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Ciro Marino editore

Intervista all’editore e libraio Ciro Marino

Il nome della casa editrice e libreria di Ciro Marino rimanda alla Storia, e in particolare alla Seconda Guerra Mondiale quando soldati polacchi adottarono Wojtek, un cucciolo di orso bruno siriano, e si presero cura di lui durante il loro viaggio in Palestina, improvvisando un biberon con cui nutrirlo con una bottiglia di vodka. Da allora l’orso divenne la mascotte dell’esercito e considerato in Polonia un vero e proprio beniamino, alla stregua di altri grandi eroi nazionali.

La casa editrice e libreria Wojtek è stata fondata nel 2018 da Valeria Romano e Ciro Marino a Pomigliano d’Arco (NA) in piazza Giovanni Leone. La libreria ospita e promuove gruppi di lettura, corsi di scrittura e inoltre, estemporanei ma costanti, incontri, dialoghi e scontri.

In Italia mancano i librai, e Marino dimostra come non basti essere una libreria indipendente per essere una buona libreria, la quale dovrebbe essere considerata un tassello fondamentale del circuito editoriale, non un semplice spazio culturale da preservare e da guardare persino con un po’ di compassione e tenerezza.

Ciro Marino legge i libri che pubblica fin quando gli è possibile e ha bene in mente che indirizzo dare alla propria impresa con passione e dedizione per la letteratura, portando avanti interessanti operazioni di recupero editoriali quali Utopia con Ottiero Ottieri, Readerforblind con Dante Arfelli, Cliquot con Brianna Carafa.

1 Quando ha iniziato ad interessarsi di libri?

Sono sempre stato attratto misticamente dai libri, mio padre era un fotoincisore, mestiere oggi praticamente scomparso. Era un artigiano della filiera libraria, casa nostra era invasa da libri di ogni genere, libri però che nessuno leggeva, erano lì. A comporre una sorta di biblioteca immobile, intonsa, immacolata. Fin quando non ho cominciato a sverginarla io. Erano libri d’arte per lo più, insieme a romanzi di vario genere. Da lì ho cominciato a leggere, ma ancora non avevo conosciuto la letteratura. Fino a quando una professoressa d’inglese al liceo mi regalò “Il signore delle mosche” e lì ho fatto il mio ingresso nel mondo magico della letteratura.

2 Cosa fa un buon editore? La prima regola secondo Ciro Marino?

Legge i libri che pubblica fin quando gli è possibile; ha bene in mente che indirizzo dare alla propria impresa; segue i suoi libri da quando sono soltanto un manoscritto per poi curarli in ogni passaggio: dall’editing, alla correzione di bozze, dall’aspetto tipografico all’ufficio stampa.

3 Cosa vorrebbe suggerire l’editore Marino al librario Marino?

Questa è una domanda troppo “marzulliana”, non saprei onestamente cosa risponderle. Anche perché credo di seguire in un certo senso lo stesso metodo in entrambi i lavori: la qualità della proposta per me non è solo un ideale, un auspicio, una romanticheria, bensì una strategia precisa. Certo lunga e difficile, ma se poi i traguardi dovessero essere raggiunti. Vogliamo correre e vincere una maratona, e quindi è inutile essere primi dopo 100 m di gara.

4 Napoli e provincia sono vivaci dal punto di vista letterario, cosa hanno da offrire di diverso, di speciale secondo lei?

Non so quanto Napoli sia realmente viva da un punto di vista letterario. Non sono nemmeno certo che lo sia mai stata. Abbiamo delle eccellenze, ma non credo che Napoli possa continuare a raccontarsi come una fucina di talenti più di altre città italiane. Tutt’altro discorso invece per quanto riguarda la periferia napoletana o ancora di più la provincia.

Mi sembra invece che ci sia nuovo fermento circa le case editrici napoletane. Ottime ne sono nate e ottime ne stanno nascendo. Tornando alla domanda: ho smesso da un po’ di ritenere Napoli l’epicentro del mondo culturale, pur continuando a ritenerla la città più bella che abbia mai visto.

