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I cittadini della Federazione Russa hanno approvato
gli emendamenti alla Costituzione

Mosca, 2 luglio. È un trionfo l’esito
del referendum costituzionale

Raffaele Panico 

 

I cittadini della Federazione Russa, il gigante euroasiatico dove il Sole sorge a Vladivostok e conta ben undici fusi orari, hanno approvato gli emendamenti alla Costituzione, a spoglio completato, con il 77,92% dei consensi.

La consultazione elettorale si sarebbe dovuta tenere alla fine di aprile, ma come sappiamo, l’epidemia Covid-19 non conosce frontiere e la consultazione elettorale e stata posticipata. Nonostante l’emergenza sanitaria ancora in corso in Russia, i cittadini russi che si sono recati alle urne sono stati numerosi, con un’affluenza del 64% del corpo elettorale. “Lo consideriamo certamente un trionfo”, ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dalla Ria Novosti, ed ha poi aggiunto: “E’ stato di fatto un referendum trionfale sulla fiducia al presidente Putin”.

La riforma consente a Vladimir Putin di restare al Cremlino per altri due mandati, una volta completato quello in corso, nel 2024. Tra i primi, fra questi emendamenti, è l’imposizione nero su bianco della memoria degli antenati, la fede in Dio e lo status della lingua russa. Tra le altre scelte è stato previsto l’obbligo dell’insegnamento patriottico.

Il 30 giugno scorso, alla vigilia del voto del primo luglio, durante l’inaugurazione del monumento ai Soldati Sovietici caduti presso la città di Rzhev (foto in copertina) nella Grande Guerra Patriottica contro i nazisti, è stato sottolineato che tra gli emendamenti uno sarebbe stato dedicato alla difesa della Verità storica sulla vittoria sovietica contro l’invasore nazista determinate per l’esito del secondo conflitto mondiale.

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