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Il disordine in casa è uno stimolo per la creatività e l’intelligenza dei bambini

Recenti studi negli Stati Uniti hanno confermato che i bambini più intelligenti e creativi della media vivono in una casa disordinata (ma non sporca).

L’ambiente scombinato sembra stimolare la formazione psicologica del bambino che nel disordine è costretto ad inventare un modo alternativo per vedere il mondo che lo circonda. La sua creatività aumenta proprio perché rompe in qualche modo gli schemi, a differenza dei bambini che, vivendo in ambienti ordinati, crescono controllati e con un modo univoco di vedere la realtà.

Una casa rigorosamente ordinata riflette agli occhi dei figli una madre particolarmente esigente che ama vederli in ordine e sempre concentrati su quello che fanno.

Accettare un po’ di disordine vuol dire accettare che esista il difetto: è importante crescere i figli sapendo che esiste un ordine ma che bisogna saper accettare anche il disordine e soprattutto bisogna lasciarli liberi di poter sbagliare.

Nella propria casa il bambino deve sentirsi libero di sperimentare nuove cose e dunque un luogo ossessivamente ordinato può essere destabilizzante.

Un bambino che vive in una casa perfetta potrebbe sentirsi smarrito quando ne esce perché la sua vita familiare avrebbe una dimensione irrealistica. Le mura domestiche debbono sì rappresentare un rifugio ma non possono costituire un ambiente troppo diverso dagli altri ambienti che egli vive nel quotidiano. Se uscendo di casa il bambino non trova a scuola e nella propria quotidianità la medesima precisione della propria casa questo gli genera confusione, oltre al timore di rovinare qualcosa in un ambiente domestico tanto perfetto.

Entrare invece in una casa dove gli oggetti sono fuori posto, definibile come un ambiente non da catalogo, dà il messaggio di una casa vissuta, che ha il sapore della vita.

È necessario fare una precisazione: disordinato non è sinonimo di sporco o poco curato: il bambino deve infatti crescere in un ambiente non trascurato e sano. Una casa pulita, sicura dove però il bambino possa vivere e sentirsi a suo agio, libero di esprimere la propria creatività in uno spazio organizzato e facile da riordinare, gli dà tranquillità e felicità.

Un bambino che vive in una casa perfetta potrebbe sentirsi smarrito quando ne esce perché la sua vita familiare avrebbe una dimensione irrealistica. Le mura domestiche debbono sì rappresentare un rifugio ma non possono costituire un ambiente troppo diverso dagli altri ambienti che egli vive nel quotidiano.

Come in ogni contesto della vita l’importante è trovare la misura perché una cosa è appunto la sporcizia e la trascuratezza, altra cosa è invece la personalizzazione degli spazi.

Il bambino deve poter vivere con la maggior rilassatezza possibile tutti gli ambienti domestici ed in ogni stanza della casa deve in qualche modo lasciare traccia della sua esistenza. Gli spazi in una casa devono parlare di tutti coloro che la abitano.

Le mura domestiche rispecchiano frequentemente la personalità della mamma: alcune vogliono avere sempre il controllo sulla propria vita e le proprie cose; riflettono questo atteggiamento nella loro abitazione e verso i loro figli. Ciò influisce sul carattere dei bambini per i quali l’immagine di una casa perfetta significa costruirsi un’immagine irreale del mondo: fuori dalle mura domestiche la vita è tendenzialmente molto caotica. Quindi il giusto disordine è la dimostrazione che nella vita nulla è perfetto, è un messaggio indispensabile da dare ai figli la cui crescita psicologica è molto legata all’ambiente di crescita.

Il disordine e l’imperfezione sono metafora della realtà. Una casa imperfetta è forse uno dei concetti più preziosi che una mamma possa capire.

Analogo discorso può essere fatto in parte anche riferendosi al disordine nelle stanze degli adolescenti: esso corrisponde in qualche modo al caos interiore psicologico tipico dell’età oltreché essere un loro modo di affermare la propria personalità, differenziandosi dai genitori. Spesso l’adolescente più disordinato è quello che crescendo diventa il più meticoloso; a volte il disordine dell’adolescenza serve inconsciamente ad allontanare ancora per un po’ l’età adulta, che nella sua testa è sinonimo di ordine.

Di frequente tra l’altro ciò che al genitore appare in disordine, risulta essere una distribuzione tattica che l’adulto non riesce accogliere. Parallelamente a quanto accade nell’infanzia, la disposizione disordinata dei giochi rappresenta il mondo incantato del bambino, dove solo lui sa il perché delle cose: il suo pelouche in terra che lo protegge dei mostri o le costruzioni posizionate a mo’ di porta d’accesso ad un mondo incantato….

Negli adolescenti poi il disordine della stanza riflette quello delle giornate sregolate, degli orari sballati, del suo cervello un po’ in disordine che non ha un disegno completo ma che necessita di considerare infinite variabili. Bisogna avere tanta pazienza…

Sia per i bambini che per gli adolescenti si potrebbe parlare di caos intelligente; si dovrebbe evitare di colpevolizzare o di sollecitare l’ordine a tutti i costi; magari si può ideare un periodico gioco di riordino coi bambini e si può trovare un accordo con gli adolescenti, prevedendo cicliche operazioni di sistemazione, perché il meglio è sempre nella misura.

Veronica Tulli

Foto © Mamma Sto Bene!

adolescenti, Bambini, creatività, disordine, insicurezza, ordine