliore di Pelé, o se Messi meriti veramente di essere accostato a queste due leggende. Bisognerebbe inoltre chiederci se é bastata una capocciata data a Materazzi a far sparire dai radar delle leggende del calcio un campione della classe di Zidane, che anche da allenatore ha vinto proprio tutto.

Soltanto una cosa mi sembra al di sopra di tutte le retoriche, fuori da qualsiasi dubbio o ritrosia ed é l’immensità di Pelé come uomo oltre che come calciatore: la vita di Pelé é stata cristallina, limpida, sempre sotto i riflettori della ribalta, una volta che ha terminato la sua attività agonistica sul campo di gioco ha cominciato a ricoprire una serie di ruoli della massima importanza come ambasciatore FIFA ONU UNICEF e UNESCO. Al tempo stesso Pelé fece una battaglia personale contro la droga dopo che uno dei suoi sette figli ne era morto.

Una delle scene più belle in Fuga per la vittoria é quando il caporale Luis Fendandez, in faccia ai nazisti, esegue una spettacolare rovesciata facendo un gol fondamentale che lascia l’intero stadio a bocca aperta, con quegli occhi sempre fissi sulla palla, con quelle braccia che disegnano il movimento in aria, con quelle gambe che volano come fossero ali: quell’acrobazia colpisce ancora l’immaginario dopo ben 41 anni!!!

Qualsiasi ulteriore riferimento a Pelé porta a fare un raffronto tra lui e Maradona e Pelé vince sempre, non nel calcio ma in tutto il resto e questo credo sia la differenza importante tra i due.

Con la sua scomparsa, le mai sopite celebrazioni in suo onore esploderanno nuovamente a salutare il campione, e nel salutarlo ricorderanno l’uomo elegante e onesto, lontano dagli scandali, l’uomo che nell’atto del trapasso ha avuto il trofeo più bello e mai dato per scontato a fianco a sé: l’affetto e l’amore dei suoi cari, un lusso precluso a molti nel suo mestiere e non solo.

…. All’ultimo minuto i tedeschi si trovano assegnati un rigore che potrebbe far vincere loro la partita, si trovano di fronte  Hatch, interpretato da Sylvester Stallone, che para una palla improbabile da prendere, lo stadio invade il campo, la sua squadra e il re del calcio sono finalmente liberi. D’intanto il suo corpo muore, ma questa é la questione meno importante.

Si dice che quando un eroe muore i suoi colori tornino alla terra a benedire le generazioni presenti e future, allora quando muore un campione del suo calibro cosa dovremmo avere in cambio?

foto © il riformista Fantacalcio Today                        Alessandro  Benini   ©Francesco Spuntarelli

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