Skip to main content

Harrison Ford

conclude la saga di Indiana Jones trascendendo il tempo e lasciando la nostalgia di un personaggio che ha segnato due generazioni

Lo scorso 28 giugno è uscito nelle sale cinematografiche italiane l’ultimo capitolo della celebre saga del film d’avventura che ha come protagonista Indiana Jones. Il film, Indiana Jones e il Quadrante del Destino, è uscito a più di quarant’anni dal primo successo I Predatori dell’Arca Perduta, nel centesimo compleanno della Disney e conclude il progetto della pentalogia originale immaginata da Lucas e Spielberg, anche se la regia di quest’ultimo è di James Mangold.

L’iconico Harrison Ford, ormai ottantenne, è alla ricerca del Quadrante di Archimede un artefatto che consente di viaggiare nel tempo. La trama si svolge negli anni ’60 e i suoi antagonisti sono di nuovo, come nel primo e nel terzo capitolo, i nazisti che cercano di acquisire reperti dai poteri arcani per utilizzarli come armi: in questo quinto film l’oggetto è appunto il Quadrante di Archimede.

A distanza di venticinque anni dal quarto ormai nessuno ci sperava più e proprio Harrison Ford è stato determinato a voler dare un finale degno al personaggio che lo ha reso famoso.

La novità del film è che si svolge su due linee temporali: si apre nel 1944 con un prodigioso ringiovanimento digitale dell’attore, a pochi giorni dalla disfatta di Hitler; il resto del film si svolge nel 1969 in un mondo in cui l’archeologia e il passato non interessano più e ciò che entusiasma sono i viaggi spaziali e il futuro.

Indiana sarà rimesso in gioco dalla figlioccia, Helena, protagonista femminile dai tratti più contemporanei anche se la Marion del primo film rimane il personaggio femminile perfetto per lui. L’ex nazista è un collaboratore della Nasa e il finale della pellicola è davvero commovente.

Vediamo chi è Indiana Jones, il cui nome completo sarebbe Henry Walton Jones, Jr, e come nasce. È un archeologo immaginario creato dal giovane neolaureato regista George Lucas, ispirato agli eroi dei film degli anni ’30 del secolo scorso e ai fumetti avventurosi di Carl Barks che avevano come protagonista Paperon de’ Paperoni, fumetti molto amati sia da Lucas che da Spielberg.

Caratterizzato dal suo tipico abbigliamento con frusta, fedora, borsa e giacca di pelle, è un profondo conoscitore di società e lingue antiche, è arguto, sarcastico e ha molto senso dell’umorismo. Il nome Indiana era quello del cane di Lucas, che anche nella finzione cinematografica era il cane del dottor Jones ragazzino.

Il personaggio ha le sue paure, come quella dei serpenti ed è a tratti infantile, per spezzare la monotonia del suo ruolo da cattedratico; diversi elementi del personaggio rispecchiano la biografia del regista. Indiana Jones ha i requisiti dell’eroe dalla doppia vita: rispettabile e pacato professore di archeologia al college che quando si presenta l’occasione di una caccia a eccezionali reperti lascia il posto al suo alter ego.

Non ha poteri sovraumani, ma molti talenti: fisicamente è molto atletico, resistente ed agile oltre la media, batte l’avversario a mani nude, la sua specialità è la rissa libera, è abile con armi di ogni genere ma eccezionalmente con la frusta.

È intelligente, istruito, abilissimo nella fuga e anche ironico; ha profonda conoscenza di antiche civiltà, di storia ed è in grado di parlare diverse lingue. Ha memoria, volontà indomabile, capacità di osservazione e deduzione. Sa cavalcare, guidare aerei, veicoli terrestri e acquatici. È affascinante con le donne.

La sua prima apparizione la fece nel 1981, ne I Predatori dell’Arca Perduta; nel 2003 è stato classificato come il secondo più grande eroe cinematografico di tutti i tempi e settimo nella lista dei cento più grandi personaggi del cinema di tutti i tempi.