Libreria Wojtek
Interno Libreria Wojtek

5 Tre autori italiani che secondo lei andrebbero ristampati?

Sono molto felice di alcune operazioni di recupero editoriali. Penso a quanto sta facendo Utopia con Ottiero Ottieri, Readerforblind con Dante Arfelli, Cliquot con Brianna Carafa; se dovessi però sceglierne io tre di autori o autrici cui dare più attenzione farei il nome di Paolo Volponi, Fausta Cialente, Guido Morselli e Dolores Prato.

6 Trova che l’aspirante scrittore di oggi sia particolarmente arrogante e pretenzioso o ingenuo?

Ogni scrittore e ogni scrittrice è diverso/a dall’altro/a. Non cadrei in generalizzazioni, con alcuni di questi ho stretto saldissimi legami di amicizia; con pochi di questi ho avuto rapporti difficile. Come al di fuori del mondo editoriale.

7 Un autore straniero che invece andrebbe (ri)scoperto e perché

Poco fa il gruppo di lettura presente nella nostra libreria ha scelto un libro di Karel Čapek, ecco, lui senza dubbio lo “riscoprirei” insieme a una sua conterranea che è Sylvie Richterova che ho avuto anche la fortuna di conoscere al Flip Fesitval della Letteratura Indipendente di Pomigliano d’Arco.

8 Come si approccia alla lettura di un’opera di un aspirante scrittore? Segue delle sue linee guida mentali, si lascia sorprendere, spesso parte prevenuto?

È senza dubbio fondamentale la sinossi presentata e la nota biografica, già queste due cose per me sono un indicatore. Poi direi che comincio a leggere senza pregiudizi, spesso noi cerchiamo libri che portano con sé una forte capacità linguistica, una vera identità autoriale, raramente è la trama o i temi0, nei nostri libri, a fare da ago della bilancia.

9 Ha appena pubblicato l’ultimo romanzo di Alessandra Saugo, “Come una santa nuda”. Come ricorda questa scrittrice scomparsa prematuramente?

Non mi è facile parlare di questa scrittrice tanto è forte la sensazione che ho provato nel leggerla, per cui non me ne voglia se qui copio e incollo quanto ho scritto in un post: Alessandra Saugo è una scrittrice incredibile, leggendo “Come una santa nuda” ho provato sensazioni che solo pochissime volte, quando mi ritrovai di fronte le Tre cime di Lavaredo, o le Sette opere di misericordia di Caravaggio, o quando un mio amico mi portò a Sguardi Ostinati “Rassegna di cinema d’autore” e fu rivoluzionata la mia piccola idea di cinema. Insomma, la penna di Saugo è un massacro, un’estasi, una epifania, un placcaggio che ti stronca il respiro… sono orgoglioso di averlo pubblicato e spero che presto possa raggiungere quanti più lettori e lettrici possibili.

Bisogna ringraziare tre persone: Susanna Mati, con cui è stato un onore confrontarsi; Massimo Recalcati che ospiterà nella sua associazione una delle tante (spero) presentazioni; e Antonio Moresco, tenace cavaliere di questa maestosa poetessa che lui definisce in quarta “indomabile, intollerabile, inclassificabile, scatenata, delicata, traumatizzata, comico-disperata, delirante, perturbante, urticante, unica”.

Questi tre moschettieri ostinati mi hanno fatto conoscere Alessandra Saugo, tutti e tre hanno avuto il piacere di conoscerla prima che morisse.

1o Prossime pubblicazioni?

Il nostro libro più atteso è senza dubbio “Le Madri della Sapienza” di Eduardo Savarese. Un libro meraviglioso di un autore meraviglioso. Una delle operazioni letterarie più spiazzante, complessa, ardita e riuscita che abbia mai incrociato.

 

Fonte

Ciro Marino, editore Wojtek: “C’è nuovo fermento circa le case editrici napoletane”

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