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In ricordo di Lillio Sforza Ruspoli
….. 3° capitolo

A seguito di quanto già pubblicato il 27 ottobre u.s. “Roma rende omaggio al Principe Lillio Sforza Ruspoli” e poi il 6 novembre, la Consul Press prosegue ad ospitare alcuni interventi di coloro che lo hanno personalmente conosciuto e stimato, per dedicare una “paginata” alla sua memoria, da raccogliere successivamente in un piccolo supplemento monografico in stampa tradizionale.  
 

DON LILLIO RUSPOLI …..UNA GRANDE FIGURA  

un ricordo intimistico di ANTONIO PARISI 

Grande figura quella di don Lillio  Ruspoli. Lui di vecchia nobiltà nera, fedele al Papa Re, a me monarchico convinto, stava particolarmente simpatico. A rendermelo tale era forse per la incredibile somiglianza di don Lillio con Re Umberto II di Savoia, somiglianza al “Re di Maggio” che condivideva con il presidente emerito della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano anche lui sosia dell’ultimo Re d’Italia.

In realtà il Principe Ruspoli mi andava a genio per il suo coraggio e la difesa ad oltranza di valori antichi e popolari.
Pochi lo immaginano, ma mentre la borghesia è sostanzialmente repubblicana, il popolo unito con la nobiltà sono sostenitori della corona.  Don Lillio, infatti, era insieme populista ed aristocratico.
Quando fui chiamato a dirigere l’impero televisivo collegato a “Rete Mia”, aprii una faraonica sede in via Tomacelli. La sede della mia segreteria era posta vicino a Palazzo Ruspoli e a mezzodì quasi immancabilmente pranzavo nella trattoria di Settimio nella vicina via dell’Arancio.
Fu una sorpresa scoprire che anche Don Lillio con la sua famiglia consumava il pranzo nella stessa trattoria.  Io che già conoscevo il Principe Ruspoli e che ero quasi sempre presente alle sue iniziative sociali e politiche, contro poteri forti e sciagurati di ogni risma che puntavano e puntano a mettere la greppia agli italiani, di quella vicinanza al tavolo dove consumava il pranzo il Principe andavo orgogliosissimo.
Con Lui ci salutavamo e Lui, sempre gentile, si informava su come procedessero le cose: ”bene, grazie a Dio” rispondevo, e don Lillio di rimando: “Giusto, sempre grazie a Dio”

Quando da “Settimio all’arancio” ospitavo a pranzo i miei conoscenti, sottovoce, orgoglioso, facevo notare ai miei commensali che al tavolo vicino c’era il principe Ruspoli. In verità ad altri tavoli c’erano altri commensali famosi e potenti: ministri, deputati, capi di partito, banchieri.
Costoro però non mi facevano né caldo né freddo; a nobilitare il ristorante e l’atmosfera, per me, c’era solo Lui: Don LILLIO RUSPOLI con la sua Famiglia.

Antonio Parisi 

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