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Il ladro e il ciabattino

La città dorata, Capolavoro di Richard Williams

C’era una volta una Città Dorata. Al centro della città, sul più alto minareto, c’erano tre palle d’oro. Gli antichi profetizzarono che se le tre palle d’oro fossero sparite, l’armonia sarebbe stata spezzata e la città sarebbe precipitata verso rovina e morte. La città sarebbe stata salvata dalla più semplice anima con la più piccola e semplice delle cose. Il film presenta scene incompiute o con diverse risoluzioni a causa della morte di Richard Williams, l’eccellente regista, che ha segnato la fine di qualsiasi opera di completamento dell’opera.

Questo lungometraggio è la storia di un ciabattino e di un ladro.

Il ciabattino, Tacco, è molto posato, si muove sempre con calma, con un chiodo da una parte, una lima e dei piccoli spessori (da cui probabilmente il suo nome) riesce ad uscire da ogni situazione: si innamora ed è ricambiato dalla bellissima principessa Yam Yam della città, il loro amore nasce in maniera spontanea, un gioco di cuori dei fiori di lei e dei lacci per le scarpe di lui, facendo pensare che i due sono destinati ad amarsi.

Il ladro vive invece una vita rocambolesca, ed ha il chiodo fisso di rubare qualsiasi cosa gli capiti a tiro, dalle scodelle di rame agli smeraldi giganti, tanto che non c’è nulla che sfugge al suo interesse di vero e proprio cleptomane. Come il Philippe Gaston di Matthew Broderick nella pellicola Ladyhawke(1985) si trova in situazioni impensabili per un singolo essere umano.

Entrambi si trovano a corte di Nod, re della città dorata e si trovano invischiati nella sparizione di tre sfere d’oro che secondo la leggenda sono la salvaguardia del regno.

Quando le sfere spariscono per opera del gran visir Zig Zag questi prova a proporle al sultano in cambio della mano della figlia, ma vistosi rifiutato con grande sgarbo dal sultano, si muove dalla città per portarle al suo acerrimo nemico Occhio Solo, ed insieme rappresentano i cattivi, il male del racconto.

Fin qui la storia regge ma tentenna qualche volta la grafica di alcuni fotogrammi che sono un poco dimenticati, mal legati o disegnati solo in parte e questo mi ha fatto storcere un poco il naso ma il bello delle scene d’azione avviene in seguito e bisogna ben ricordare che questo lungometraggio non si era concluso per la morte del regista.

Per sapere come riprendere le sfere d’oro principessa Yam Yam e Tacco il ciabattino partono per andare a trovare la strega del –palazzo rubino— ed è qui che iniziano le sequenze migliori in fatto di azione: mentre scendono dal palazzo si ritrovano in un turbine di distruzione in cui il palazzo ruota e si distrugge, la qualità delle immagini, molto ricercata per i miei gusti, ha ricordato le migliori scene di intermezzo comico del Monthy Pithon Flying Circus con il ladro che sfugge dall’esterno e quindi vive le migliori scene d’azione.

IL gran visir Zig Zag arriva nel frattempo all’esercito del terribile Occhio Solo e qui diventa chiaro che questo acerrimo nemico della città insieme con tutto il suo esercito si chiamano Occhio Solo in quanto tutti hanno un occhio accecato o inservibile, sono comunque tanti e molto agguerriti, tanto che prendono il gran visir Zig Zag e lo danno in pasto ai coccodrilli: a questo punto il gran visir è costretto ad ipnotizzare i coccodrilli dimostrando le sue doti da mago per poter entrare anche lui in carica nell’esercito di Occhio Solo rivelando oltretutto il fatto che è lui che ha rubato le tre sfere dorate rendendo possibile la rivincita sua e di tutto l’esercito di Occhio Solo.

A questo punto partono per la loro vendetta verso la città dorata a bordo di una gigantesca juggernaut chiamata Macchina della Morte.

Tutto questo movimento porta verso la scena finale della pellicola, con Tacco il ciabattino e il gran visir Zig Zag che si affrontano, ed è una scelta bellissima; il pensiero è chiaro a questo punto infatti non si capisce come farà un ciabattino a confrontarsi con un incantatore?

Con un chiodo lanciato da una sua corda scatena un tale putiferio che devasta tutto l’esercito di Occhio Solo, spiegando con dovizia di particolari, e ricordando una delle migliori scene dei cortometraggi della Looney Toons, come una serie di reazioni può realizzarsi anche da un semplice ciabattino e un semplice chiodo quando il fato lo vuole.

Questa parte del lungometraggio ricorda o forse è ricordato negli scontri epici tra eserciti nell’anime Alexander (Alexander Senki per capirci) in cui gli eserciti vengono falciati da strumenti ipertecnologici improbabili per la presupposta epoca storica dell’ambientazione.

La pellicola si chiude con il ladro che si è stufato di rubare tutto e riconsegna le sfere dorate a re Nod e Tacco e la principessa che si sposano. Un bellissimo cartone da vedere in famiglia e non solo.

Foto dimensione fumetto themacguffin onda musicale    ©Francesco Spuntarelli                  Alessandro  Benini

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