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“Il Guerriero”, un libro di Mario Augusto Giordani

Nessuno meglio di un Principe, di chiara e lunga gloriosa discendenza, può creare una storia che ha per oggetto un giovane uomo all’apparenza scapestrato, ma nel vero determinato e coraggioso. Mario Augusto Giordani Petricca crea in questo libro un cadetto di una famiglia potente, Giulio, che, com’era costume ai tempi di Roberto il Guiscardo, viene educato alla corte di un gran signore, suo zio, e diviene eccellente guerriero. La conoscenza storica e particolare dell’ambiente sono naturalmente corrispondenti all’autore, un uomo colto e padrone di essi.

Lo zio del Guerriero è ancora più vicino ai vertici della Corte Reale, uomo avvezzo a riconoscere soggetti di valore e personaggi di secondo livello, e prende a benvolere ed a curare il giovane, che lungo gli anni raffina le sue doti guerresche in armi e nel codice morale. Ce n’è abbastanza per attirarsi invidie e conseguenti rischi, che finiscono per creare un pericolo mortale.

Giulio scampa per un soffio ad una fine tanto certa quanto ingiusta ma cade nelle mani dei Saraceni che a quei tempi battevano famelici le coste italiane alla ricerca di schiavi, ed è fatto schiavo. Ma il Nostro ha dalla sua una vigorosa intelligenza, e coglie l’occasione per sgusciare via da quello stato umiliante, salvando la vita al Pascià. La giovane nipote di costui si innamora di Giulio, e ne è ricambiata, ma a dividere i due ci sono immensi territori di diversità ambientale e di costume. Tuttavia, sembra che Giulio e Hassnaa possano superare sulle prime ogni difficoltà ma dopo poco tempo l’invidia e la gelosia rovinano le speranze dei due giovani innamorati.

Questa è la storia, che fa piacere leggere, in tempi cupi e sporchi come i nostri. Si legge di un fiato, sul filo della lama di Giulio o prendendo tempo fra ancelle in ricamo ed una deliziosa Signora del castello, che ha virtù esoteriche. Non si può non essere feriti dalla diversa anima di questi personaggi e l’indifferenza colposa degli attuali abitanti della terra, e non si può non fermarsi talvolta a rilegge brani del racconto di una profondità e di una poesia veramente mirabili. Le considerazioni di Giulio da solo, il paesaggio ora amico ora nemico descritto più come individuo che come sfondo di azioni e giorni riscontrano un protagonista normalmente fornito di virtù e di vizi, come la tracotanza, l’eccesso, la voglia di essere libero dovunque e comunque che, nonostante il prospetto della solitudine, sfugge alla sagacia del guerriero . L’autore è un esperto d’armi, lo si nota nelle fasi di scontro e di pianificazione assalti, ed in questo libro rende il dialogo fra i personaggi più vivace, con situazioni simpaticamente boccaccesche, con sincerità anche nel dolore e nello sconforto. Lo stile semplice ed eccezionalmente corretto della stesura non nasconde una giusta dose di romanticismo ed una limpidezza interiore, che, come una velatura dorata, arricchiscono le qualità dello scrittore.

Marilù Giannone

 

Mario Augusto Petricca, appartenente alla Nobile Famiglia Petricca Giordani, è Gran Maestro dell’Ordine Capitolare dei CAVALIERI DELLA CONCORDIA, nonché un fattivo collaboratore della LILT  – Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori – presso la Sezione di Latina.
Ama scrivere romanzi storici,  ambientati soprattutto nel Medioevo, ma senza staccarne il legame con i tempi attuali, con uno spirito innovativo veramente singolare, e lasciando talvolta un angolino per il probabile fantasma degli avi.  Altro suo precedente, recensito dalla nostra testata, è stato “La Spada dei Leoni” pubblicato dalla Casa Editrice Moderata Durant.