Ripercorriamo brevemente la storia della produzione. Lucas nel 1977, cercando progetti per il cinema, si imbattè in un vecchio poster degli anni ‘30 che gli suggerì la figura di un archeologo dal doppio ruolo, impeccabile professore universitario e avventuriero con barba incolta, frusta, borsalino e giacca di pelle, in giro per il mondo alla ricerca di antichi reperti e civiltà perdute.

Ne parlò con l’amico Steven Spielberg, che sarebbe poi stato il regista della serie e insieme gettarono le basi di una sceneggiatura incentrata sulla ricerca dell’Arca dell’Alleanza, lo scrigno che conteneva le due Tavole dei Dieci Comandamenti. Passarono quattro anni prima che il film venisse realizzato perché Lucas era intanto impegnato nella produzione dei primi due episodi di un altro suo capolavoro, Guerre Stellari.

L’attore scelto era in realtà Tom Selleck che dovette rinunciare per i suoi impegni nelle riprese di Magnum P.I.; fu allora individuato Harrison Ford che in occasione di un’intervista per la presentazione dell’ultimo film della saga non ha mancato di ringraziarlo per l’opportunità.

Il primo ebbe un successo strepitoso: la trama vedeva l’archeologo scontrarsi coi nazisti nella ricerca dell’Arca perduta. Alcune scene sono passate alla storia del cinema come quella della trappola della sfera rotolante scatenata dal recupero dell’idolo peruviano. Le ambientazioni sono esotiche, i cattivi da caricatura e le scene romantiche; il celebre tema musicale composto da John Williams è entrato poi nella memoria collettiva.

Il secondo, Indiana Jones e il Tempio Maledetto, ambientato nel 1935, è il prequel del primo, insolita operazione di Spielberg. Lo scontro è con fanatici religiosi adepti della dea Kali, i Thug, realmente esistiti. I toni non sono più giocosi e la storia cupa di schiavismo infantile è ambientata sull’Himalaya, con ritmi più lenti, quasi horror con i sacrifici umani che paventa. Figura molto riuscita quella del malvagissimo sacerdote della setta che col suo ipnotico Kalima strappa i cuori pulsanti dal petto delle vittime sacrificali.

Nel 1989 uscì il terzo Indiana Jones e l’Ultima Crociata che perfezionò riprendendoli gli ingredienti che avevano reso grande il primo. Gli antagonisti sono di nuovo i nazisti impegnati nella ricerca del mitico Santo Graal: qui Indy si troverà anche faccia a faccia col Führer. Indimenticabile Sean Connery nel ruolo del padre di Indiana: la chimica tra i due personaggi è stata fenomenale. Il film fu un tale susseguirsi frenetico di trovate brillanti che sembrava impossibile andare avanti .

Si dovette aspettare il 2008 per il quarto, Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo, sollecitato dai fans e soprattutto dai figli del regista. La storia, ambientata nel 1957, è un pò di clichè : Indiana visibilmente invecchiato che incontra il figlio, il reincontro con la sua amante del primo film, Marion che lo sposa e l’antagonista, la spia sovietica Irina alla ricerca di un manufatto ancestrale situato in Perù. I cattivi questa volta sono i sovietici, vista l’epoca della guerra fredda; veniamo a sapere che Indiana Jones ha combattuto durante la Seconda Guerra Mondiale col grado di colonnello dell’Oss. L’avventura in cui si trova coinvolto non ha a che fare proprio con reperti archeologici in senso stretto ma con presunti resti di extraterrestri. Fu un film un po’ deludente per i fan storici della saga.

Il quinto e ultimo film, su cui non aggiungo altro in più di quanto detto sopra per non spoilerarlo, lascia un’emozione nostalgica: Harrison Ford disse di essere lui Indiana Jones; e che quando se ne fosse andato lui, se ne sarebbe andato anche Indiana Jones.

Veronica Tulli

Foto © Hitek

eroe del cinema, George Lucas, Harrison Ford, Indiana Jones, Steven Spielberg