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Giovanni Gronchi e il francobollo che quasi lo superò in fama

Storia del Gronchi rosa e dell’incidente 

Tutto ha origine quando l’allora presidente della Repubblica Giovanni Gronchi si apprestava a far visita ai nostri connazionali in America Latina, a seguito delle sempre maggiori richieste di vicinanza delle istituzioni italiane da parte di questi ultimi.

Per celebrare l’importanza di questo viaggio le cui tappe prevedevano l’Argentina, Uruguay e Perù, furono stampati tre francobolli commemorativi raffiguranti un aereo su un planisfero con i confini del Paese visitato in evidenza.

Ognuno era caratterizzato da un colore: blu per l’Argentina, verde per l’Uruguay e rosa per il Perù.

Giovanni Gronchi è stato uni dei fondatori del Partito Popolare Italiano e uomo di spicco della Democrazia Cristiana, presidente della Camera nella I e nella II legislatura, mentre il Paese era nel pieno del boom economico dopo la Seconda Guerra Mondiale, nel 1955 fu eletto presidente della Repubblica.

Evento che ebbe una forte eco soprattutto perchè cercò di distinguersi da De Nicola e Einaudi, suoi predecessiri, cercando di rappresentare una politica nuova, attiva e dinamica, molto partecipe nella politica interna ed estera.

Il suo discorso di insediamenteo fu evidenziato dalla richiesta alle forze politiche di dare attuazione alla Costituzione ma soprattutto dai toni che lasciavano trasparire una spiccata personalità e dalle dichiarazioni sulle «aperture sociali».

Durante il settennato divenne famoso il suo viaggio in America Latina, richiesto dai connazionali che manifestarono per una maggiore vicinanza delle istituzioni nostrane.

Fu un errore sui confini di quest’ultimo a far diventare il Gronchi rosa uno dei più famosi francobolli italiani, in grado di superare per fama anche lo stesso presidente, complice il fatto che l’esposizione mediatica di cui godevano i politici dell’epoca era quasi inesistente, soprattutto intorno alla figura del capo dello Stato.

L’ambasciatore peruviano Alfonso Arias che si era procurato il trittico segnalò il grave errore ai ministeriali che, per evitare un gravissimo incidente diplomatico informarono l’allora ministro delle Poste e Telecomunicazioni Lorenzo Spallino. 

Questi diramò un telegramma alle sedi provinciali per sospenderne immediatamente la vendita. 

Il Poligrafo di Stato per ovviare all’errore fece ristampare un nuovo francobollo di colore grigio con i confini corretti che venne utilizzato anche per ricoprire i Gronchi rosa presenti sulle numerose lettere che sarebbero dovute volare con l’aereo presidenziale.

La responsabilità di tale errore non fu mai chiara, ma alcune ipotesi la attribuiscono al bozzettista Roberto Mura incaricato della realizzazione dei tre disegni.

Avrebbe infatti utilizzaro un atlante del 1939 che non includeva tra i confini peruviani la regione dell’Amazonia.

Questo errore non passò inosservato agli occhi di alcuni collezionisti che contribuirono ad accrescerne il valore e la fama.

In quegli anni in cui il servizio postale era praticamente l’unico metodo di comunicazione divenne popolare il collezionismo di francobolli sia per i costi contenuti, sia per la speranza di poter far soldi in un settore in crescita.

Non uno dei più rari o costosi, ma sicuramente al centro di una curiosa vicenda che lo ha consacrato, forse, come il simbolo del francobollo per eccellenza e proprio per la sua notorietà vittima di numerosissime falsificazioni.

Gianfranco Cannarozzo

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