Skip to main content

“I miei giorni alla libreria Morosaki”

160 pagine, comprensive di glossario per raccontare l’importanza della lettura e di come essa possa cambiare la vita.

“I miei giorni alla libreria Morosaki” è un concentrato di emozioni altalenanti, dalla depressione alla gioia in poche righe. Quando si inizia questo libro non si riesce più a smettere di leggere.

Romanzo d’esordio diventato un bestseller in Giappone, Corea, Vietnam e Taiwan. È in corso di traduzione in 16 Paesi. Ricco di riferimenti alla letteratura giapponese moderna, “I miei giorni alla libreria Morisaki” insegna a vivere in modo più autentico, senza paura del confronto e di lasciarsi andare. La protagonista del romanzo, Takako, non è mai stata una grande lettrice e quando gli viene offerta la possibilità di abitare e lavorare in una libreria è sorpresa e perplessa. Ma nonostante ciò accetta, un po’ per disperazione, un po’ per istinto.

Il romanzo è ambientato a Tokyo, affollata capitale del Giappone, in un particolare quartiere che è definito come il paradiso dei lettori. Jinbōchō deve la sua fama alle numerose librerie presenti all’interno della sua area. È considerato il più importante distretto di Tokyo sotto questo aspetto. Nei numerosi negozi di libri delle sue vie è possibile trovare libri usati a basso costo, rari o da collezione. La maggior parte di questi sono in lingua giapponese, ma alcune librerie sono fornite anche di opere in lingue straniera, soprattutto in inglese. A ottobre si tiene un festival del libro, durante il quale i vari negozi allestiscono delle bancarelle per le strade del quartiere. Jinbōchō è sede della Literature Preservation Society e del Tokyo Book Binding Club, oltre a essere a poca distanza da numerose università quali la Meiji, la Hōsei, la Nihon, la Senshū e la Juntendō.

Benché si trovi a pochi passi dalla metropolitana e dai grandi palazzi moderni, è un angolo tranquillo, un po’ fuori dal tempo, con file di vetrine stipate di volumi, nuovi e di seconda mano. Non tutti lo conoscono, i più vengono attratti dalle mille luci di Shibuya o dal lusso di Ginza.

Neppure Takako frequenta il quartiere, anche se è proprio a Jinbōchō che si trova la libreria Morisaki. Appartenente alla sua famiglia da tre generazioni è un negozio di appena otto tatami (tradizionale pavimentazione giapponese composta da pannelli rettangolari modulari, costruiti con un telaio di legno o altri materiali rivestito da paglia intrecciata e pressata) in un vecchio edificio di legno, con una stanza adibita a magazzino al piano superiore. La venticinquenne non esce praticamente mai di casa da quando l’uomo di cui era innamorata le ha annunciato che sposerà un’altra.

A gestire la libreria è lo zio Satoru, che ai libri e alla Morisaki ha dedicato la vita, soprattutto da quando la moglie lo ha lasciato. Entusiasta e un po’ squinternato, Satoru è l’opposto di Takako, Ed è proprio lui, l’eccentrico zio, a lanciarle un’imprevista ancora di salvezza proponendole di trasferirsi al piano di sopra della libreria in cambio di qualche ora di lavoro.

All’inizio la ragazza, presa da una forte depressione non fa che dormire, anche 24 ore al giorno, ma poi tutto cambia. Per ironia della sorte dopo una serata con lo zio non riesce a prendere sonno e pensa che un libro possa farle da sonnifero. Invece non riuscirà più a smettere di leggere e riga dopo riga, pagina dopo pagina, tutto inizia a cambiare. Pian piano si lascia sorprendere e conquistare dal piccolo mondo di Jinbōchō. Tra discussioni sempre più appassionate sulla letteratura moderna giapponese, un incontro in un caffè con uno sconosciuto ossessionato da un misterioso romanzo e rivelazioni sulla storia d’amore di Satoru, scoprirà un modo di comunicare e di relazionarsi che parte dai libri per arrivare al cuore. Un modo di vivere più intimo e autentico, senza paura del confronto e di lasciarsi andare.

Autore

Satoshi Yagisawa è nato a Chiba (Giappone) nel 1977. I miei giorni alla libreria Morisaki (Feltrinelli 2022) è il suo romanzo d’esordio, vincitore del premio letterario Chiyoda e bestseller internazionale.

Giorgia Iacuele

Lascia un commento