Il “Premio Strega 2019” ad Antonio Scurati:
…un “elogio” alla disinformazione romanzata
“M. IL FIGLIO DEL SECOLO” E’ UN COMPENDIO DI FALSITA’
ED UN KILLERAGGIO STORICO, CHE PIACE ALLE “STREGHE” *
* ….. ecco come, in nome di un celebre e nobile Liquore,
si può propagandare una ubriacatura di “Anti-Fascismo” !
di Franco D’Emilio
Antonio Scurati ha vinto il Premio Strega 2019 con il suo “M Il figlio del secolo”, insomma un romanzo su Benito Mussolini.
La vittoria non mi ha sorpreso, era nell’aria per due evidenti motivi, sempre più intrecciatisi tra loro: uno strettamente personale, riguardante l’autore stesso; l’altro, invece, attinente alla nuova strategia culturale del centrosinistra, spesso e tanto pesantemente sconfitto nelle ultime tornate elettorali, amministrative ed europee.
Da tempo Scurati inseguiva vanamente il più prestigioso premio letterario italiano, dal 1986 gestito dalla Fondazione Bellonci, quindi restava in difetto di una consacrazione somma nell’ambito della letteratura nazionale contemporanea, ma mai, dico mai, egli stesso avrebbe pensato di colmare questo suo gap addirittura con un romanzo, anzi no, con una storia volgarmente e maldestramente romanzata su Mussolini.
Invece, è stato soccorso proprio dalle ripetute, pesanti sconfitte elettorali della sinistra ad opera del nuovo centrodestra a trazione leghista: inevitabilmente nel mondo della presunta egemonia culturale di sinistra è scattata subito la ricerca di una rievocazione bieca del trascorso Fascismo, di un richiamo conseguente all’antifascismo e alla Resistenza, quasi che con i successi del centrodestra fossimo nell’imminenza di un ritorno tragico al passato, ad una terribile guerra civile, fratricida.
La parola d’ordine della sinistra è stata inequivocabilmente quella di gettare fango sulla credibilità umana, morale, politica del centrodestra, additandolo quale erede, se non addirittura possibile emulo del passato regime mussoliniano, magari anche attraverso le nuove, correnti manipolazioni del consenso attraverso la rete.
A quel punto, la storiella romanzata, abborracciata male e in fretta, ma parziale e faziosa al punto giusto di “M Il figlio del secolo” è parsa giusta per l’odierno “j’accuse” antifascista dell’intellighenzia di sinistra dei salotti pariolini di Roma o di quelli meneghini di via Brera.
Tutto è stato così repentino che solo all’ultimo momento e senza molta convinzione il nostro Scurati si è candidato al Premio Strega con il suo inutilmente ponderoso volume.
Nel frattempo, è proceduto a spron battuto il battage, pubblicitario e propagandistico, di “M Il figlio del secolo” che ha trovato spazio sui canali di stato della RAI, nel salottino radical chic della Gruber su la 7 e certo non ha disdegnato le trasmissioni di emittenti vicine proprio all’abietto centrodestra, fantasma di un ritorno al passato!
Mi ha colpito la prima dichiarazione del vincitore Scurati: -Sono felice, ma soprattutto contento che molti altri italiani leggeranno questo libro non solo perché l’ho scritto io, ma perché impareranno a conoscere la nostra storia con la speranza che non si ripeta, anche se in forme diverse.-
Autocelebrativo e tenacemente alla ricerca di uno spunto di intolleranza e faziosità!
La speranza di Scurati che “la nostra storia non si ripeta”, sottolineando “anche se in forme diverse” la dice lunga sulla finalità strategica dell’ultima precisazione.
Con la vittoria di Antonio Scurati il Premio Strega è diventato quest’anno un premio letterario resistenziale, volutamente divisivo, una anacronistica barriera antifascista contro i rigurgiti fascisti della Lega, di Fratelli d’Italia e Forza Italia.
“M Il figlio del secolo” non è un testo storico e neppure una biografia, non possiede l’attendibilità né dell’uno nè dell’altra.
E’ solo un pallosissimo romanzo “feuilleton”, che sarebbe stato persino inutile ai fini di una pubblicazione a puntate nell’appendice di qualche giornale dell’Ottocento.
La sua lettura non è stata agevole, però, ce l’ho fatta e a pagina 839 finalmente ho chiuso il volume con un sospirato senso di liberazione.
Il Premio Strega a Scurati dà infondato credito ad un romanzetto popolare, trito nei colori e nei toni, che non aggiunge niente, anche perché privo della dignità di pretenderlo, a quanto già conosciamo, ampiamente documentato e verificato, su Mussolini e i primi anni del Fascismo.
Scorrendone le pagine, “M Il figlio del secolo” si rivela solo un vergognoso tranello: personaggi storici sono coinvolti in azioni sceniche, mosse prevalentemente dall’invenzione dell’autore contro la verità storica; risulta pure una gran balla la rassicurazione dello stesso Scurati ovvero “tengo a dire che ogni singolo episodio, personaggio o discorso narrato in questo libro non è frutto dell’immaginazione dell’autore, ma è storicamente documentato o autorevolmente testimoniato.”
Balle, soltanto balle, troppe pagine del suo libro lo dimostrano!
Ma con le balle non deve, certo, sfuggirci il bluff, espresso nel risvolto di copertina: “un romanzo documentario impressionante, non soltanto per la sterminata quantità di fonti a cui l’autore attinge, ma soprattutto per l’effetto che produce.”
Perchè allora nessuna indicazione, in nota a piè di pagina o altrove, delle fonti documentarie consultate?
Impressionante? Certo, su lettori approssimativi e creduloni, scarsamente a conoscenza della storia nazionale, neppure interessati alla buona divulgazione storica, sicuramente più inclini alla narrazione di vicende sul filo della soap opera o delle storielle “sale e pepe”.
Rilevo amaramente come quest’anno con “M Il figlio del secolo” lo Strega abbia premiato un misero libro revisionista su Mussolini e il Fascismo, pur di assecondare la rifondazione dell’antifascismo, ormai tanto scolorito, anacronistico e disperatamente riottoso.
Concludo tristemente con la constatazione come Antonio Scurati si sia rivelato davvero unico, nel narrare “la Storia” con grossolane approssimazioni e mistificazioni.