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In Norvegia create nuove coalizioni politiche

Roma, 18 Settembre 2021 – Il responso elettorale porta la Norvegia a svoltare a sinistraDopo otto anni di Governo conservatore guidato dalla premier Erna Solberg, le elezioni generali di lunedì hanno premiato il Partito laburista. Il suo leader Jonas Gahr Støre, così, ha avviato i colloqui per la formazione di una coalizione con due partitila Sinistra socialista (Sv, leader Audun Lysbakken) e il Partito di centro (Sp, a capo Trygve Slagsvold Vedum). Il nuovo esecutivo, comunque, potrebbe arrivare non prima di qualche settimana.

La premier uscente rimane alla guida dei conservatori

Erna Solberg, che continuerà a guidare i conservatori, resterà al timone del Paese «finché un nuovo Governo non sarà pronto». Cambiamento climatico e industria del petrolio sono i temi intorno ai quali è ruotata la campagna elettorale e che saranno centrali anche nei colloqui. Petrolio e gas norvegesi vengono perlopiù dal Mare del Nord. Ma la maggior parte delle riserve non sfruttate si trova nel Mare di Brents, nell’Artico, una linea rossa per gli ambientalisti.

Petrolio del Mare del Nord e gas hanno contribuito a rendere la Norvegia uno dei Paesi più ricchi al Mondo, ma i timori legati al cambiamento climatico hanno messo in dubbio il futuro di questa industria, che è la più grande del Paese, responsabile di oltre il 40% delle esportazioni e che impiega direttamente oltre il 5% dei lavoratori. Dall’altra parte – va ricordato – i norvegesi sono fra i consumatori più attenti al clima del Pianeta. Non è un caso che qui la maggior parte delle macchine vendute siano ora elettriche.

Ampia maggioranza allo Stortinget (Parlamento)

Il Partito laburistala Sinistra socialista e il Partito di centro totalizzano 100 seggi sui 169 dello Stortinget, il nome del Parlamento norvegese, monocamerale. Mentre l’attuale Governo otterrebbe 68 seggi (l’ultimo seggio è andato a un partito del Nord della Norvegia, il Pasientfokus). L’assemblea uscente era per 88 seggi a 81 a favore della premier Solberg, il cui partito ha subìto una perdita di nove seggi. Il leader laburista Jonas Gahr Støre, 61 anni, è stato ministro degli Esteri dal 2005 al 2013 sotto l’allora premier Jens Stoltenberg, oggi segretario generale della Nato, di cui è considerato erede e protetto. È a quel punto che il milionario Støre ha preso le redini del partito.

Per Store la “coalizione dei sogni”

«Abbiamo ricevuto dagli elettori un mandato forte per il cambiamento, di portata storica», ha dichiarato Støre, parlando di «un corso nuovo e equo» per la Norvegia. Già in serata la premier uscente Erna Solberg si è congratulata col neopremier in pectore per l’affermazione elettorale. Mentre quest’ultimo nel suo discorso per celebrare la vittoria ha sottolineato che la grande maggioranza dei norvegesi ha votato per il cambiamento. Come già scritto all’inizio Jonas Gahr Støre ha annunciato che inizierà a trattare con altri due partiti per formare quella che ha definito la sua “coalizione dei sogni”, ovvero con Sv e Sp.

Abbiamo visto come i tre partiti supererebbero infatti gli 85 seggi necessari per avere la maggioranza in Parlamento. Quattro in più del numero necessario per una maggioranza assoluta. Sembra dunque ininfluente per il Partito laborista il sostegno dei Verdi e del Partito rosso, che potrebbero tuttavia assicurare alla forza politica guidata da Støre una maggioranza ancora più ampia per governare. La necessità di allargare la maggioranza a queste ultime due formazioni poneva però alla vigilia del voto seri dubbi sulla gestione del delicato dossier sull’energia e sulle licenze esplorativeVerdi e Partito rosso hanno infatti espresso chiaramente la volontà di voler sospendere quanto prima lo sfruttamento dei giacimenti di petrolio e gas nel Paese e nel Mare del Nord, un tema di dibattito che in Norvegia rischierebbe di mettere a rischio decine di migliaia di posti di lavoro nel settore.

Verdi fuori nonostante la scelta elettrica

Alla fine, quindi, dovrebbero restare fuori dal Governo i Verdi, l’unica forza nel Paese che si batte per interrompere totalmente e in tempi relativamente brevi esplorazioni e produzione di petrolio. La transizione energetica del Paese sarà con tutta probabilità il dossier principale nei colloqui che i laburisti hanno avviato in queste ore. E che secondo gli analisti potrebbero durare qualche settimana. La soluzione per un compromesso potrebbe essere quella di non fissare scadenze per le esplorazioni di petrolio ma almeno escludere alcune acque particolarmente sensibili, soprattutto nell’Artico.

Nonostante le promesse elettorali sull’energia green infatti, alla fine la visione di Støre sulla questione petrolio non si discosta molto da quella della Solberg. Entrambi i leader sono convinti che si debba dare tempo all’industria di trasformarsi, altrimenti non sopravvivrà. D’altra parte è un settore che rappresenta il 14% del Pil norvegese e dà lavoro a 160.000 personeI Verdi, unica voce fuori dal coro, continuano a chiedere uno stop immediato alle esplorazioni e la fine della produzione entro il 2035. Ma non essendo riusciti a raggiungere la soglia del 4% non avranno il peso necessario per influenzare le decisioni del Governo.

Qualcosa di più sul prossimo leader

Jonas Gahr Støre in campagna elettorale ha puntato molto sulla retorica della “gente comune” e sull’aumento delle tasse ai più ricchi suscitando le facili critiche degli avversari essendo lui molto più che benestante. Pare che il suo patrimonio si aggiri attorno ai 140 milioni di corone, circa 14 milioni di euro, grazie alla fortuna ereditata negli anni ’70 dalla vendita dell’azienda di famiglia, una fabbrica di forni. Studi a Science Po a Parigi e alla London School of Economicssposato con tre figlinel 2008 è sopravvissuto ad un attentato dei talebani contro l’hotel in cui alloggiava a Kabul e nel 2011 alla strage compiuta da Anders Breivik sull’isola di Utoya (era stato alla festa dei giovani socialisti il giorno prima, ndr).

Giorgia Iacuele

Foto © Al Jazeera, Party of European Socialists

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