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I Giardini della Luna di Steven Erickson

Attenti a Anomandaris Irake

I giardini della Luna (titolo originale Gardens of the Moon) è un romanzo fantasy del 1999 dello scrittore canadese Steven Erikson. E’ il primo di una lunga serie di libri fantasy di gran spessore chiamata La caduta di Malazan (in inglese Malazan Book of the fallen).

                                           Antefatto

Nell’anno 1154 del sonno di Burn il vasto impero Malazan perde il suo Imperatore Kellanved e il capo dei suoi assassini.   

Surly, comandante dell’Artiglio, ha preso il potere, divenendo Imperatrice e assumendo il nome Laseen, che significa “Signora del Trono”. Un ragazzo di nobili origini, Ganoes  Paran, osserva dall’alto i tumulti che sconvolgono il Quartiere Topo della Città di Malaz e confessa ad un soldato, un arsore di ponti, il suo desiderio di arruolarsi e diventare un eroe.

Il trono d’Ombra

Anno 1161, settimo anno dell’Imperatrice Laseen. In una provincia dell’Impero Malazan nel continente Quon Tali, viene scoperto un orribile massacro:  sono stati uccisi tutti nella zona, uomini e bestie, autori della strage sono stati due Ascendenti al Trono d’Ombra , Ammanas e Cotillon, che hanno scatenato i loro Segugi e adesso prendono in loro potere una testimone, una ragazzina che sarà costretta ad agire come sicario al loro servizio, la figlia di un povero pescatore.

L’assedio di Pale

Anno 1163, nono anno dell’Imperatrice Laseen. La Seconda Armata Malazan, agli ordini del Gran Pugno Dujek, sta assediando da tre anni la Libera Città di Pale. Trovano che la città ha un alleato prodigioso, i magici Tiste Andii con a capo Anomander Rake, creature d’ombra e di fuoco.

Malgrado questa presenza la battaglia volge a favore dell’Impero ma perde gran parte dei suoi maghi: la Progenie della Luna, la fortezza volante di basalto di Anomander Rake, si allontana incendiata. 

In un disastroso tentativo di far esplodere le mura di Pale sono morti quasi tutti gli arsori di ponti, un mitico seppur giovane gruppo di guerrieri e (in)genieri dell’esercito. I superstiti sono convinti che l’Imperatrice voglia eliminare tutti i soldati della Vecchia Guardia,  ma non è tutto:  si scopre che il gran mago dell’Impero Malazan, Tayschrenn, durante la battaglia di Pale, ha ucciso molti maghi del suo esercito.

Darujhistan: tra ladri maghi e assassini

Prossimo obiettivo dell’Impero è la grande città di Darujhistan, ultima delle Città Libere di Genabackis ancora indipendente dall’impero Malazan.

La città è governata dal Consiglio Cittadino, ma di notte dettano legge ladri e sicari: volano colpi di balestra dovunque, è iniziata una nuova guerra fra i clan dei sicari.

Crokus, il ladro, si salva perché si abbassa opportunamente a raccogliere una moneta che rimbalza ai suoi piedi, mentre due pugnali uccidono chi lo stava attaccando: gli dei Gemelli della Fortuna entrano in gioco con grande stile!

In sogno il mago Kruppe, da tutti considerato uno sfaccendato e un perditempo, incontra l’antico Dio K’rul, considerato morto da molti anni, il quale gli rivela che i Malazan risveglieranno il Dio incatenato e che costui perderà una battaglia ma non morirà così facilmente. 

Proprio quando sembra vicina la capitolazione dell’ultima città a resistere all’impero, si mettono in moto poteri oscuri al di là di ogni immaginazione e gli dei stessi dovranno schierarsi nella lotta imminente.

Il libro dei caduti Malazan: la normalità e la complessità del titolo

La complessità di questo titolo è allarmante e piena di ruoli che si intrecciano su diversi livelli di complessità. Anomander Rake, per fare un esempio, è allo stesso tempo il sovrano di un popolo temutissimo, in quanto partorito dalla stessa Ombra (ovviamente una divinità), e lui ha dovuto tradirla per poter sopravvivere, si è dovuto fondere con un drago per scongiurare una catastrofe passata e dovrà uccidere un suo fratello(nei libri successivi) per riportare l’ordine nel mondo, allo stesso tempo è il rappresentante di spicco (il re) della sua “casata”, ovviamente la Casata d’Ombra, è un Ascendente ma allo stesso tempo una carta in un gioco che pochi hanno voglia di giocare, ovvero una sorta di Cabala molto complessa che mostra le reali intenzioni delle varie case che controllano un mondo in continua evoluzione.

Divinità dormienti o morte che è meglio non nominare, un dio del mare che combatte contro “l’indebitamento” dei cittadini di uno stato tiranno a colpi di logica, Draghi enormi che col loro respiro trasformano in divinità coloro che subiscono il loro soffio, troni su cui non é sedersi per non entrare in un gioco mortale, questo titolo e questa serie sono colmi di ogni evento possibile ed immaginabile.

La complessità nel leggere dieci libri o meglio libroni

La vera difficoltà nel leggere tutta la saga di ben dieci libri è che l‘italiano scorre come lingua molto meno dell’inglese della versione originale, si tratta infatti di libri che nelle prime versioni italiane della casa editrice Armenia venivano divisi in due parti.

Foto terre di confine magazine                ©Francesco Spuntarelli